Brasile
Sud America
Colonia portoghese fino al 1821, il Brasile è lo Stato più grande ed economicamente più sviluppato dell’America Latina. Il primo presidente della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile (nome poi cambiato in Repubblica Federale del Brasile) è Deodoro da Fonseca, che aveva guidato il colpo di stato del 1889 facendo cadere l’imperatore Pietro II. Nel 1930, a seguito di una grande recessione economica, Getúlio Vargas, capo di un movimento rivoluzionario, diventa presidente della Repubblica e instaura una dittatura di ispirazione fascista (“Estado Novo”). Suicidatosi nel corso di un colpo di stato nel 1954, gli succede nel 1956 il social democratico Juscelino Kubitschek, cui segue tra il 1961 e il 1964 João Goulart del partito cristiano democratico. Tra il 1964 e il 1969 viene instaurata la cosiddetta dittatura dei gorillas, guidata dal maresciallo Humberto de Alencar Castelo Branco. Per le prime elezioni libere si deve attendere il 1989. A vincerle è Fernando Collor de Mello, leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale. Dal 1992 al 1995 ci fu la presidenza di Itamar Augusto Cautiero Franco, cui seguono Fernando Henrique Cardoso e, nel 2003, Luiz Inácio Lula da Silva, esponente del partito operaio (Partido dos Trabalhadores). Nelle elezioni del 2010 Dilma Rousseff, altro esponente del partito operaio, con un passato da ex guerrigliera imprigionata durante la dittatura ed ex Ministro dell’Energia e delle Miniere durante il governo di Lula, è stata eletta presidente. La Rousseff è stata confermata per un secondo mandato nel 2014. Successivamente, il 12 maggio del 2016, è stata sospesa dal suo incarico a causa di una procedura di impeachment nei suoi confronti per cui hanno votato a favore entrambe le camere del parlamento brasiliano. La Rousseff è accusata di violazioni della normativa fiscale compiute tra il 2014 e il 2015 dalla sua amministrazione per mascherare problemi di bilancio. Sul voto di sfiducia ha pesato anche il suo coinvolgimento nello scandalo Petrobras che ha investito importanti figure del governo e dei partiti d'opposizione e l’ex presidente Lula. L’incarico di presidente è stato assunto temporaneamente per 180 giorni dal vice presidente Michel Temer in attesa del verdetto definitivo del Senato.
Con un enorme potenziale di risorse umane e naturali, il Brasile possiede di gran lunga la più importante economia tra i Paesi del Sud America, la sesta a livello mondiale. Il Paese fa parte dei Brics, insieme a Russia, India, Cina e Sud Africa. La sua rapida crescita a partire dal 2006 è stata sostenuta dagli ingenti investimenti di capitali stranieri (inflazione al 5.5%). Tra le colture più importanti vi è il caffè, di cui il Brasile è il primo produttore al mondo. Si coltivano anche canna da zucchero, soia, arachidi, ricino, lino, banane, agrumi, ananassi, noci di cocco e uva. Si ricordano ancora il tè e soprattutto il tabacco. il Brasile possiede un patrimonio bovino in forte espansione ed è in forte crescita anche la pesca. I principali settori industriali sono quelli metallurgico, chimico, tessile, alimentare, meccanico (automobili, aerospazio) ed elettronico (radiotecnica, microelettronica). Il Paese dispone di grandi risorse minerarie: cristallo di rocca, cromite, zirconio; manganese, magnesite, cassiterite, bauxite, nichel, uranio, titanio, amianto, fosfati, tungsteno, oro, diamanti e pietre preziose. Non particolarmente abbondanti sono invece le fonti energetiche mentre è enorme il potenziale idroelettrico. Promettente è anche il settore dell’energia nucleare. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Argentina, Cina, Germania, Nigeria, Giappone, Corea del Sud, Cile, Paesi Bassi, Messico, Francia e Italia.
Il rischio maggiore in Brasile è dato dalla criminalità organizzata, per la quale si registra una crescita degli episodi a danno degli stranieri specie nelle periferie delle grandi città e nelle aree degradate denominate favelas. A Rio de Janeiro il pericolo si estende ai quartieri centrali e meridionali (Barra da Tijuca, Copacabana, Ipanema e Leblon). Elevato è il rischio anche a San Paolo. La Capitale Brasilia, invece, è maggiormente presidiata dalle forze di sicurezza. Nel Paese non sono attivi gruppi terroristici interni ed è ridotta la presenza di bande illegali al confine meridionale con Argentina e Paraguay e al nord al confine con la Colombia. Esse sono impegnate in attività transfrontaliere quali il contrabbando e il traffico di droga e armi. Episodi di violenza legati a proteste di natura politica (lavoro, aumento dei prezzi dei beni di prima necessità) si sono verificati su tutto il territorio e in modo particolare nella capitale e nelle grandi città. Basso è il rischio di terrorismo internazionale ma vi è la possibilità che si verifichino proteste di natura politica che possono eventualmente degenerare in scontri tra manifestanti e forze di polizia. Esiste un alto rischio di contrarre la malaria nella maggior parte delle aree forestali (Stati di Acre, Amapá, Amazonas, ovest del Maranhão, nord del Mato Grosso, Pará Rondônia, Roraima e a ovest del Tocantins). In costante aumento in gran parte del Paese anche i casi di febbre dengue, in modo particolare nelle zone costiere del Nord Est.
