Cile
Sud America
Divenuto indipendente dalla Spagna nel 1818, il Cile si sviluppa economicamente a partire dalla scoperta dei giacimenti minerari di Chañarcillo e con la crescita del porto di Valparaiso. Dopo il terremoto del 1960, il più potente mai registrato nella storia, che causò enormi danni e perdite umane, il Paese si trova a fronteggiare una profonda crisi economica. Nel 1970 il socialista Salvador Allende viene eletto Presidente, ma il suo governo è rovesciato tre anni dopo da un colpo di stato militare sostenuto dalla Cia e guidato dal Generale Augusto Pinochet, che instaura una dittatura durata 17 anni. Pinochet passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento. In trent’anni uccide e fa sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Víctor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai. Solo nel 1990 il Cile riesce a ritornare alla democrazia e a riacquisire stabilità politica. Nel 2006 alla guida del Paese viene eletta Michelle Bachelet, il primo presidente donna della storia del Cile, che verrà riconfermata alle elezioni del dicembre 2013 dopo il mandato affidato nel 2009 a Sebastian Piñera, politico di destra, un tempo vicino a Pinochet. Il 15 dicembre 2013 viene confermata al ballottaggio la vincita della socialista Michelle Bachelet, eletta per la seconda volta presidente del Paese.
L’economia cilena è una delle più solide del Sud America (inflazione al 3%). Per la sua stabilità politica ed economica il Paese è diventato una piattaforma che attira investimenti esteri. I principali introiti per il Paese derivano dall’estrazione e dall’esportazione di rame, molibdeno, platino ed oro. Queste materie prime vengono estratte nella parte nord del Paese. Sono presenti anche giacimenti minori di petrolio e gas nella Zona dello stretto di Magellano e nella Terra del Fuoco. Al centro e al sud sono invece molto sviluppate l’agricoltura e l’allevamento. Sono molto sviluppate anche la pesca (soprattutto l’esportazione del salmone, settore in cui è stata superata al primo posto la Norvegia) e la produzione vinicola. Le industrie si concentrano soprattutto attorno alla Capitale Santiago e nelle città di Valparaíso e Concepción. I principali partner commerciali sono USA, Cina, Brasile, Argentina, Giappone, Paesi Bassi, Corea del Sud e Italia.
Il Cile presenta un profilo di rischio tendenzialmente più basso rispetto agli altri Paesi sudamericani, sia per quanto riguarda la criminalità che il terrorismo. La violenza sociale ha subito un forte rallentamento a partire dagli anni Novanta, con la fine della dittatura di Pinochet. I gruppi di matrice marxista (Fronte Patriottico Manuel Rodriguez), nazionalista (Frente Nacionalista Patria y Libertad), l’Accion Chilena Anticomunista (ACHA) o il Commando 11 Settembre, che durante gli anni della dittatura avevano fatto ricorso ad atti terroristici, attualmente limitano i propri interventi a cortei e manifestazioni. Esiste un certo rischio di conflittualità sociale derivante dalla politica del governo in materia ambientale, che ha scatenato più volte le protese di alcune organizzazioni non governative nazionali o internazionali. Inoltre il movimento Mapuche è molto attivo a sostegno delle popolazioni indigene. Vi sono infine tuttora delle zone minate al confine con Perù e Bolivia, su alcune isole e al confine meridionale con l’Argentina. In Cile non vi sono gruppi terroristici endogeni attivi, né reti esogene o a matrice islamica nel Paese. Il Paese è a forte rischio sismico. Il terremoto del 27 febbraio 2010 (magnitudo 8.8 della scala Richter) è il quinto più forte mai registrato nel mondo. In Cile vi sono inoltre 2.900 vulcani, di cui circa 80 sono attivi. Dal punto di vista sanitario, vi è stato un sensibile aumento dei casi di febbre dengue in tutto il Paese.
