Costa Rica
America Centrale
Raggiunta l’indipendenza nel 1848 dopo il tentativo non riuscito di federarsi con il Guatemala, l’Honduras, El Salvador e il Nicaragua, la Repubblica del Costa Rica inizia ad affermare la propria autonomia grazie al florido commercio di caffè e banane, principali risorse del Paese. Una breve interruzione della democrazia, registrata negli anni della dittatura di Federico Tinoco, non compromette la vocazione democratica del Costa Rica. Nel 1948, infatti, la nazione dichiara il proprio “animo pacifista” abolendo l’esercito. Un alternarsi più o meno regolare di governi conservatori e riformisti accompagnerà il Paese alla crescita economica e alla ripresa delle pacifiche relazioni internazionali degli anni Settanta con gli Usa, in seguito bruscamente interrotte sotto la presidenza di Quiros, il quale deciderà di trasformare il Costa Rica in asilo per rifugiati politici nicaraguensi. Il presidente Oscar Arias Sanchez, eletto nel 1986 tramite l’“Esquipulas” o “Piano Arias” - lo stesso con cui si guadagnerà il Premio Nobel per la Pace -, appianerà i contrasti tra i Paesi istmici. Nel 2010 sale alla presidenza la prima donna costaricana. Il suo nome è Laura Chinchilla Mirando e rappresenta il Partito Liberazione Nazionale. Dall'8 maggio 2014 il nuovo presidente è Luis Guillermo Solís del partito progressista Acción Ciudadana (PAC).
Il Costa Rica è il Paese più industrializzato dell’America Centrale. Il sistema industriale è costituito per lo più da piccole e medie imprese, attive nella lavorazione di prodotti agricoli, zootecnici e forestali. A seguito di massicci interventi governativi e di aiuti statunitensi, sono sorti alcuni grandi complessi (meccanici, farmaceutici, chimici) localizzati intorno a San José, cui vanno aggiunti lo stabilimento di Puntarenas per la produzione di fertilizzanti e la raffineria di petrolio di Limón, raccordata con un oleodotto alla capitale. Gli incentivi fiscali e la creazione di alcune zone franche hanno inoltre attirato numerose imprese straniere, fra cui alcune del settore informatico come Motorola, Acer e Intel, che garantiscono al Paese di usufruire di una risorsa alternativa alla produzione e all’esportazione di banane e caffè. Sul fronte delle energie, va sottolineata la crescita del settore idrico. Nel 2004, il Paese ha inoltre aderito, pur se con diverse perplessità, al CAFTA (Accordo di libero commercio del Centro America), promosso dagli Stati Uniti. ll numero di turisti, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti e dal Canada (ma anche dall’Europa e in particolar modo dalla Germania) è ancor oggi rilevante, considerato che nel periodo 1985-93 ha avuto un incremento nella misura del 150%. L’inflazione si aggira oggi intorno al 13.5%.
Nonostante il Costa Rica rimanga uno dei Paesi più sicuri di tutto il Centro America, l’incremento della povertà e della disoccupazione ha fatto registrare negli ultimi anni un aumento costante del numero di furti, scippi, rapine e violenze. Aggressioni armate e sparatorie tra gruppi malavitosi legati al mondo del narcotraffico possono verificarsi in pieno centro e nelle zone più turistiche della capitale, a Puerto Limón e nella vicina area di Puerto Viejo (comprese le cittadine di Cahuita e Manzanillo), a Jacó e Manuel Antonio (sulla costa Pacifica) e negli aeroporti di San Josè e Liberia. A rischio sono anche le città di Tamarindo e Montezuma (sulla penisola a sud ovest). Frequenti stanno diventando inoltre i cosiddetti “sequestri express”. Particolare cautela va poi adottata anche in tutta l’area di confine con il Nicaragua, a causa delle frequenti tensioni che caratterizzano i rapporti tra i due Paesi relativamente al traffico di droga. Allo stato attuale, il rischio che il Paese rimanga coinvolto in un attentato di stampo terroristico è lontano, nonostante il livello di allerta debba mantenersi sempre alto, soprattutto in considerazione del legame che da sempre esiste tra il Costa Rica e gli Stati Uniti.
