Costa d’avorio
Africa
Colonia francese tra le più floride, la Costa d’Avorio entra a far parte dell’AOF (Africa Occidentale Francese) nel 1895. Alla fine della seconda guerra mondiale, i ceti agrari si organizzano nel partito nazionalista e come loro leader scelgono Houphouët-Boigny, poi eletto presidente del partito Rassemblement Démocratique Africain (RDA), che lotterà per ottenere l’indipendenza del Paese che arriverà nel 1960. La Costa d’Avorio raggiunge elevati tassi di sviluppo fino all’inizio degli anni Ottanta, quando il Paese viene colpito da una profonda recessione. Un primo risanamento economico si registra a partire dal 1995 con Henri Konan Bédié. Questi cade nel 1999 in seguito a un colpo di stato guidato dal generale Robert Guëi, a cui succede nel 2000 il leader del Front Populaire Ivorien (FPI) di ispirazione socialista, Laurent Koudou Gbagbo. Due anni più tardi, un nuovo colpo di stato degenera in una guerra civile tra il nord in mano al governo e il sud preso dai ribelli. Il conflitto cesserà nel 2007 con l’intervento dei peacekeeper francesi e del Burkina Faso. Alle elezioni del 2010 viene eletto Alassane Ouattara, leader dell’Unione dei Repubblicani. Il suo insediamento tuttavia avviene solo dopo l’arresto di Gbagbo nel dicembre del 2011, grazie all’intervento delle forze speciali operanti con il benestare dell’ONU. Ouattara viene confermato presidente alle elezioni del 25 ottobre 2015.
Gli strascichi della guerra civile hanno messo in ginocchio l’economia della Costa d’Avorio, considerata fino a trent’anni fa una delle più sviluppate dell’Africa occidentale, basata su un moderno ed efficiente programma di sviluppo della produzione agricola e di esportazione di prodotti coltivati. Oggi il Paese sembra però essere definitivamente uscito dalla crisi in cui era caduto. Nel 2012 il Pil è cresciuto di oltre nove punti percentuali (soprattutto grazie alla ripresa della produzione del cacao, di cui la Costa d’Avorio resta il primo produttore a livello mondiale) e l'inflazione è scesa dal 5,1% del 2011 al 1,3% del 2012. Gli altri prodotti esportati sono: caffè, olio di palma, banane, ananas, noci, canna da zucchero, cotone, sesamo, copra, arachidi, caucciù e grandi quantità di legname (mogano). L’attività ittica si concentra quasi esclusivamente ad Abidjan, il maggiore centro per la pesca del tonno dell’Africa. Qui ha sede anche la concentrazione industriale più importante, con una grande raffineria di petrolio e stabilimenti metallurgici e meccanici. Esistono giacimenti di diamanti, ferro, bauxite, oro e gas naturale, e nel 1995 sono entrati in produzione giacimenti petroliferi off shore. I principali partner commerciali, oltre la Francia, sono Paesi Bassi, Stati Uniti, Nigeria e Germania.
A grandi linee, la situazione in Costa d’Avorio può definirsi notevolmente migliorata, soprattutto da quando l’ex presidente Gbagbo è stato rimosso e sostituito da Ouattara. Il tasso di criminalità è piuttosto elevato e ciò rende il Paese insicuro soprattutto nelle città più grandi (Abidjan, Béoumi, Djébonoua, Abobo, Vavaua e Bouaké). La crescita degli omicidi è da attribuire principalmente ai giovani armatisi durante la crisi elettorale soprattutto nel centro e nel nord del Paese, nelle aree controllate dagli ex ribelli. Sono molte insicure, inoltre, la fascia occidentale e sud occidentale e tutta l’area di confine con la Liberia, a causa della presenza massiccia di bande armate. Gli stessi rischi si corrono nell’area a nord, sulla strada che collega Toulepleu a Bondoukou, e nell’area tra Guiglo, Daloa e Yamoussoukro. Si segnalano anche scontri tra gruppi etnici: i principali in Costa d’Avorio sono gli akan (42%), i voltaici (18%) e i mandé del sud (11%). Attentanti terroristici non sono frequenti. Sul piano sanitario, il rischio maggiore è rappresentato dalla malaria.
