Indonesia
Asia sud-est
Composta da circa 17mila isole, l’Indonesia è il più grande stato-arcipelago del mondo. Quarta nazione più popolosa al mondo (la sola Jakarta conta quasi 10 milioni di abitanti) e principale Paese a maggioranza musulmana (sebbene nella sua Costituzione non sia presente alcun riferimento all’Islam), l’Indonesia è stata colonia olandese dal 1800 fino alla seconda guerra mondiale, quando fu occupata dal Giappone. Proclamatasi indipendente nel 1945, sotto il leader Sukarno, le viene accordata la sovranità solo quattro anni dopo a seguito di un conflitto armato. Nel 1965 sale al potere il Generale Suharto, appoggiato dagli Stati Uniti, che impone un regime autoritario governando dal 1968 al 1998. A farlo cadere sono le agitazioni sociali della popolazione per ragioni secessionistiche, scoppiate anche a causa dell’occupazione militare di Timor Est. Le prime elezioni presidenziali libere sono indette nel 2004. A vincerle è Yudhoyono, riconfermato nel 2009. Alle ultime elezioni presidenziali del 9 luglio 2014 il governatore di Jakarta Joko Widodo del Partito Democratico ha battuto l’ex generale Prabowo Subianto del Grande Movimento di Indonesia.
Colpita pesantemente dalla crisi finanziaria asiatica del biennio 1997-98, oggi l’economia è in graduale ripresa. La crescita è ostacolata dall’instabilità politica e dalla corruzione largamente diffusa. Il principale prodotto agricolo è il riso, seguito da mais, manioca, patate dolci, soia, arachidi e palma da olio, tè, cacao e tabacco. Le foreste coprono la maggior parte delle isole: le specie pregiate sono il teak, l’ebano, il mogano, il sandalo e il caucciù (aree del Kalimantan e di Sumatra). Molto sviluppato è il settore ittico. La pesca è maggiormente praticata a largo delle coste di Celebes, Giava e Sumatra. L’Indonesia è uno dei maggiori produttori petroliferi dell’estremo oriente e il ventiquattresimo su scala globale, anche se le attività estrattive sono gestite in larga parte da società straniere. I principali giacimenti si trovano nel Kalimantan e a Sumatra, dove è presente anche gas naturale. Le esportazioni complessive del Paese derivano in larga parte dagli idrocarburi (gas liquido in particolare). Tra le altre risorse, vi sono stagno, nichel, rame, diamanti, argento, manganese, fosfati e uranio. Cresce il turismo. I principali partner commerciali sono Giappone, Unione Europea, Stati Uniti, Singapore, Corea del Sud e Cina.
L’Indonesia è un Paese ad alto rischio a causa delle gravi azioni terroristiche verificatesi nell’ultimo decennio, legate al conflitto interreligioso tra comunità musulmana e cristiana e, soprattutto, alla presenza sul territorio di cellule legate ad Al Qaeda e Stato Islamico. Tra i più pericolosi, c’è la cellula filippina di Abu Sayyaf e il gruppo terroristico Jamaah Islamiyah. Per possibili scontri tra il governo centrale e gruppi di guerriglieri indipendentisti, conflitti interetnici, tensioni politiche e pressioni separatiste, oltre la capitale Jakarta sono considerate ad alto rischio le aree di Aceh, Sumatra settentrionale, Molucche meridionali, Sulawesi, Timor Ovest, Irian Jaya e Puncak Jaya, Java centrale, Semarang, Bali, Denpasar, Lombok e Kalimantan. Si segnala infine lo Stretto di Malacca, dove si verificano episodi di pirateria a danno di navi mercantili e petroliere. Elevato è il rischio ambientale determinato da terremoti, eruzioni e tsunami. La febbre dengue è endemica in tutto il Paese.