Capitale: Brasilia
Ordinamento: Repubblica federale
Superficie: 8.514.877 km²
Popolazione: 199.321.413
Religioni: cattolica (74%), protestante (15%)
Lingue: portoghese
Moneta: Real brasiliano (BRL)
PIL: 12.000 USD
Livello di criticità: Basso
Colonia portoghese fino al 1821, il Brasile è lo Stato più grande ed economicamente più sviluppato dell’America Latina. Il primo presidente della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile (nome poi cambiato in Repubblica Federale del Brasile) è Deodoro da Fonseca, che aveva guidato il colpo di stato del 1889 facendo cadere l’imperatore Pietro II. Nel 1930, a seguito di una grande recessione economica, Getúlio Vargas, capo di un movimento rivoluzionario, diventa presidente della Repubblica e instaura una dittatura di ispirazione fascista (“Estado Novo”). Suicidatosi nel corso di un colpo di stato nel 1954, gli succede nel 1956 il social democratico Juscelino Kubitschek, cui segue tra il 1961 e il 1964 João Goulart del partito cristiano democratico. Tra il 1964 e il 1969 viene instaurata la cosiddetta dittatura dei gorillas, guidata dal maresciallo Humberto de Alencar Castelo Branco. Per le prime elezioni libere si deve attendere il 1989. A vincerle è Fernando Collor de Mello, leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale. Dal 1992 al 1995 ci fu la presidenza di Itamar Augusto Cautiero Franco, cui seguono Fernando Henrique Cardoso e, nel 2003, Luiz Inácio Lula da Silva, esponente del partito operaio (Partido dos Trabalhadores). Nelle elezioni del 2010 Dilma Rousseff, altro esponente del partito operaio, con un passato da ex guerrigliera imprigionata durante la dittatura ed ex Ministro dell’Energia e delle Miniere durante il governo di Lula, è stata eletta presidente. La Rousseff è stata confermata per un secondo mandato nel 2014. Successivamente, il 12 maggio del 2016, è stata sospesa dal suo incarico a causa di una procedura di impeachment nei suoi confronti per cui hanno votato a favore entrambe le camere del parlamento brasiliano. La Rousseff è accusata di violazioni della normativa fiscale compiute tra il 2014 e il 2015 dalla sua amministrazione per mascherare problemi di bilancio. Sul voto di sfiducia ha pesato anche il suo coinvolgimento nello scandalo Petrobras che ha investito importanti figure del governo e dei partiti d'opposizione e l’ex presidente Lula. L’incarico di presidente è stato assunto temporaneamente per 180 giorni dal vice presidente Michel Temer in attesa del verdetto definitivo del Senato.
Con un enorme potenziale di risorse umane e naturali, il Brasile possiede di gran lunga la più importante economia tra i Paesi del Sud America, la sesta a livello mondiale. Il Paese fa parte dei Brics, insieme a Russia, India, Cina e Sud Africa. La sua rapida crescita a partire dal 2006 è stata sostenuta dagli ingenti investimenti di capitali stranieri (inflazione al 5.5%). Tra le colture più importanti vi è il caffè, di cui il Brasile è il primo produttore al mondo. Si coltivano anche canna da zucchero, soia, arachidi, ricino, lino, banane, agrumi, ananassi, noci di cocco e uva. Si ricordano ancora il tè e soprattutto il tabacco. il Brasile possiede un patrimonio bovino in forte espansione ed è in forte crescita anche la pesca. I principali settori industriali sono quelli metallurgico, chimico, tessile, alimentare, meccanico (automobili, aerospazio) ed elettronico (radiotecnica, microelettronica). Il Paese dispone di grandi risorse minerarie: cristallo di rocca, cromite, zirconio; manganese, magnesite, cassiterite, bauxite, nichel, uranio, titanio, amianto, fosfati, tungsteno, oro, diamanti e pietre preziose. Non particolarmente abbondanti sono invece le fonti energetiche mentre è enorme il potenziale idroelettrico. Promettente è anche il settore dell’energia nucleare. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Argentina, Cina, Germania, Nigeria, Giappone, Corea del Sud, Cile, Paesi Bassi, Messico, Francia e Italia.
Il rischio maggiore in Brasile è dato dalla criminalità organizzata, per la quale si registra una crescita degli episodi a danno degli stranieri specie nelle periferie delle grandi città e nelle aree degradate denominate favelas. A Rio de Janeiro il pericolo si estende ai quartieri centrali e meridionali (Barra da Tijuca, Copacabana, Ipanema e Leblon). Elevato è il rischio anche a San Paolo. La Capitale Brasilia, invece, è maggiormente presidiata dalle forze di sicurezza. Nel Paese non sono attivi gruppi terroristici interni ed è ridotta la presenza di bande illegali al confine meridionale con Argentina e Paraguay e al nord al confine con la Colombia. Esse sono impegnate in attività transfrontaliere quali il contrabbando e il traffico di droga e armi. Episodi di violenza legati a proteste di natura politica (lavoro, aumento dei prezzi dei beni di prima necessità) si sono verificati su tutto il territorio e in modo particolare nella capitale e nelle grandi città. Basso è il rischio di terrorismo internazionale ma vi è la possibilità che si verifichino proteste di natura politica che possono eventualmente degenerare in scontri tra manifestanti e forze di polizia. Esiste un alto rischio di contrarre la malaria nella maggior parte delle aree forestali (Stati di Acre, Amapá, Amazonas, ovest del Maranhão, nord del Mato Grosso, Pará Rondônia, Roraima e a ovest del Tocantins). In costante aumento in gran parte del Paese anche i casi di febbre dengue, in modo particolare nelle zone costiere del Nord Est.