Liberia
Africa
Nata dalla volontà di uomini affrancati dalla schiavitù negli Usa (i cosiddetti “americo-liberiani”), nel 1847 la Liberia ottiene l’indipendenza dal controllo dell’American Colonization Society (ACS) e diventa la prima Repubblica del continente africano. Nel 1944 inizia il lungo governo di William Tubman. Considerato il padre della moderna Liberia, Tubman si impegna a modernizzare il sistema assistenzialista, facilita gli scambi commerciali con l’Europa e stimola gli investimenti esteri nel Paese. Al contempo, però, annulla la libertà di stampa e sopprime i partiti dell’opposizione. Muore nel 1971 con il Paese in piena rivolta. Il governo successivo del Presidente Tolbert viene fatto cadere nel 1980 con un colpo di stato guidato dal sergente maggiore Samuel Doe. Numerosi profughi fuggono in Costa d’Avorio e in Ghana. Molti di essi, addestrati da Taylor, un ministro arrestato da Doe, si arruolano nel National Patriotic Front of Liberia (NPFL), che entrerà nel Paese il 25 dicembre 1989 scatenando una violentissima guerra civile. Solo all’inizio degli anni Duemila la Liberia ritrova una relativa stabilità. Nel 2005 il nuovo Presidente è Ellen Johnson Sirleaf, prima donna africana a ricoprire questa carica, riconfermata per un secondo mandato alle elezioni del novembre 2011.
La guerra civile e una cattiva gestione amministrativa hanno distrutto l'economia liberiana che oggi dipende fortemente dagli aiuti internazionali. In particolare sono andate in rovina le infrastrutture che dopo il periodo coloniale il Paese aveva costruito, durante la fase di governo che promosse la libertà d’impresa aprendo agli investimenti stranieri. L’agricoltura d’esportazione è sostenuta, oggi come allora, da compagnie statunitensi e basata su prodotti di piantagione come cocco, caffè, raphia vinifera (da cui si ricava il vino di palma). Le foreste, che coprono circa un terzo del territorio nazionale, offrono importanti risorse di legname (caucciù, azobè e palma oleifera). L’allevamento e la pesca invece sono scarsamente praticati. Anche il settore dell’estrazione di risorse del sottosuolo (ematite, magnetite, ferro, bauxite) dipende quasi esclusivamente da società americane. La Liberia è ricca di oro e diamanti, che hanno rappresentato una delle cause della guerra civile e su cui oggi speculano il mercato nero e il contrabbando, mentre non dispone di minerali energetici. Il Paese rappresenta, infine, un paradiso fiscale per la bassa imposizione attuata e per l’assenza di norme e misure restrittive di controllo delle transazioni finanziarie.
Dal 2003 la Liberia è presidiata da pattuglie della forza militare delle Nazioni Unite (UNMIL), presenti nelle città più grandi e lungo le maggiori vie di collegamento del Paese. Durante la guerra civile, che cha devastato il Paese per quindici anni, molti liberiani hanno cercato riparo in Ghana, nel Buduburam Camp, dove da quasi un decennio si sono stabiliti oltre 40mila rifugiati. Alle tensioni politiche interne si aggiungono tensioni ai confini con Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio, sia per la presenza di gruppi ribelli - che il governo ha in passato e a fasi alterne sostenuto - sia per l'attività di numerose bande armate (chiamate “Issakaba Boys”) che prendono di mira gli stranieri, soprattutto nelle province di Nimba (a est di Harbel), River Gee, Maryland e Grand Gedeh (tutte a nord di Harper). Per il Paese è bassa la minaccia di subire attacchi terroristici ma non è da sottovalutare la complessiva instabilità regionale. Sul piano ambientale, alluvioni e allagamenti colpiscono soprattutto le zone costiere. La situazione sanitaria, poi, appare estremamente delicata in tutto il Paese con strutture sanitarie praticamente inesistenti e comunque inadeguate per via della guerra civile. In Liberia sono inoltre endemiche diverse malattie tra cui: febbre gialla, tetano, poliomelite, rabbia, febbre tifoide, dengue, schistosomiasi, tubercolosi, meningite, epatite di tipo A e B e malaria.
