Cambogia
Asia sud-est
Segnata da decenni di conflitto e guerriglie, solo di recente la Cambogia ha raggiunto una relativa stabilità. Durante il protettorato francese, il Paese subisce l’occupazione del Giappone a cavallo della seconda guerra mondiale e ottiene l’indipendenza nel 1953. Negli anni Sessanta il capo di Stato cambogiano Norodon Sihanouk stringe un’allenza con i Khmer Rossi (organizzazione politica comunista), a loro volta alleati dei Viet Cong, in guerra contro gli Stati Uniti intervenuti nel conflitto vietnamita. Questo implica attacchi militari da parte dell’esercito americano contro la Cambogia e successivamente, a conflitto risolto, una presa di potere da parte dei Khmer che nel 1975 occupano la capitale Phnom Penh. Rinominato Kampuchea Democratica, il Paese viene governato per quattro anni dai Khmer per poi essere dominato dal Vietnam dal 1979 al 1989 sotto il nome di Repubblica Popolare di Kampuchea. A seguito del ritiro delle truppe vietnamite, nel 1991 nel Paese viene imposta dall’Onu un’autorità transitoria (UNTAC). Le elezioni generali del 1993 stabiliscono il ripristino della monarchia e la carica reale a Sihanouk. Il Principe Norodom Ranariddh assume l’incarico di primo ministro. Le elezioni (relativamente pacifiche) del 1998, del 2003, del 2008 e del 2013, con la vittoria consecutiva della coalizione formata dal CPP (Partito Popolare Cambogiano), vedono l’affermarsi di Hun Sen come Primo Ministro, tuttora in carica. Dal 2004 invece, con l’abdicazione di Re Sihanouk, succede al trono il figlio Norodom Sihamoni.
Tra i Paesi dell’Indocina, la Cambogia è quello che ha risentito maggiormente del conflitto vietnamita, vedendo di fatto paralizzato il processo di modernizzazione delle proprie strutture economiche fino all’inizio degli anni Novanta, al termine dell’occupazione. Nonostante i finanziamenti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, l’economia del Paese stenta a crescere, la corruzione dilaga a livello pubblico e privato e la povertà rimane diffusissima. L’agricoltura ruota attorno alla coltivazione e alla commercializzazione del riso, seguito da manioca, mais, banane, canna da zucchero, soia, noci di cocco e arance. È rilevante anche la produzione di gomma. Secondo le previsioni dell’Onu, della Banca Mondiale e dell’Università di Harvard, la Cambogia potrebbe diventare protagonista del mercato mondiale dell’energia a livello regionale. Il Governo ha informato inoltre che inizierà a estrarre bauxite, oro, ferro e gemme preziose nel nord del Paese. Il terziario è in crescita grazie al turismo culturale (la località più attrattiva è il sito di Angkor) e all’ecoturismo. I traffici commerciali avvengono soprattutto con altri Paesi asiatici (Cina, Hong Kong, Thailandia, Taiwan), Stati Uniti, Germania e Regno Unito.
Il tasso di criminalità in Cambogia è alto e in aumento a causa delle generali condizioni di povertà in cui vive la popolazione. La situazione è aggravata dalla forte corruzione politica che lacera il tessuto governativo e manageriale (secondo il report 2012 di Transparency International sull’indice di corruzione la Cambogia è al 157esimo posto su 174 Paesi). Mentre va attenuandosi lo scontro interno, dovuto alla presenza sul territorio di varie etnie (le principali sono Khmer, Thai e Cham), restano aperte alcune dispute per questioni di frontiera. Dal 2008, quando l’Unesco ha dichiarato il Tempio Preah Vihear, al confine con la Tailandia, tra i siti Patrimonio dell’Umanità, si è riaccesa la disputa territoriale tra i due Paesi per il possesso dell’area. Oggi le forze militari sono state ritirate, ma sono comunque da evitare le aree a nord nei pressi dei templi di Preah Vihear, Ta Krabei (chiamato anche Ta Kwai) e Ta Moan (o Ta Muen). La Cambogia, inoltre, è fra i Paesi con più mine al mondo, residui della guerra civile, e bombe inesplose risalenti alla guerra del Vietnam. Nel Paese il rischio terrorismo risulta essere basso, per quanto non si escludano possibilità di infiltrazioni musulmane estremiste dai confini facilmente permeabili. Nel Paese sono diffuse alcune delle malattie tipiche dell’area asiatica: malaria, colera, dengue, tubercolosi, epatite e aids.
