Botswana
Africa
Protettorato britannico dalla fine dell’Ottocento, il Paese venne amministrato dagli inglesi con il nome di Bechuanaland fino al 1966, quando ottenne l’indipendenza grazie anche all’attivazione, negli anni Cinquanta, del movimento indipendentista organizzato sotto il BPP (Partito democratico del Botswana, ancora oggi al governo). Dall’indipendenza in poi, il Botswana vive una storia politica sostanzialmente tranquilla, che ne fa di fatto una democrazia multipartitica relativamente stabile, in cui si registrano in maniera molto più limitata che nel resto dell’Africa corruzione o violazioni dei diritti umani. Alle prime elezioni a suffragio universale, indette nel 1965, diviene presidente del nuovo Stato indipendente l’allora leader del BPP, il “Padre della Patria” Seretse Khama, che resta al potere fino alla sua morte nel 1980. Gli succede il vice presidente Quett Ketumile Joni Masire, che nel 1998 abdica in favore di Festus Gontebanye Mogae. Questi, rieletto per un secondo mandato nel 2004, si dimette nel 2008 lasciando il potere nelle mani di Seretse Ian Khama, figlio di Seretse Khama, che da allora governa il Paese nonostante le incertezze circa la sua preparazione.
A partire dagli anni Settanta, pochi anni dopo l’indipendenza dal Regno Unito, la scoperta dei diamanti rivoluziona l’economia del Paese rendendo la Pula la moneta più forte dell’Africa e fornendo al Botswana enormi riserve di valuta estera (il tasso di crescita è stato fra i più elevati al mondo fino al 1991). Negli ultimi anni, il governo ha cercato di ridurre la dipendenza economica del Paese dai diamanti, soprattutto dopo il crollo del mercato internazionale delle pietre preziose del 1999 (il Botswana ne rimane il terzo produttore mondiale e i suoi giacimenti di Orapa sono i secondi al mondo). Allo sfruttamento di rame e nichel, si è aggiunto quello di carbone, cobalto e sodio. Più recentemente sono stati scoperti anche giacimenti di petrolio. L’agricoltura contribuisce solo per l’1,9% alla formazione del Pil (sorgo, mais, miglio e cotone). Le esportazioni - quasi totalmente di minerali - sono dirette ai Paesi dell’UE. Nonostante il Pil pro capite sia nettamente superiore rispetto a quello dei Paesi limitrofi, la ripartizione della ricchezza interna resta disomogenea, con differenze enormi fra i salari dei lavoratori del settore minerario e quelli di agricoltori e allevatori. L’inflazione si attesta al 7,5%.
La popolazione del Botswana non è incline ad agitazioni sociali. Nel Paese non si registrano bande locali, gruppi armati di terroristi né tantomeno collegamenti con il terrorismo internazionale. Gli unici rischi sono rappresentati dall’aumento della microcriminalità e dalla detenzione illegale di armi soprattutto nella capitale, a Francistown, Maun e nell’area turistica del Chobe. Nelle principali città (Gaborone e Francistown) non sussistono particolari rischi di contrarre malattie presenti in Africa ad eccezione dell’Aids, che ha in Botswana ha un forte tasso di incidenza (stime UNAIDS/WHO del 2010 attestano che oltre il 24% della popolazione è affetto da HIV). Inoltre, nelle zone del delta dell’Okavango e del Parco nazionale di Chobe, a nord del Paese, e del Tuli Block, ad est, è presente la malaria che si accentua in particolare dopo la stagione delle piogge.
Capitale: Gaborone
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 581.730 km²
Popolazione: 2.127.825
Religioni: cristiana (71%), badimo (7%)
Lingue: inglese (ufficiale), setswana, altre
Moneta: Pula (BWP)
PIL: 17.100 USD
Livello di criticità: Medio
Protettorato britannico dalla fine dell’Ottocento, il Paese venne amministrato dagli inglesi con il nome di Bechuanaland fino al 1966, quando ottenne l’indipendenza grazie anche all’attivazione, negli anni Cinquanta, del movimento indipendentista organizzato sotto il BPP (Partito democratico del Botswana, ancora oggi al governo). Dall’indipendenza in poi, il Botswana vive una storia politica sostanzialmente tranquilla, che ne fa di fatto una democrazia multipartitica relativamente stabile, in cui si registrano in maniera molto più limitata che nel resto dell’Africa corruzione o violazioni dei diritti umani. Alle prime elezioni a suffragio universale, indette nel 1965, diviene presidente del nuovo Stato indipendente l’allora leader del BPP, il “Padre della Patria” Seretse Khama, che resta al potere fino alla sua morte nel 1980. Gli succede il vice presidente Quett Ketumile Joni Masire, che nel 1998 abdica in favore di Festus Gontebanye Mogae. Questi, rieletto per un secondo mandato nel 2004, si dimette nel 2008 lasciando il potere nelle mani di Seretse Ian Khama, figlio di Seretse Khama, che da allora governa il Paese nonostante le incertezze circa la sua preparazione.
A partire dagli anni Settanta, pochi anni dopo l’indipendenza dal Regno Unito, la scoperta dei diamanti rivoluziona l’economia del Paese rendendo la Pula la moneta più forte dell’Africa e fornendo al Botswana enormi riserve di valuta estera (il tasso di crescita è stato fra i più elevati al mondo fino al 1991). Negli ultimi anni, il governo ha cercato di ridurre la dipendenza economica del Paese dai diamanti, soprattutto dopo il crollo del mercato internazionale delle pietre preziose del 1999 (il Botswana ne rimane il terzo produttore mondiale e i suoi giacimenti di Orapa sono i secondi al mondo). Allo sfruttamento di rame e nichel, si è aggiunto quello di carbone, cobalto e sodio. Più recentemente sono stati scoperti anche giacimenti di petrolio. L’agricoltura contribuisce solo per l’1,9% alla formazione del Pil (sorgo, mais, miglio e cotone). Le esportazioni - quasi totalmente di minerali - sono dirette ai Paesi dell’UE. Nonostante il Pil pro capite sia nettamente superiore rispetto a quello dei Paesi limitrofi, la ripartizione della ricchezza interna resta disomogenea, con differenze enormi fra i salari dei lavoratori del settore minerario e quelli di agricoltori e allevatori. L’inflazione si attesta al 7,5%.
La popolazione del Botswana non è incline ad agitazioni sociali. Nel Paese non si registrano bande locali, gruppi armati di terroristi né tantomeno collegamenti con il terrorismo internazionale. Gli unici rischi sono rappresentati dall’aumento della microcriminalità e dalla detenzione illegale di armi soprattutto nella capitale, a Francistown, Maun e nell’area turistica del Chobe. Nelle principali città (Gaborone e Francistown) non sussistono particolari rischi di contrarre malattie presenti in Africa ad eccezione dell’Aids, che ha in Botswana ha un forte tasso di incidenza (stime UNAIDS/WHO del 2010 attestano che oltre il 24% della popolazione è affetto da HIV). Inoltre, nelle zone del delta dell’Okavango e del Parco nazionale di Chobe, a nord del Paese, e del Tuli Block, ad est, è presente la malaria che si accentua in particolare dopo la stagione delle piogge.