Macedonia
Europa
La Repubblica di Macedonia ha ottenuto l’indipendenza dalla ex Jugoslavia nel 1991 in modo pacifico, ma la storia recente del Paese è stata caratterizzata da aspri contrasti con la Grecia, proprio in merito al nome Macedonia. L’embargo economico imposto da Atene è stato tolto nel 1995, ma la questione del nome ufficiale rimane ancora in sospeso, e nel 2008 la Grecia ha bloccato la candidatura della Macedonia alla NATO. Sul piano interno, una rivolta dell’etnia albanese (che costituisce un quarto della popolazione totale) nel 2001 ha portato la Macedonia sull’orlo della guerra civile, evitata grazie alla mediazione della comunità internazionale e al raggiungimento dell’accordo di Ohrid, con cui si sono riconosciuti maggiori diritti alla minoranza albanese. Da allora la situazione politica macedone è rimasta stabile, e nel 2005 è stata accettata la sua candidatura all’UE. Le elezioni del 2011 hanno visto la vittoria dei nazionalisti del VMRO-DPMNE (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone - Partito Democratico per l’Unità Nazionale), formazione europeista e atlantista che aveva sostenuto nel 2009 la candidatura alla presidenza di Gjorge Ivanov, attuale capo di Stato riconfermato alle presidenziali dell’aprile 2014. Al voto anticipato delle elezioni parlamentari, svoltesi sempre nell’aprile 2014 insieme al secondo turno delle presidenziali, ha vinto ancora una volta il VMRO-DPMNE, rafforzando il risultato del 2011.
Con l’indipendenza, la Macedonia ha dovuto affrontare numerose problematiche economiche, come la soppressione dei fondi erogati in precedenza dalla Jugoslavia. Dal 1991 al 1996 l’economia ha tardato a decollare, sia per la penuria di adeguate infrastrutture produttive, sia per la mancanza di un reale mercato di sbocco dei beni che, prima dell’embargo alla Serbia, venivano veicolati proprio su questo mercato. Nell’ultimo ventennio il trend è stato quindi altalenante: dal 1996 al 2000 ha segnato valori positivi, dal 2001 è invece in decrescita, in seguito all’insurrezione albanese che ha frenato gli scambi commerciali. Questa transizione economica non può, a oggi, definirsi completata, anche se il Paese ha accordi con le maggiori istituzioni internazionali (FMI e Banca Mondiale). Con la fine dell’embargo greco e dei vari conflitti nell’area balcanica, lentamente si è intensificato il commercio estero, anche se le importazioni sono superiori all’export. Obiettivo primario del governo di Skopje è l’attuazione di una politica attrattiva degli investimenti esteri, per poter aumentare l’occupazione, migliorare il substrato industriale e portare al pareggio la bilancia commerciale.
Nei primi mesi del 2012 si sono acuite le tensioni interne fra le etnie albanesi e macedoni, sfociate in violenze e omicidi. Indipendentemente dalla povertà - e dalla conseguente microcriminalità - le maggiori criticità del Paese sono rappresentate da disoccupazione, mercato nero, corruzione, mancanza di un adeguato e trasparente sistema giudiziario. Non sussistono particolari problematiche legate a fenomeni terroristici o ad altri rischi di natura ambientale, anche se va posta attenzione al virus da zanzare del Nilo, fenomeno in crescita dal settembre 2012, che ha richiesto l’intervento del competente Ministero della Salute.
Capitale: Skopje
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 25.713 km²
Popolazione: 2.087.171
Religioni: ortodossa (65%), islamica (33%)
Lingue: macedone (67%), albanese (25%)
Moneta: dinaro macedone (MKD)
PIL: 10.700 USD
Livello di criticità: Basso
La Repubblica di Macedonia ha ottenuto l’indipendenza dalla ex Jugoslavia nel 1991 in modo pacifico, ma la storia recente del Paese è stata caratterizzata da aspri contrasti con la Grecia, proprio in merito al nome Macedonia. L’embargo economico imposto da Atene è stato tolto nel 1995, ma la questione del nome ufficiale rimane ancora in sospeso, e nel 2008 la Grecia ha bloccato la candidatura della Macedonia alla NATO. Sul piano interno, una rivolta dell’etnia albanese (che costituisce un quarto della popolazione totale) nel 2001 ha portato la Macedonia sull’orlo della guerra civile, evitata grazie alla mediazione della comunità internazionale e al raggiungimento dell’accordo di Ohrid, con cui si sono riconosciuti maggiori diritti alla minoranza albanese. Da allora la situazione politica macedone è rimasta stabile, e nel 2005 è stata accettata la sua candidatura all’UE. Le elezioni del 2011 hanno visto la vittoria dei nazionalisti del VMRO-DPMNE (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone - Partito Democratico per l’Unità Nazionale), formazione europeista e atlantista che aveva sostenuto nel 2009 la candidatura alla presidenza di Gjorge Ivanov, attuale capo di Stato riconfermato alle presidenziali dell’aprile 2014. Al voto anticipato delle elezioni parlamentari, svoltesi sempre nell’aprile 2014 insieme al secondo turno delle presidenziali, ha vinto ancora una volta il VMRO-DPMNE, rafforzando il risultato del 2011.
Con l’indipendenza, la Macedonia ha dovuto affrontare numerose problematiche economiche, come la soppressione dei fondi erogati in precedenza dalla Jugoslavia. Dal 1991 al 1996 l’economia ha tardato a decollare, sia per la penuria di adeguate infrastrutture produttive, sia per la mancanza di un reale mercato di sbocco dei beni che, prima dell’embargo alla Serbia, venivano veicolati proprio su questo mercato. Nell’ultimo ventennio il trend è stato quindi altalenante: dal 1996 al 2000 ha segnato valori positivi, dal 2001 è invece in decrescita, in seguito all’insurrezione albanese che ha frenato gli scambi commerciali. Questa transizione economica non può, a oggi, definirsi completata, anche se il Paese ha accordi con le maggiori istituzioni internazionali (FMI e Banca Mondiale). Con la fine dell’embargo greco e dei vari conflitti nell’area balcanica, lentamente si è intensificato il commercio estero, anche se le importazioni sono superiori all’export. Obiettivo primario del governo di Skopje è l’attuazione di una politica attrattiva degli investimenti esteri, per poter aumentare l’occupazione, migliorare il substrato industriale e portare al pareggio la bilancia commerciale.
Nei primi mesi del 2012 si sono acuite le tensioni interne fra le etnie albanesi e macedoni, sfociate in violenze e omicidi. Indipendentemente dalla povertà - e dalla conseguente microcriminalità - le maggiori criticità del Paese sono rappresentate da disoccupazione, mercato nero, corruzione, mancanza di un adeguato e trasparente sistema giudiziario. Non sussistono particolari problematiche legate a fenomeni terroristici o ad altri rischi di natura ambientale, anche se va posta attenzione al virus da zanzare del Nilo, fenomeno in crescita dal settembre 2012, che ha richiesto l’intervento del competente Ministero della Salute.