Capitale: Yamoussoukro
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 322.463 km²
Popolazione: 22.400.835
Religioni: islamica (39%), cristiana (33%)
Lingue: francese (ufficiale), 60 dialetti
Moneta: franco (CFA)
PIL: 1.800 USD
Livello di criticità: Medio
Colonia francese tra le più floride, la Costa d’Avorio entra a far parte dell’AOF (Africa Occidentale Francese) nel 1895. Alla fine della seconda guerra mondiale, i ceti agrari si organizzano nel partito nazionalista e come loro leader scelgono Houphouët-Boigny, poi eletto presidente del partito Rassemblement Démocratique Africain (RDA), che lotterà per ottenere l’indipendenza del Paese che arriverà nel 1960. La Costa d’Avorio raggiunge elevati tassi di sviluppo fino all’inizio degli anni Ottanta, quando il Paese viene colpito da una profonda recessione. Un primo risanamento economico si registra a partire dal 1995 con Henri Konan Bédié. Questi cade nel 1999 in seguito a un colpo di stato guidato dal generale Robert Guëi, a cui succede nel 2000 il leader del Front Populaire Ivorien (FPI) di ispirazione socialista, Laurent Koudou Gbagbo. Due anni più tardi, un nuovo colpo di stato degenera in una guerra civile tra il nord in mano al governo e il sud preso dai ribelli. Il conflitto cesserà nel 2007 con l’intervento dei peacekeeper francesi e del Burkina Faso. Alle elezioni del 2010 viene eletto Alassane Ouattara, leader dell’Unione dei Repubblicani. Il suo insediamento tuttavia avviene solo dopo l’arresto di Gbagbo nel dicembre del 2011, grazie all’intervento delle forze speciali operanti con il benestare dell’ONU. Ouattara viene confermato presidente alle elezioni del 25 ottobre 2015.
Gli strascichi della guerra civile hanno messo in ginocchio l’economia della Costa d’Avorio, considerata fino a trent’anni fa una delle più sviluppate dell’Africa occidentale, basata su un moderno ed efficiente programma di sviluppo della produzione agricola e di esportazione di prodotti coltivati. Oggi il Paese sembra però essere definitivamente uscito dalla crisi in cui era caduto. Nel 2012 il Pil è cresciuto di oltre nove punti percentuali (soprattutto grazie alla ripresa della produzione del cacao, di cui la Costa d’Avorio resta il primo produttore a livello mondiale) e l'inflazione è scesa dal 5,1% del 2011 al 1,3% del 2012. Gli altri prodotti esportati sono: caffè, olio di palma, banane, ananas, noci, canna da zucchero, cotone, sesamo, copra, arachidi, caucciù e grandi quantità di legname (mogano). L’attività ittica si concentra quasi esclusivamente ad Abidjan, il maggiore centro per la pesca del tonno dell’Africa. Qui ha sede anche la concentrazione industriale più importante, con una grande raffineria di petrolio e stabilimenti metallurgici e meccanici. Esistono giacimenti di diamanti, ferro, bauxite, oro e gas naturale, e nel 1995 sono entrati in produzione giacimenti petroliferi off shore. I principali partner commerciali, oltre la Francia, sono Paesi Bassi, Stati Uniti, Nigeria e Germania.
A grandi linee, la situazione in Costa d’Avorio può definirsi notevolmente migliorata, soprattutto da quando l’ex presidente Gbagbo è stato rimosso e sostituito da Ouattara. Il tasso di criminalità è piuttosto elevato e ciò rende il Paese insicuro soprattutto nelle città più grandi (Abidjan, Béoumi, Djébonoua, Abobo, Vavaua e Bouaké). La crescita degli omicidi è da attribuire principalmente ai giovani armatisi durante la crisi elettorale soprattutto nel centro e nel nord del Paese, nelle aree controllate dagli ex ribelli. Sono molte insicure, inoltre, la fascia occidentale e sud occidentale e tutta l’area di confine con la Liberia, a causa della presenza massiccia di bande armate. Gli stessi rischi si corrono nell’area a nord, sulla strada che collega Toulepleu a Bondoukou, e nell’area tra Guiglo, Daloa e Yamoussoukro. Si segnalano anche scontri tra gruppi etnici: i principali in Costa d’Avorio sono gli akan (42%), i voltaici (18%) e i mandé del sud (11%). Attentanti terroristici non sono frequenti. Sul piano sanitario, il rischio maggiore è rappresentato dalla malaria.