Albania
Europa
Ex Paese comunista allineato all’Unione Sovietica prima e alla Cina di Mao in un secondo momento, l’Albania oggi è uscita dall’isolamento internazionale cui l’aveva costretta Enver Hoxha nel 1991. La caduta del regime comunista, però, in assenza di un retaggio democratico nella propria storia, non ha portato il cambiamento voluto. Gli esponenti della classe politica, eredi del regime di Hoxha, si sono distinti per corruzione e poca predisposizione per i meccanismi democratici e, dal 1991 a oggi, le elezioni sono state caratterizzate in varia misura da brogli e manipolazioni. Il sostegno offerto da Tirana all’intervento della NATO in Kosovo nel 1999 ha riaperto le porte dell’Europa al Paese, che ha potuto godere di concreti aiuti economici. Le elezioni del 2005 hanno portato al potere Sali Berisha (Partito Democratico Albanese), riconfermato nel 2009, anno in cui l’Albania è entrata a far parte della NATO. Alle elezioni del 2013, il partito che ha dominato la scena politica dagli anni '90 è stato scalzato dai socialisti di Edi Rama, alla testa della coalizione Alleanza per un'Albania europea.
Pur essendo uscito da una dittatura comunista in condizioni di estrema arretratezza, il Paese è riuscito lentamente a riavviare la propria economia, grazie soprattutto all’apertura verso l’esterno che ha fatto affluire aiuti dall’UE e dagli Stati Uniti, oltre alle rimesse dall’estero. Nonostante la crisi mondiale, l’Albania ha avuto una crescita economica positiva costante, continuando sulla strada del consolidamento dell’economia di mercato. Il settore dominante è ancora quello agricolo, che dà lavoro a oltre il 47% della popolazione. Per quanto riguarda l’interscambio, nel 2011 le esportazioni albanesi totali hanno mantenuto un notevole ritmo di crescita, con l’industria manifatturiera da prodotti semilavorati come principale voce dell’export albanese. È stata registrata anche una forte crescita delle importazioni albanesi, aumentate di circa il 20%. L’Italia si riconferma come il primo partner commerciale in assoluto. Il volume degli scambi con l’Italia rappresenta, inoltre, il 55% del totale dell’interscambio con il mercato dell’Unione Europea.
La presenza di livello di corruzione, clientelismo e nepotismo ancora significativi condiziona il buon funzionamento non solo della macchina politica, ma anche di quella amministrativa e giudiziaria, con conseguenti ripercussioni anche sull’economia. Per questo motivo, nel 2012 l’UE ha stanziato fondi per sostenere il sistema giudiziario nella lotta alla corruzione. Secondo punto di criticità è il conflitto politico e sociale che è spesso sfociato in aperta violenza e che ha portato il paese sull’orlo della guerra civile nel 1997, quando scoppiò lo scandalo delle piramidi finanziarie. La persistente tensione - già riemersa durante le elezioni politiche del 2009 e poi nelle amministrative del 2011 - è stato uno dei fattori che ha impedito all’Albania di essere qualificata come paese candidato all’Unione Europea.
Capitale: Tirana
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 28.748 km²
Popolazione: 3.011.405
Religioni: islamica (70%), ortodossa (20%)
Lingue: albanese, italiano, inglese
Moneta: lek (ALL)
PIL: 8.000 USD
Livello di criticità: Medio
Ex Paese comunista allineato all’Unione Sovietica prima e alla Cina di Mao in un secondo momento, l’Albania oggi è uscita dall’isolamento internazionale cui l’aveva costretta Enver Hoxha nel 1991. La caduta del regime comunista, però, in assenza di un retaggio democratico nella propria storia, non ha portato il cambiamento voluto. Gli esponenti della classe politica, eredi del regime di Hoxha, si sono distinti per corruzione e poca predisposizione per i meccanismi democratici e, dal 1991 a oggi, le elezioni sono state caratterizzate in varia misura da brogli e manipolazioni. Il sostegno offerto da Tirana all’intervento della NATO in Kosovo nel 1999 ha riaperto le porte dell’Europa al Paese, che ha potuto godere di concreti aiuti economici. Le elezioni del 2005 hanno portato al potere Sali Berisha (Partito Democratico Albanese), riconfermato nel 2009, anno in cui l’Albania è entrata a far parte della NATO. Alle elezioni del 2013, il partito che ha dominato la scena politica dagli anni '90 è stato scalzato dai socialisti di Edi Rama, alla testa della coalizione Alleanza per un'Albania europea.
Pur essendo uscito da una dittatura comunista in condizioni di estrema arretratezza, il Paese è riuscito lentamente a riavviare la propria economia, grazie soprattutto all’apertura verso l’esterno che ha fatto affluire aiuti dall’UE e dagli Stati Uniti, oltre alle rimesse dall’estero. Nonostante la crisi mondiale, l’Albania ha avuto una crescita economica positiva costante, continuando sulla strada del consolidamento dell’economia di mercato. Il settore dominante è ancora quello agricolo, che dà lavoro a oltre il 47% della popolazione. Per quanto riguarda l’interscambio, nel 2011 le esportazioni albanesi totali hanno mantenuto un notevole ritmo di crescita, con l’industria manifatturiera da prodotti semilavorati come principale voce dell’export albanese. È stata registrata anche una forte crescita delle importazioni albanesi, aumentate di circa il 20%. L’Italia si riconferma come il primo partner commerciale in assoluto. Il volume degli scambi con l’Italia rappresenta, inoltre, il 55% del totale dell’interscambio con il mercato dell’Unione Europea.
La presenza di livello di corruzione, clientelismo e nepotismo ancora significativi condiziona il buon funzionamento non solo della macchina politica, ma anche di quella amministrativa e giudiziaria, con conseguenti ripercussioni anche sull’economia. Per questo motivo, nel 2012 l’UE ha stanziato fondi per sostenere il sistema giudiziario nella lotta alla corruzione. Secondo punto di criticità è il conflitto politico e sociale che è spesso sfociato in aperta violenza e che ha portato il paese sull’orlo della guerra civile nel 1997, quando scoppiò lo scandalo delle piramidi finanziarie. La persistente tensione - già riemersa durante le elezioni politiche del 2009 e poi nelle amministrative del 2011 - è stato uno dei fattori che ha impedito all’Albania di essere qualificata come paese candidato all’Unione Europea.