Capitale: Monrovia
Ordinamento: Repubblica Presidenziale
Superficie: 111.369 km²
Popolazione: 3.989.703
Religioni: cristiana (86%), islamica (12%)
Lingue: inglese (ufficiale), altri idiomi
Moneta: dollaro liberiano (LRD)
PIL: 700 USD
Livello di criticità: Alto
Nata dalla volontà di uomini affrancati dalla schiavitù negli Usa (i cosiddetti “americo-liberiani”), nel 1847 la Liberia ottiene l’indipendenza dal controllo dell’American Colonization Society (ACS) e diventa la prima Repubblica del continente africano. Nel 1944 inizia il lungo governo di William Tubman. Considerato il padre della moderna Liberia, Tubman si impegna a modernizzare il sistema assistenzialista, facilita gli scambi commerciali con l’Europa e stimola gli investimenti esteri nel Paese. Al contempo, però, annulla la libertà di stampa e sopprime i partiti dell’opposizione. Muore nel 1971 con il Paese in piena rivolta. Il governo successivo del Presidente Tolbert viene fatto cadere nel 1980 con un colpo di stato guidato dal sergente maggiore Samuel Doe. Numerosi profughi fuggono in Costa d’Avorio e in Ghana. Molti di essi, addestrati da Taylor, un ministro arrestato da Doe, si arruolano nel National Patriotic Front of Liberia (NPFL), che entrerà nel Paese il 25 dicembre 1989 scatenando una violentissima guerra civile. Solo all’inizio degli anni Duemila la Liberia ritrova una relativa stabilità. Nel 2005 il nuovo Presidente è Ellen Johnson Sirleaf, prima donna africana a ricoprire questa carica, riconfermata per un secondo mandato alle elezioni del novembre 2011.
La guerra civile e una cattiva gestione amministrativa hanno distrutto l'economia liberiana che oggi dipende fortemente dagli aiuti internazionali. In particolare sono andate in rovina le infrastrutture che dopo il periodo coloniale il Paese aveva costruito, durante la fase di governo che promosse la libertà d’impresa aprendo agli investimenti stranieri. L’agricoltura d’esportazione è sostenuta, oggi come allora, da compagnie statunitensi e basata su prodotti di piantagione come cocco, caffè, raphia vinifera (da cui si ricava il vino di palma). Le foreste, che coprono circa un terzo del territorio nazionale, offrono importanti risorse di legname (caucciù, azobè e palma oleifera). L’allevamento e la pesca invece sono scarsamente praticati. Anche il settore dell’estrazione di risorse del sottosuolo (ematite, magnetite, ferro, bauxite) dipende quasi esclusivamente da società americane. La Liberia è ricca di oro e diamanti, che hanno rappresentato una delle cause della guerra civile e su cui oggi speculano il mercato nero e il contrabbando, mentre non dispone di minerali energetici. Il Paese rappresenta, infine, un paradiso fiscale per la bassa imposizione attuata e per l’assenza di norme e misure restrittive di controllo delle transazioni finanziarie.
Dal 2003 la Liberia è presidiata da pattuglie della forza militare delle Nazioni Unite (UNMIL), presenti nelle città più grandi e lungo le maggiori vie di collegamento del Paese. Durante la guerra civile, che cha devastato il Paese per quindici anni, molti liberiani hanno cercato riparo in Ghana, nel Buduburam Camp, dove da quasi un decennio si sono stabiliti oltre 40mila rifugiati. Alle tensioni politiche interne si aggiungono tensioni ai confini con Guinea, Sierra Leone e Costa d’Avorio, sia per la presenza di gruppi ribelli - che il governo ha in passato e a fasi alterne sostenuto - sia per l'attività di numerose bande armate (chiamate “Issakaba Boys”) che prendono di mira gli stranieri, soprattutto nelle province di Nimba (a est di Harbel), River Gee, Maryland e Grand Gedeh (tutte a nord di Harper). Per il Paese è bassa la minaccia di subire attacchi terroristici ma non è da sottovalutare la complessiva instabilità regionale. Sul piano ambientale, alluvioni e allagamenti colpiscono soprattutto le zone costiere. La situazione sanitaria, poi, appare estremamente delicata in tutto il Paese con strutture sanitarie praticamente inesistenti e comunque inadeguate per via della guerra civile. In Liberia sono inoltre endemiche diverse malattie tra cui: febbre gialla, tetano, poliomelite, rabbia, febbre tifoide, dengue, schistosomiasi, tubercolosi, meningite, epatite di tipo A e B e malaria.