Austria
Europa
Divenuta una repubblica in seguito al disfacimento dell’Impero austro-ungarico seguito alla fine della prima guerra mondiale, l’Austria viene annessa alla Germania nel 1938 e, con la sconfitta nazista nel 1945, viene occupata dalle forze alleate per un decennio. Il Paese ritorna indipendente nel 1955, dopo aver approvato la dichiarazione di neutralità perenne, elemento che contraddistingue tuttora la politica estera austriaca. Nel 1995, grazie a un referendum, l’Austria entra nell’Unione Europea e, nel 1999, aderisce all’euro. La scena politica del Paese - dominata per trent’anni (dal 1970) dai socialdemocratici dell’SPÖ - vede emergere, nell’autunno 1999, i popolari dell’ÖVP e i liberali dell’FPÖ. Da allora, sebbene l’SPÖ sia rimasta la principale formazione politica, un susseguirsi di fragili coalizioni hanno portato per ben due volte a elezioni anticipate, e i partiti di destra - l’FPÖ e il neonato BZÖ - hanno acquisito consensi crescenti.Una nuova controversia ha diviso la coalizione di governo relativamente al referendum, del gennaio 2013, votato in larga maggioranza a favore del mantenimento del servizio militare obbligatorio, in controtendenza rispetto al resto dei paesi europei.Nel 2016 la carica di cancelliere è stato assunta dal socialdemocratico Christian Kern, che il 17 maggio ha prestato giuramento sostituendo Werner Faymann, dimessosi dopo la pesante sconfitta del Partito Socialdemocratico Austriaco (SPO) al primo turno delle elezioni presidenziali del 24 aprile. Kern ha formato un governo di grande coalizione con il Partito Popolare Austriaco (OVP). Il ballottaggio delle presidenziali del 22 maggio è stato vinto con uno scarto minimo dal candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen che ha battuto il candidato del partito di estrema destra FPOE (Partito della Libertà) Norbert Hofer. L’esito del voto è stato però invalidato dalla Corte Costituzionale austriaca a causa di irregolarità nello scrutinio dei voti per corrispondenza. Nuove elezioni si sono tenute il 4 dicembre del 2016. Van der Bellen è stato eletto presidente con il 53% dei consensi.
Con un settore terziario fortemente sviluppato, su cui poggia quasi il 70% dell’economia del Paese, e una fiorente industria che costituisce oltre il 25% del Pil (chimica, siderurgica e, in particolare, meccanica: la produzione di motori e ingranaggi supera il 90% delle esportazioni, con la Germania che rappresenta un mercato chiave), l’Austria è stata in grado di contenere la crisi finanziaria del 2008. Anche grazie ad alcune misure del governo (orari di lavoro ridotti per arginare la disoccupazione e nazionalizzazione di alcuni istituti finanziari, che sono stati i più colpiti dalla crisi), il Pil si è contratto del 4% nel 2009, ma è tornato a crescere negli anni successivi. Il debito pubblico, attualmente, è pari a circa il 70% del Pil: il piano di austerity approvato nel marzo 2012 è finalizzato al raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2016.
Non sussistono particolari criticità legate a fenomeni terroristici, corruzione o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Le principali città - nel complesso molto sicure - sono tuttavia interessate da fenomeni di microcriminalità annoverabili nella norma. Elementi di criticità potrebbero essere costituiti, pur se in maniera circoscritta, da manifestazioni, disordini e attentati legati all’attività di gruppi neonazisti e di estrema destra.
Capitale: Vienna
Ordinamento: Repubblica federale
Superficie: 83.871 km²
Popolazione: 8.219.743
Religioni: cattolica (73%), protestante (5%)
Lingue: tedesco, turco
Moneta: euro (EUR)
PIL: 42.400 USD
Livello di criticità: Basso
Divenuta una repubblica in seguito al disfacimento dell’Impero austro-ungarico seguito alla fine della prima guerra mondiale, l’Austria viene annessa alla Germania nel 1938 e, con la sconfitta nazista nel 1945, viene occupata dalle forze alleate per un decennio. Il Paese ritorna indipendente nel 1955, dopo aver approvato la dichiarazione di neutralità perenne, elemento che contraddistingue tuttora la politica estera austriaca. Nel 1995, grazie a un referendum, l’Austria entra nell’Unione Europea e, nel 1999, aderisce all’euro. La scena politica del Paese - dominata per trent’anni (dal 1970) dai socialdemocratici dell’SPÖ - vede emergere, nell’autunno 1999, i popolari dell’ÖVP e i liberali dell’FPÖ. Da allora, sebbene l’SPÖ sia rimasta la principale formazione politica, un susseguirsi di fragili coalizioni hanno portato per ben due volte a elezioni anticipate, e i partiti di destra - l’FPÖ e il neonato BZÖ - hanno acquisito consensi crescenti.Una nuova controversia ha diviso la coalizione di governo relativamente al referendum, del gennaio 2013, votato in larga maggioranza a favore del mantenimento del servizio militare obbligatorio, in controtendenza rispetto al resto dei paesi europei.Nel 2016 la carica di cancelliere è stato assunta dal socialdemocratico Christian Kern, che il 17 maggio ha prestato giuramento sostituendo Werner Faymann, dimessosi dopo la pesante sconfitta del Partito Socialdemocratico Austriaco (SPO) al primo turno delle elezioni presidenziali del 24 aprile. Kern ha formato un governo di grande coalizione con il Partito Popolare Austriaco (OVP). Il ballottaggio delle presidenziali del 22 maggio è stato vinto con uno scarto minimo dal candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen che ha battuto il candidato del partito di estrema destra FPOE (Partito della Libertà) Norbert Hofer. L’esito del voto è stato però invalidato dalla Corte Costituzionale austriaca a causa di irregolarità nello scrutinio dei voti per corrispondenza. Nuove elezioni si sono tenute il 4 dicembre del 2016. Van der Bellen è stato eletto presidente con il 53% dei consensi.
Con un settore terziario fortemente sviluppato, su cui poggia quasi il 70% dell’economia del Paese, e una fiorente industria che costituisce oltre il 25% del Pil (chimica, siderurgica e, in particolare, meccanica: la produzione di motori e ingranaggi supera il 90% delle esportazioni, con la Germania che rappresenta un mercato chiave), l’Austria è stata in grado di contenere la crisi finanziaria del 2008. Anche grazie ad alcune misure del governo (orari di lavoro ridotti per arginare la disoccupazione e nazionalizzazione di alcuni istituti finanziari, che sono stati i più colpiti dalla crisi), il Pil si è contratto del 4% nel 2009, ma è tornato a crescere negli anni successivi. Il debito pubblico, attualmente, è pari a circa il 70% del Pil: il piano di austerity approvato nel marzo 2012 è finalizzato al raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2016.
Non sussistono particolari criticità legate a fenomeni terroristici, corruzione o ad altri rischi di natura sanitaria e ambientale. Le principali città - nel complesso molto sicure - sono tuttavia interessate da fenomeni di microcriminalità annoverabili nella norma. Elementi di criticità potrebbero essere costituiti, pur se in maniera circoscritta, da manifestazioni, disordini e attentati legati all’attività di gruppi neonazisti e di estrema destra.