Essebsi

Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi è morto a 92 anni. Ministro dell’Interno, ministro della Difesa, ministro degli Esteri, presidente del Parlamento, primo ministro, presidente della Repubblica, sono gli incarichi che Essebsi ha ricoperto nella sua lunga carriera politica. Il presidente tunisino è morto il 25 luglio in ospedale a seguito di un nuovo malore che l’aveva costretto a un altro ricovero, dopo quello del 27 giugno scorso. Intanto, Mohamed Ennaceur ha giurato come presidente ad interim, riferiscono i media ufficiali, ed ha fatto appello alla “coesione”.

Essebsi ha svolto un ruolo di primo piano nella Tunisia del dopo Ben Alì e nel processo di transizione democratica successivo alle Primavere arabe. Fu primo ministro ad interim dopo la fuga del dittatore Ben Alì, conseguente alle proteste di piazza e alla Rivoluzione dei Gelsomini scoppiate nel 2011. L’incarico in sostituzione di Mohamed Ghannouchi arrivò a un mese dallo scoppio della rivoluzione, che aprì una nuova fase politica per il Paese, non ancora conclusa. Essebsi guidò il governo fino alle elezioni successive, le prime elezioni libere della Tunisia, che portarono all’affermazione del movimento islamista Ennahda. Essebsi ha cercato di porre un argine all’islamizzazione della politica, ponendosi come forza contraria al movimento islamico Ennahda. Nel 2012 l’incarico di formare il nuovo govreno passò ad Hamadi Jebali, ma il partito laico Nidaa Tounes (Appello alla Tunisia) di Essebsi si impose alle elezioni legislative del 2014 e divenne la prima forza politica del Paese. Nel 2014 Essebsi venne eletto presidente, il primo ad essere eletto democraticamente nella storia della Tunisia. Nel dicembre del 2014 vinse al ballotaggio con Marzouki, ottenendo il 55,68 dei voti. Il 31 dicembre venne investito della carica di presidente. Come faceva notare Le Monde diplomatique nell’agosto del 2018, l’elezione dell’Assemblea costituente non ha risolto i problemi del Paese. Problemi dovuti alla crisi economica, alla crescente polarizzazione della vita politca, all’emergere della violenza e all’operatività dei gruppi jihadisti legati allo Stato Islamico (IS).

La scomparsa del presidente Essebsi potrebbe avere effetti sugli equilibri politici e sul futuro, per adesso incoraggiante, della democrazia in Tunisia. A giudizio pressoché unanime degli studiosi e degli analisti, infatti, nell’ambito delle Primavere arabe la Tunisia rappresenta il caso di maggiore successo, a causa della transizione non sanguinosa che ha portato ad un sistema costituzionale riformato. Il Paese si prepara a vivere due importanti appuntamenti elettorali nel prossimo autunno: le elezioni parlamentari e quelle presidenziali previste rispettivamente il 6 ottobre e il 17 novembre. Come scrive Agenzia Nova, Nidaa Tounes (o meglio il gruppo dirigente noto come “clan di Hammamet” e guidato dal figlio del presidente, Hafedh Caid Essebsi) aveva proposto al capo dello Stato di candidarsi per un secondo mandato in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 17 novembre. Essebsi però non sembrava intenzionato a candidarsi e ad aprile aveva escluso questa ipotesi.