Capitale: Phnom Penh
Ordinamento: Monarchia parlamentare
Superficie: 181.035 km²
Popolazione: 15.205.539
Religioni: buddista (96%), islamica (2,5%)
Lingue: khmer (ufficiale), inglese e francese
Moneta: riel (KHR)
PIL: 2.400 USD
Livello di criticità: Medio
Segnata da decenni di conflitto e guerriglie, solo di recente la Cambogia ha raggiunto una relativa stabilità. Durante il protettorato francese, il Paese subisce l’occupazione del Giappone a cavallo della seconda guerra mondiale e ottiene l’indipendenza nel 1953. Negli anni Sessanta il capo di Stato cambogiano Norodon Sihanouk stringe un’allenza con i Khmer Rossi (organizzazione politica comunista), a loro volta alleati dei Viet Cong, in guerra contro gli Stati Uniti intervenuti nel conflitto vietnamita. Questo implica attacchi militari da parte dell’esercito americano contro la Cambogia e successivamente, a conflitto risolto, una presa di potere da parte dei Khmer che nel 1975 occupano la capitale Phnom Penh. Rinominato Kampuchea Democratica, il Paese viene governato per quattro anni dai Khmer per poi essere dominato dal Vietnam dal 1979 al 1989 sotto il nome di Repubblica Popolare di Kampuchea. A seguito del ritiro delle truppe vietnamite, nel 1991 nel Paese viene imposta dall’Onu un’autorità transitoria (UNTAC). Le elezioni generali del 1993 stabiliscono il ripristino della monarchia e la carica reale a Sihanouk. Il Principe Norodom Ranariddh assume l’incarico di primo ministro. Le elezioni (relativamente pacifiche) del 1998, del 2003, del 2008 e del 2013, con la vittoria consecutiva della coalizione formata dal CPP (Partito Popolare Cambogiano), vedono l’affermarsi di Hun Sen come Primo Ministro, tuttora in carica. Dal 2004 invece, con l’abdicazione di Re Sihanouk, succede al trono il figlio Norodom Sihamoni.
Tra i Paesi dell’Indocina, la Cambogia è quello che ha risentito maggiormente del conflitto vietnamita, vedendo di fatto paralizzato il processo di modernizzazione delle proprie strutture economiche fino all’inizio degli anni Novanta, al termine dell’occupazione. Nonostante i finanziamenti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, l’economia del Paese stenta a crescere, la corruzione dilaga a livello pubblico e privato e la povertà rimane diffusissima. L’agricoltura ruota attorno alla coltivazione e alla commercializzazione del riso, seguito da manioca, mais, banane, canna da zucchero, soia, noci di cocco e arance. È rilevante anche la produzione di gomma. Secondo le previsioni dell’Onu, della Banca Mondiale e dell’Università di Harvard, la Cambogia potrebbe diventare protagonista del mercato mondiale dell’energia a livello regionale. Il Governo ha informato inoltre che inizierà a estrarre bauxite, oro, ferro e gemme preziose nel nord del Paese. Il terziario è in crescita grazie al turismo culturale (la località più attrattiva è il sito di Angkor) e all’ecoturismo. I traffici commerciali avvengono soprattutto con altri Paesi asiatici (Cina, Hong Kong, Thailandia, Taiwan), Stati Uniti, Germania e Regno Unito.
Il tasso di criminalità in Cambogia è alto e in aumento a causa delle generali condizioni di povertà in cui vive la popolazione. La situazione è aggravata dalla forte corruzione politica che lacera il tessuto governativo e manageriale (secondo il report 2012 di Transparency International sull’indice di corruzione la Cambogia è al 157esimo posto su 174 Paesi). Mentre va attenuandosi lo scontro interno, dovuto alla presenza sul territorio di varie etnie (le principali sono Khmer, Thai e Cham), restano aperte alcune dispute per questioni di frontiera. Dal 2008, quando l’Unesco ha dichiarato il Tempio Preah Vihear, al confine con la Tailandia, tra i siti Patrimonio dell’Umanità, si è riaccesa la disputa territoriale tra i due Paesi per il possesso dell’area. Oggi le forze militari sono state ritirate, ma sono comunque da evitare le aree a nord nei pressi dei templi di Preah Vihear, Ta Krabei (chiamato anche Ta Kwai) e Ta Moan (o Ta Muen). La Cambogia, inoltre, è fra i Paesi con più mine al mondo, residui della guerra civile, e bombe inesplose risalenti alla guerra del Vietnam. Nel Paese il rischio terrorismo risulta essere basso, per quanto non si escludano possibilità di infiltrazioni musulmane estremiste dai confini facilmente permeabili. Nel Paese sono diffuse alcune delle malattie tipiche dell’area asiatica: malaria, colera, dengue, tubercolosi, epatite e aids.