Capitale: Santiago del Cile
Ordinamento: Repubblica
Superficie: 756.102 km²
Popolazione: 17.216.945
Religioni: cattolica (70%), evangelica (15%)
Lingue: spagnolo (ufficiale), mapuche
Moneta: peso cileno (CLP)
PIL: 18.700 USD
Livello di criticità: Basso
Divenuto indipendente dalla Spagna nel 1818, il Cile si sviluppa economicamente a partire dalla scoperta dei giacimenti minerari di Chañarcillo e con la crescita del porto di Valparaiso. Dopo il terremoto del 1960, il più potente mai registrato nella storia, che causò enormi danni e perdite umane, il Paese si trova a fronteggiare una profonda crisi economica. Nel 1970 il socialista Salvador Allende viene eletto Presidente, ma il suo governo è rovesciato tre anni dopo da un colpo di stato militare sostenuto dalla Cia e guidato dal Generale Augusto Pinochet, che instaura una dittatura durata 17 anni. Pinochet passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento. In trent’anni uccide e fa sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Víctor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai. Solo nel 1990 il Cile riesce a ritornare alla democrazia e a riacquisire stabilità politica. Nel 2006 alla guida del Paese viene eletta Michelle Bachelet, il primo presidente donna della storia del Cile, che verrà riconfermata alle elezioni del dicembre 2013 dopo il mandato affidato nel 2009 a Sebastian Piñera, politico di destra, un tempo vicino a Pinochet. Il 15 dicembre 2013 viene confermata al ballottaggio la vincita della socialista Michelle Bachelet, eletta per la seconda volta presidente del Paese.
L’economia cilena è una delle più solide del Sud America (inflazione al 3%). Per la sua stabilità politica ed economica il Paese è diventato una piattaforma che attira investimenti esteri. I principali introiti per il Paese derivano dall’estrazione e dall’esportazione di rame, molibdeno, platino ed oro. Queste materie prime vengono estratte nella parte nord del Paese. Sono presenti anche giacimenti minori di petrolio e gas nella Zona dello stretto di Magellano e nella Terra del Fuoco. Al centro e al sud sono invece molto sviluppate l’agricoltura e l’allevamento. Sono molto sviluppate anche la pesca (soprattutto l’esportazione del salmone, settore in cui è stata superata al primo posto la Norvegia) e la produzione vinicola. Le industrie si concentrano soprattutto attorno alla Capitale Santiago e nelle città di Valparaíso e Concepción. I principali partner commerciali sono USA, Cina, Brasile, Argentina, Giappone, Paesi Bassi, Corea del Sud e Italia.
Il Cile presenta un profilo di rischio tendenzialmente più basso rispetto agli altri Paesi sudamericani, sia per quanto riguarda la criminalità che il terrorismo. La violenza sociale ha subito un forte rallentamento a partire dagli anni Novanta, con la fine della dittatura di Pinochet. I gruppi di matrice marxista (Fronte Patriottico Manuel Rodriguez), nazionalista (Frente Nacionalista Patria y Libertad), l’Accion Chilena Anticomunista (ACHA) o il Commando 11 Settembre, che durante gli anni della dittatura avevano fatto ricorso ad atti terroristici, attualmente limitano i propri interventi a cortei e manifestazioni. Esiste un certo rischio di conflittualità sociale derivante dalla politica del governo in materia ambientale, che ha scatenato più volte le protese di alcune organizzazioni non governative nazionali o internazionali. Inoltre il movimento Mapuche è molto attivo a sostegno delle popolazioni indigene. Vi sono infine tuttora delle zone minate al confine con Perù e Bolivia, su alcune isole e al confine meridionale con l’Argentina. In Cile non vi sono gruppi terroristici endogeni attivi, né reti esogene o a matrice islamica nel Paese. Il Paese è a forte rischio sismico. Il terremoto del 27 febbraio 2010 (magnitudo 8.8 della scala Richter) è il quinto più forte mai registrato nel mondo. In Cile vi sono inoltre 2.900 vulcani, di cui circa 80 sono attivi. Dal punto di vista sanitario, vi è stato un sensibile aumento dei casi di febbre dengue in tutto il Paese.