Guatemala
America Centrale
Indipendente dal 1821, il Guatemala entrò a far parte del Regno delle Province Unite dell’America Centrale insieme a El Salvador, Nicaragua, Honduras e Costa Rica e divenne completamente autonomo solo nel 1839. Tra il 1945 e il 1954 si succedettero governi di stampo progressista, prima con Juan Josè Arevalo e poi con Jacobo Arbenz Guzmán, che vararono una serie di riforme improntate a una maggiore giustizia sociale nel Paese. Ma nel 1954 un esercito di mercenari addestrato e armato dalla CIA al comando del colonnello Castillo Armas, abbatté il governo di Guzmán con un colpo di stato (Operazione PBSuccess). Il trentennio successivo a tale episodio comportò una guerra civile e scatenò la guerriglia dei ribelli, a partire dal 1960. Dopo un tentativo di golpe, i ribelli diedero vita al MR13 (Movimento Rivoluzionario 13 novembre). Tra il 1979 e il 1985, al potere si susseguirono il generale Lucas García, il generale Ríos Montt (1982) e il generale Mejia Víctores (1983). Nel 1992 venne data una spinta importante al processo di pacificazione con il conferimento del premio Nobel per la pace a Rigoberta Menchú Tum, indigena guatemalteca dirigente del Comitato di Unità Contadina (CUC) che lottava contro il genocidio a danno degli indigeni perpetrato dal governo. La firma della pace avvenne il 29 dicembre 1996: si concludeva una guerra civile durata 36 anni, che aveva causato 150mila morti, 50mila desaparecidos e un milione di rifugiati. Dopo i governi di Alfonso Portillo (1999), Oscar Berger (2003), Alvaro Colom (2007) e Otto Perez Molina (2011), le elezioni presidenziali del 25 ottobre 2015 sono state vinte da Jimmy Morales, ex comico televisivo di 46 anni, leader del partito di destra Fronte di convergenza nazionale (FCN). Morales ha battuto al ballottaggio Sandra Torres, candidata del partito socialdemocratico UNE (Unità nazionale della speranza) ed ex moglie dell’ex presidente Alvaro Colom.
L’economia del Paese è fortemente condizionata dal passato coloniale e dall’influenza delle società multinazionali. Una prima vera democratizzazione delle strutture produttive avvenne solo nel 1944 con la formazione delle prime cooperative agricole. A seguito del terremoto del 1976 (che provocò circa 27mila vittime) e degli oltre trent’anni di guerra civile, le condizioni economiche del Paese peggiorarono. La ripresa coincise con la fine della guerra civile nel 1996, e fu sostenuta anche dal denaro proveniente dal narcotraffico. Attualmente, nel settore agricolo le esportazioni riguardano soprattutto caffè (di cui il Guatemala è tra i primi dieci Paesi esportatori e produttori a livello mondiale), canna da zucchero, banane e cotone. Godono di discreta salute anche il settore boschivo (il Petén è ricchissimo di essenze da ebanisteria, come mogano, ebano, caucciù, chicle e chinchona), l’allevamento e la pesca (soprattutto l’esportazione di gamberetti). Sul piano industriale, negli ultimi anni è cresciuto il comparto edilizio, specie nella capitale. Sono presenti pozzi e raffinerie di petrolio a Rubelsanto, nell’Alta Verapaz, nel Petén, a Escuintla e a Puerto Barrios, ma in linea di massima il Paese è povero di risorse minerarie. I rapporti commerciali internazionali si svolgono soprattutto con Stati Uniti (che coprono circa i due quinti delle esportazioni e un terzo delle importazioni), seguiti da El Salvador, Honduras, Messico, Nicaragua, Costarica Cina e Corea del Sud. Il Pil procapite oggi si assesta sui 5.100 dollari, mentre l’inflazione è al 6,2%.
In Guatemala è molto diffuso il fenomeno delle bande criminali, le cui attività vanno dai furti alle aggressioni passando per le estorsioni violente di denaro, il narcotraffico e il traffico di immigrati clandestini. Il 16 maggio 2011 a Caserio La Bomba, un villaggio del Guatemala occidentale vicino al confine con il Messico, sono stati ritrovati ventisette cadaveri decapitati: secondo la polizia si sarebbe trattato di un regolamento di conti legato alla guerra tra il cartello messicano di Las Zetas e quello guatemalteco dei Sinaloa. Il disagio sociale e la povertà di gran parte della popolazione hanno causato la crescita di fenomeni di auto-tutela e vendetta personale, spesso culminati in episodi di linciaggio e lapidazione. A Città del Guatemala bisogna prestare attenzione soprattutto nell’area del Mercato Centrale. A rischio anche le zone di Antigua, Lago Atitlan e la Carretera El Salvador. Al di fuori della capitale è molto diffusa la malaria. Il governo ha inoltre dichiarato lo stato d’emergenza relativo alla diffusione della febbre dengue in particolare nel Dipartimento di Guatemala (Città del Guatemala, Villanueva, San Miguel Petapa, Mixco e San Jose Pinula) e in quello di Escuintla. Secondo un rapporto del Pan American Health Organization, infine, il Guatemala è il quarto tra i Paesi dell'America Latina per tasso di mortalità legato a incidenti stradali.
