Congo (Rep. dem.)

Africa
Colonia belga nel 1908 (nota come Congo Belga o Congo-Léopoldville), la Repubblica Democratica del Congo acquisisce l’indipendenza nel 1960, con il premier Lumumba. Tra il 1961 e il 1965 spinte autonomistiche sono represse nel sangue dal governo di Kasavubu, primo presidente del Paese. Nel 1965 Kasavubu è deposto da un colpo di Stato orchestrato dal generale Mobutu. Dal 1971 al 1997, durante l’era assolutista di Mobutu, il Paese è noto col nome di Zaire. Tra il 1996 e il 2003 il Congo è colpito da due guerre: la prima (1996-1997) porta alla vittoria le forze ribelli ruandesi e ugandesi coalizzate sotto il comando di Kabila. La seconda (1998-2003) vede l’insorgere di ribelli Tutsi, contro le fazioni fedeli al Presidente Kabila, spalleggiato da Angola, Namibia e Zimbabwe. Il conflitto conta più di due milioni e mezzo di morti per scontri, carestie e malattie. Dal 2004 si apre una grave crisi tra il governo e i ribelli dell’area del Kivu fino allo scoppio di un nuovo conflitto nel 2008, che vede l'intervento di una missione ONU. Le ultime presidenziali, nel novembre 2011, hanno conferito il secondo mandato a Joseph Kabila.
Lo sfruttamento economico del Congo ha pochi paralleli per intensità e dimensione. Sin dai tempi della colonia belga, il controllo dei giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale, tra i più ricchi al mondo, è stato in mano europea e di potenze straniere. Le enormi ricchezze minerarie sono per lo più concentrate nella regione dello Shaba, ex Katanga, al confine con l’Angola e lo Zambia: qui si trovano ingenti quantità di rame, diamanti, cobalto, uranio. Nonostante la ricchezza di questa terra, la dilagante corruzione e le ripetute guerre che si sono succedute nel Paese, hanno impedito al Paese un pieno sviluppo e una stabile crescita economica. La nazionalizzazione delle società estere ha prodotto più che altro privilegi per poche élite e corruttela, per cui il saldo della bilancia economica resta negativo. L’inflazione è al 13,8%.
Il Paese è a rischio complessivo piuttosto elevato a causa dell’alto tasso di microcriminalità interna e di instabilità politica. Sin dall’indipendenza, infatti, il Paese ha attraversato crisi nazionali, tentate secessioni, lotte intestine ed è reduce da anni di guerra con Uganda, Ruanda, Angola e Zimbabwe. Ad oggi permangono gruppi armati ancora attivi nelle zone più calde di confine (provincie del Kivu e del Katanga) e le tensioni, senza mai risolversi del tutto, tendono facilmente ad acuirsi, come nel novembre 2011 in occasione delle elezioni svoltesi tra brogli e repressioni della polizia. Dal 1999 una missione delle Nazioni Unite (MONUC, dal 2006 MONUSCO) è impegnata nel tentativo di porre fine alle tensioni intertribali, agli scontri tra milizie e alle azioni armate dei ribelli. Il traffico di armi e le opposizioni interne tra gruppi armati non sembrano tuttavia riguardare la sicurezza internazionale o affiliazioni a gruppi terroristici.
Capitale: Kinshasa
Ordinamento: Rep. semipresidenziale
Superficie: 2.344.858 km²
Popolazione: 73.599.190
Religioni: cattolica (50%), protestante (20%)
Lingue: francese (ufficiale), kikongo, altre
Moneta: franco congolese (CDF)
PIL: 400 USD
Livello di criticità: Alto
Colonia belga nel 1908 (nota come Congo Belga o Congo-Léopoldville), la Repubblica Democratica del Congo acquisisce l’indipendenza nel 1960, con il premier Lumumba. Tra il 1961 e il 1965 spinte autonomistiche sono represse nel sangue dal governo di Kasavubu, primo presidente del Paese. Nel 1965 Kasavubu è deposto da un colpo di Stato orchestrato dal generale Mobutu. Dal 1971 al 1997, durante l’era assolutista di Mobutu, il Paese è noto col nome di Zaire. Tra il 1996 e il 2003 il Congo è colpito da due guerre: la prima (1996-1997) porta alla vittoria le forze ribelli ruandesi e ugandesi coalizzate sotto il comando di Kabila. La seconda (1998-2003) vede l’insorgere di ribelli Tutsi, contro le fazioni fedeli al Presidente Kabila, spalleggiato da Angola, Namibia e Zimbabwe. Il conflitto conta più di due milioni e mezzo di morti per scontri, carestie e malattie. Dal 2004 si apre una grave crisi tra il governo e i ribelli dell’area del Kivu fino allo scoppio di un nuovo conflitto nel 2008, che vede l'intervento di una missione ONU. Le ultime presidenziali, nel novembre 2011, hanno conferito il secondo mandato a Joseph Kabila.
Lo sfruttamento economico del Congo ha pochi paralleli per intensità e dimensione. Sin dai tempi della colonia belga, il controllo dei giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale, tra i più ricchi al mondo, è stato in mano europea e di potenze straniere. Le enormi ricchezze minerarie sono per lo più concentrate nella regione dello Shaba, ex Katanga, al confine con l’Angola e lo Zambia: qui si trovano ingenti quantità di rame, diamanti, cobalto, uranio. Nonostante la ricchezza di questa terra, la dilagante corruzione e le ripetute guerre che si sono succedute nel Paese, hanno impedito al Paese un pieno sviluppo e una stabile crescita economica. La nazionalizzazione delle società estere ha prodotto più che altro privilegi per poche élite e corruttela, per cui il saldo della bilancia economica resta negativo. L’inflazione è al 13,8%.
Il Paese è a rischio complessivo piuttosto elevato a causa dell’alto tasso di microcriminalità interna e di instabilità politica. Sin dall’indipendenza, infatti, il Paese ha attraversato crisi nazionali, tentate secessioni, lotte intestine ed è reduce da anni di guerra con Uganda, Ruanda, Angola e Zimbabwe. Ad oggi permangono gruppi armati ancora attivi nelle zone più calde di confine (provincie del Kivu e del Katanga) e le tensioni, senza mai risolversi del tutto, tendono facilmente ad acuirsi, come nel novembre 2011 in occasione delle elezioni svoltesi tra brogli e repressioni della polizia. Dal 1999 una missione delle Nazioni Unite (MONUC, dal 2006 MONUSCO) è impegnata nel tentativo di porre fine alle tensioni intertribali, agli scontri tra milizie e alle azioni armate dei ribelli. Il traffico di armi e le opposizioni interne tra gruppi armati non sembrano tuttavia riguardare la sicurezza internazionale o affiliazioni a gruppi terroristici.

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