Capitale: Giacarta
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 1.904.569 km²
Popolazione: 248.216.193
Religioni: islamica (86%), protestante (6%)
Lingue: indonesiano, inglese, olandese
Moneta: rupia indonesiana (IDR)
PIL: 4.700 USD
Livello di criticità: Medio
Composta da circa 17mila isole, l’Indonesia è il più grande stato-arcipelago del mondo. Quarta nazione più popolosa al mondo (la sola Jakarta conta quasi 10 milioni di abitanti) e principale Paese a maggioranza musulmana (sebbene nella sua Costituzione non sia presente alcun riferimento all’Islam), l’Indonesia è stata colonia olandese dal 1800 fino alla seconda guerra mondiale, quando fu occupata dal Giappone. Proclamatasi indipendente nel 1945, sotto il leader Sukarno, le viene accordata la sovranità solo quattro anni dopo a seguito di un conflitto armato. Nel 1965 sale al potere il Generale Suharto, appoggiato dagli Stati Uniti, che impone un regime autoritario governando dal 1968 al 1998. A farlo cadere sono le agitazioni sociali della popolazione per ragioni secessionistiche, scoppiate anche a causa dell’occupazione militare di Timor Est. Le prime elezioni presidenziali libere sono indette nel 2004. A vincerle è Yudhoyono, riconfermato nel 2009. Alle ultime elezioni presidenziali del 9 luglio 2014 il governatore di Jakarta Joko Widodo del Partito Democratico ha battuto l’ex generale Prabowo Subianto del Grande Movimento di Indonesia.
Colpita pesantemente dalla crisi finanziaria asiatica del biennio 1997-98, oggi l’economia è in graduale ripresa. La crescita è ostacolata dall’instabilità politica e dalla corruzione largamente diffusa. Il principale prodotto agricolo è il riso, seguito da mais, manioca, patate dolci, soia, arachidi e palma da olio, tè, cacao e tabacco. Le foreste coprono la maggior parte delle isole: le specie pregiate sono il teak, l’ebano, il mogano, il sandalo e il caucciù (aree del Kalimantan e di Sumatra). Molto sviluppato è il settore ittico. La pesca è maggiormente praticata a largo delle coste di Celebes, Giava e Sumatra. L’Indonesia è uno dei maggiori produttori petroliferi dell’estremo oriente e il ventiquattresimo su scala globale, anche se le attività estrattive sono gestite in larga parte da società straniere. I principali giacimenti si trovano nel Kalimantan e a Sumatra, dove è presente anche gas naturale. Le esportazioni complessive del Paese derivano in larga parte dagli idrocarburi (gas liquido in particolare). Tra le altre risorse, vi sono stagno, nichel, rame, diamanti, argento, manganese, fosfati e uranio. Cresce il turismo. I principali partner commerciali sono Giappone, Unione Europea, Stati Uniti, Singapore, Corea del Sud e Cina.
L’Indonesia è un Paese ad alto rischio a causa delle gravi azioni terroristiche verificatesi nell’ultimo decennio, legate al conflitto interreligioso tra comunità musulmana e cristiana e, soprattutto, alla presenza sul territorio di cellule legate ad Al Qaeda e Stato Islamico. Tra i più pericolosi, c’è la cellula filippina di Abu Sayyaf e il gruppo terroristico Jamaah Islamiyah. Per possibili scontri tra il governo centrale e gruppi di guerriglieri indipendentisti, conflitti interetnici, tensioni politiche e pressioni separatiste, oltre la capitale Jakarta sono considerate ad alto rischio le aree di Aceh, Sumatra settentrionale, Molucche meridionali, Sulawesi, Timor Ovest, Irian Jaya e Puncak Jaya, Java centrale, Semarang, Bali, Denpasar, Lombok e Kalimantan. Si segnala infine lo Stretto di Malacca, dove si verificano episodi di pirateria a danno di navi mercantili e petroliere. Elevato è il rischio ambientale determinato da terremoti, eruzioni e tsunami. La febbre dengue è endemica in tutto il Paese.