Niger: 70 soldati morti in attacco jihadista

In Niger almeno 71 soldati sono stati uccisi in un attacco jihadista condotto contro un campo di addestramento al confine con il Mali e rivendicato dallo Stato Islamico. È il raid più grave mai avvenuto nel Paese africano contro l’esercito del Niger.

Martedì sera i miliziani, centinaia secondo le stime, hanno preso d’assedio una base di addestramento situata nella città di Inates, nell’ovest. Inates si trova nella regione di Tillaberi, a circa 260 km a nord della capitale Niamey. L’assalto è andato avanti per tre ore, ha dichiarato il portavoce dell’esercito, il Colonnello Boubacar Hassan, alla tv di Stato. L’attacco di martedì 10 dicembre si è verificato nella stessa area dove lo Stato Islamico, in due assalti avvenuti a maggio e a luglio, aveva ucciso quasi 50 soldati. «Lo scontro è stato di una violenza rara ed ha visto l’uso sia di colpi di artiglieria che di veicoli kamikaze da parte del nemico», ha detto il portavoce dei militari. Il Colonnello ha anche aggiunto che almeno 12 soldati sono stati feriti e molti risultano dispersi. Il numero dei dispersi sarebbe pari a 30, per cui il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi. «I terroristi hanno bombardato il campo con proiettili e colpi di mortaio per provocare un gran numero di vittime», ha dichiarato una fonte militare ad AFP. A causa della tragedia, il Presidente Mahamadou Issoufou ha lasciato una conferenza internazionale sullo sviluppo, sulla pace e sulla sicurezza in Africa a cui stava partecipando e che si stava tenendo in Egitto.

La minaccia jihadista in Niger non prende di mira solo l’esercito, i miliziani cercano di stabilire il controllo sul territorio attaccando anche i civili. Due capi villaggio sarebbero stati ammazzati nell’ultimo anno, secondo quanto riportano le fonti locali. Questa situazione ha causato la fuga di centinaia di persone dalla capitale Niamey e da altre città dell’area.

La minaccia jihadista è sempre maggiore e proviene da miliziani legati al sedicente Stato Islamico o ad al Qaeda, molto attivi nella regione del Sahel. L’onda di violenze che ha colpito Mali e Burkina Faso si è estesa al Niger attraverso i confini molto porosi che il Paese condivide con i due vicini e nonostante le truppe dispiegate dal 2015 nello sforzo di combattere il terrorismo. In questo momento il Niger è attaccato su due fronti. A sud-est, la regione di Diffa è colpita spesso dagli uomini della Provincia dello Stato Islamico dell’Africa Occidetale, che sono di base in Nigeria. Allo stesso tempo, i jihadisti di base in Mali, compresi alcuni affiliati ad al Qaeda, sono attivi nell’ovest del Niger e in generale nel Sahel, dove sono presenti molti altri gruppi armati. Uno di questi è JNIM (Support Group for Islam and Muslims), che è nato nel marzo del 2017 da una serie di gruppi più piccoli, inclusi al-Qaeda in the Islamic Maghreb, Ansar Dine e al-Mourabitoun. La leadership di JNIM ha giurato fedeltà al capo di al Qaeda Ayman al-Zawahiri.

A causa dell’attacco in Niger, il presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sapere di voler posticipare il vertice previsto per il 16 dicembre a Pau, nel sud-ovest della Francia, dedicato all’operazione Barkhane e al G5 Sahel, il dispositivo militare congiunto tra Mali, Mauritania, Niger, Burkina Faso e Ciad. Lo riferisono il settimanale francese “Le Point” e Agenzia Nova. Durante il vertice della Nato, che si è tenuto a Londra il 4 e 5 dicembre scorso, Macron ha annunciato l’organizzazione del summit che servirà a “chiarire” le posizioni dei Paesi del G5 Sahel. Macron ha parlato al telefono con il suo omologo nigerino Mahamadou Issoufou ed entrambi si sono accordati per il rinvio dell’incontro, che secondo le previsioni dovrebbe tenersi “all’inizio del 2020”, così come ha riferito l’Eliseo. A novembre il Capo di Stato fancese ha detto che la  Francia confermerà e consoliderà il proprio impegno per il Sahel. Parigi sta pensando anche alla creazione di Tacouba, un’operazione a cui dovrebbero prendere parte le forze speciali di alcuni Paesi europei a supporto dell’esercito del Mali, da disporre a partire dalla seconda metà del 2020. L’Estonia è stato il primo Paese a dare la propria adesione all’operazione. Il mese scorso 13 soldati francesi sono morti in un incidente in Mali.

 

PHOTO: Nigerien soldiers wait for instructions before attacking a enemy command and control node, during training at Camp Po, Burkina Faso, on Feb. 20, 2019, during Flintlock 19. Flintlock is an annual special operations and State Department exercise involving more than 2,000 soldiers, airmen, naval and police forces from more than 30 nations. Lessons learned at Flintlock strengthen global security institutions, promote multinational sharing of information, and develop interoperability among western and partner nations in North and West Africa. (Army photo by Richard Bumgardner)