Capitale: Città del Guatemala
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 108.889 km²
Popolazione: 14.099.032
Religioni: cattolica, protestante, maya
Lingue: spagnolo (ufficiale), lingue amerinde
Moneta: quetzal (GTQ)
PIL: 5.100 USD
Livello di criticità: Alto
Indipendente dal 1821, il Guatemala entrò a far parte del Regno delle Province Unite dell’America Centrale insieme a El Salvador, Nicaragua, Honduras e Costa Rica e divenne completamente autonomo solo nel 1839. Tra il 1945 e il 1954 si succedettero governi di stampo progressista, prima con Juan Josè Arevalo e poi con Jacobo Arbenz Guzmán, che vararono una serie di riforme improntate a una maggiore giustizia sociale nel Paese. Ma nel 1954 un esercito di mercenari addestrato e armato dalla CIA al comando del colonnello Castillo Armas, abbatté il governo di Guzmán con un colpo di stato (Operazione PBSuccess). Il trentennio successivo a tale episodio comportò una guerra civile e scatenò la guerriglia dei ribelli, a partire dal 1960. Dopo un tentativo di golpe, i ribelli diedero vita al MR13 (Movimento Rivoluzionario 13 novembre). Tra il 1979 e il 1985, al potere si susseguirono il generale Lucas García, il generale Ríos Montt (1982) e il generale Mejia Víctores (1983). Nel 1992 venne data una spinta importante al processo di pacificazione con il conferimento del premio Nobel per la pace a Rigoberta Menchú Tum, indigena guatemalteca dirigente del Comitato di Unità Contadina (CUC) che lottava contro il genocidio a danno degli indigeni perpetrato dal governo. La firma della pace avvenne il 29 dicembre 1996: si concludeva una guerra civile durata 36 anni, che aveva causato 150mila morti, 50mila desaparecidos e un milione di rifugiati. Dopo i governi di Alfonso Portillo (1999), Oscar Berger (2003), Alvaro Colom (2007) e Otto Perez Molina (2011), le elezioni presidenziali del 25 ottobre 2015 sono state vinte da Jimmy Morales, ex comico televisivo di 46 anni, leader del partito di destra Fronte di convergenza nazionale (FCN). Morales ha battuto al ballottaggio Sandra Torres, candidata del partito socialdemocratico UNE (Unità nazionale della speranza) ed ex moglie dell’ex presidente Alvaro Colom.
L’economia del Paese è fortemente condizionata dal passato coloniale e dall’influenza delle società multinazionali. Una prima vera democratizzazione delle strutture produttive avvenne solo nel 1944 con la formazione delle prime cooperative agricole. A seguito del terremoto del 1976 (che provocò circa 27mila vittime) e degli oltre trent’anni di guerra civile, le condizioni economiche del Paese peggiorarono. La ripresa coincise con la fine della guerra civile nel 1996, e fu sostenuta anche dal denaro proveniente dal narcotraffico. Attualmente, nel settore agricolo le esportazioni riguardano soprattutto caffè (di cui il Guatemala è tra i primi dieci Paesi esportatori e produttori a livello mondiale), canna da zucchero, banane e cotone. Godono di discreta salute anche il settore boschivo (il Petén è ricchissimo di essenze da ebanisteria, come mogano, ebano, caucciù, chicle e chinchona), l’allevamento e la pesca (soprattutto l’esportazione di gamberetti). Sul piano industriale, negli ultimi anni è cresciuto il comparto edilizio, specie nella capitale. Sono presenti pozzi e raffinerie di petrolio a Rubelsanto, nell’Alta Verapaz, nel Petén, a Escuintla e a Puerto Barrios, ma in linea di massima il Paese è povero di risorse minerarie. I rapporti commerciali internazionali si svolgono soprattutto con Stati Uniti (che coprono circa i due quinti delle esportazioni e un terzo delle importazioni), seguiti da El Salvador, Honduras, Messico, Nicaragua, Costarica Cina e Corea del Sud. Il Pil procapite oggi si assesta sui 5.100 dollari, mentre l’inflazione è al 6,2%.
In Guatemala è molto diffuso il fenomeno delle bande criminali, le cui attività vanno dai furti alle aggressioni passando per le estorsioni violente di denaro, il narcotraffico e il traffico di immigrati clandestini. Il 16 maggio 2011 a Caserio La Bomba, un villaggio del Guatemala occidentale vicino al confine con il Messico, sono stati ritrovati ventisette cadaveri decapitati: secondo la polizia si sarebbe trattato di un regolamento di conti legato alla guerra tra il cartello messicano di Las Zetas e quello guatemalteco dei Sinaloa. Il disagio sociale e la povertà di gran parte della popolazione hanno causato la crescita di fenomeni di auto-tutela e vendetta personale, spesso culminati in episodi di linciaggio e lapidazione. A Città del Guatemala bisogna prestare attenzione soprattutto nell’area del Mercato Centrale. A rischio anche le zone di Antigua, Lago Atitlan e la Carretera El Salvador. Al di fuori della capitale è molto diffusa la malaria. Il governo ha inoltre dichiarato lo stato d’emergenza relativo alla diffusione della febbre dengue in particolare nel Dipartimento di Guatemala (Città del Guatemala, Villanueva, San Miguel Petapa, Mixco e San Jose Pinula) e in quello di Escuintla. Secondo un rapporto del Pan American Health Organization, infine, il Guatemala è il quarto tra i Paesi dell'America Latina per tasso di mortalità legato a incidenti stradali.