La struttura organizzativa, l’ambito socio-culturale e il contesto geopolitico di riferimento delle organizzazioni terroristiche e della criminalità organizzata sono molto diversi. Da sempre, però, esiste un punto di convergenza tra questi due mondi, vale a dire il profitto. Traffico di droga e di armi e riciclaggio di denaro sono i business illeciti su cui si poggiano le alleanze più solide. Il modus operandi, di fatto, è il medesimo: l’uso della violenza come strategia di consolidamento del potere.
Il traffico di droga
Negli ultimi anni la produzione e il commercio di droga in mano al narco-terrorismo si sono gradualmente spostati dall’America Latina alle regioni dell’Asia centrale (soprattutto nella Mezzaluna d’oro tra Afghanistan, Iran e Pakistan) e sudorientale (nel cosiddetto Triangolo d’Oro tra la Birmania, il Laos e la Thailandia). È in queste due aree che si registra la maggior produzione di oppiacei al mondo.
Un caso interessante è quello del Movimento Islamico dell’Uzbekistan, entrato in un rapporto strategico con i talebani e con altri gruppi della mafia afghana e con reti criminali dell’Asia Centrale per assicurarsi che le spedizioni di eroina sotto il suo controllo possano essere trasportate in sicurezza tra l’Afghanistan, la Russia e il Caucaso.
La rotta che collega l’eroina prodotta in Afghanistan ai Balcani è invece “coperta” da Al Qaeda, che nell’Est Europa può contare su ottimi rapporti in particolare con organizzazioni criminali attive in Bosnia-Herzegovina.
Tra le “merci” più trafficate nell’ultimo periodo c’è stato il Captagon. Negli ultimi mesi due carichi di questa sostanza oppiacea sintetica (nota come la droga del combattente) gestiti da uomini dello Stato Islamico, sono stati intercettati in Italia: nel porto di Genova lo scorso 8 maggio (37 milioni di compresse per un profitto pari a 75 milioni di euro) e nel porto di Gioia Tauro il 3 novembre (24 milioni di pastiglie per un introito di 50 milioni di euro).
Il traffico di armi
Il traffico di armi è un’altra importante fonte di guadagno per organizzazioni criminali e gruppi terroristici. Le rotte utilizzate, generalmente, sono le stesse di quelle usate per far circolare i carichi di droga. In generale, i Paesi in cui il patto tra terroristi e criminali è più consolidato rispetto a questo specifico business sono Russia, Spagna, Colombia, Perù e Filippine.
Nell’Europa dell’Est un caso interessante da analizzare è quello della Romania, dove il contrabbando di armi, munizioni ed esplosivi non conosce crisi. Mentre in Asia Centrale a “fare scuola” è l’organizzazione criminale pakistana D-Company, guidata da Dawood Ibrahim, la quale risulta aver stabilito rapporti con numerosi gruppi terroristici come Al Qaeda, Lashkar e-Tayyaba e addirittura con il gruppo Tigri Tamil attivo nello Sri Lanka.
Un’altra area calda è il sud della Thailandia: qui reti criminali locali contrabbandano armi sia verso lo Sri Lanka (dove i principali acquirenti sono proprio le Tigri Tamil) che verso le zone di conflitto in Indonesia di Aceh, Sulawesi e Maluku.
Il riciclaggio di denaro
Il collegamento tra il finanziamento di gruppi terroristici e transazioni economiche sospette è stato confermato nel corso degli ultimi anni da numerose indagini. In Europa, il Paese più esposto a questo rischio è la Germania. Nel mirino ci sono le donazioni che a pioggia arrivano nel cuore del Vecchio Continente attraverso fondazioni caritatevoli o religiose con sede principalmente nei Paesi del Golfo Persico e in Turchia.
In Asia, l’India risulta essere il Paese più collegato al finanziamento del terrorismo mediante l’uso di sistemi informali di trasferimento di denaro tra cui il più noto è l’hawala. Sempre in India, il riciclaggio di denaro sfocia spesso nel campo della contraffazione delle valute, un sistema molto utilizzato da gruppi terroristici locali per autofinanziarsi.
Punti di forza del patto tra terroristi e criminali
Uno dei punti di forza del patto tra terroristi e criminali è la possibilità di disporre del know how e del peso decisionale di esperti e figure politiche corrotti. È grazie a loro che i sodalizi del narcoterrorismo hanno facile accesso ai canali del riciclaggio di denaro così come a rotte relativamente sicure per far transitare i traffici illeciti.
In molti casi l’alleanza si rivela strategica e funzionale anche dal punto di vista militare. È il caso, tra gli altri del cartello messicano di Sinaloa. L’apparato militare dei Los Negros, e l’accordo con gruppi criminali come i Mara Salvatrucha e con la mafia messicana La Eme, ha assicurato al cartello stabilità territoriale consentendogli di espandere i suoi traffici.
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