Capitale: San José
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 51.100 km²
Popolazione: 4.636.348
Religioni: cattolica (75%), evangelista (14%)
Lingue: spagnolo, inglese
Moneta: Colón della Costa Rica (CRC)
PIL: 6.000 USD
Livello di criticità: Medio
Raggiunta l’indipendenza nel 1848 dopo il tentativo non riuscito di federarsi con il Guatemala, l’Honduras, El Salvador e il Nicaragua, la Repubblica del Costa Rica inizia ad affermare la propria autonomia grazie al florido commercio di caffè e banane, principali risorse del Paese. Una breve interruzione della democrazia, registrata negli anni della dittatura di Federico Tinoco, non compromette la vocazione democratica del Costa Rica. Nel 1948, infatti, la nazione dichiara il proprio “animo pacifista” abolendo l’esercito. Un alternarsi più o meno regolare di governi conservatori e riformisti accompagnerà il Paese alla crescita economica e alla ripresa delle pacifiche relazioni internazionali degli anni Settanta con gli Usa, in seguito bruscamente interrotte sotto la presidenza di Quiros, il quale deciderà di trasformare il Costa Rica in asilo per rifugiati politici nicaraguensi. Il presidente Oscar Arias Sanchez, eletto nel 1986 tramite l’“Esquipulas” o “Piano Arias” - lo stesso con cui si guadagnerà il Premio Nobel per la Pace -, appianerà i contrasti tra i Paesi istmici. Nel 2010 sale alla presidenza la prima donna costaricana. Il suo nome è Laura Chinchilla Mirando e rappresenta il Partito Liberazione Nazionale. Dall'8 maggio 2014 il nuovo presidente è Luis Guillermo Solís del partito progressista Acción Ciudadana (PAC).
Il Costa Rica è il Paese più industrializzato dell’America Centrale. Il sistema industriale è costituito per lo più da piccole e medie imprese, attive nella lavorazione di prodotti agricoli, zootecnici e forestali. A seguito di massicci interventi governativi e di aiuti statunitensi, sono sorti alcuni grandi complessi (meccanici, farmaceutici, chimici) localizzati intorno a San José, cui vanno aggiunti lo stabilimento di Puntarenas per la produzione di fertilizzanti e la raffineria di petrolio di Limón, raccordata con un oleodotto alla capitale. Gli incentivi fiscali e la creazione di alcune zone franche hanno inoltre attirato numerose imprese straniere, fra cui alcune del settore informatico come Motorola, Acer e Intel, che garantiscono al Paese di usufruire di una risorsa alternativa alla produzione e all’esportazione di banane e caffè. Sul fronte delle energie, va sottolineata la crescita del settore idrico. Nel 2004, il Paese ha inoltre aderito, pur se con diverse perplessità, al CAFTA (Accordo di libero commercio del Centro America), promosso dagli Stati Uniti. ll numero di turisti, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti e dal Canada (ma anche dall’Europa e in particolar modo dalla Germania) è ancor oggi rilevante, considerato che nel periodo 1985-93 ha avuto un incremento nella misura del 150%. L’inflazione si aggira oggi intorno al 13.5%.
Nonostante il Costa Rica rimanga uno dei Paesi più sicuri di tutto il Centro America, l’incremento della povertà e della disoccupazione ha fatto registrare negli ultimi anni un aumento costante del numero di furti, scippi, rapine e violenze. Aggressioni armate e sparatorie tra gruppi malavitosi legati al mondo del narcotraffico possono verificarsi in pieno centro e nelle zone più turistiche della capitale, a Puerto Limón e nella vicina area di Puerto Viejo (comprese le cittadine di Cahuita e Manzanillo), a Jacó e Manuel Antonio (sulla costa Pacifica) e negli aeroporti di San Josè e Liberia. A rischio sono anche le città di Tamarindo e Montezuma (sulla penisola a sud ovest). Frequenti stanno diventando inoltre i cosiddetti “sequestri express”. Particolare cautela va poi adottata anche in tutta l’area di confine con il Nicaragua, a causa delle frequenti tensioni che caratterizzano i rapporti tra i due Paesi relativamente al traffico di droga. Allo stato attuale, il rischio che il Paese rimanga coinvolto in un attentato di stampo terroristico è lontano, nonostante il livello di allerta debba mantenersi sempre alto, soprattutto in considerazione del legame che da sempre esiste tra il Costa Rica e gli Stati Uniti.