Maldive
Asia del sud
Aggiornata al Marzo 2017 - Sultanato arabo dal XII secolo, le Maldive caddero nella mira dei colonizzatori portoghesi e olandesi fino al 1887, quando divennero un protettorato britannico. L'indipendenza fu sancita nel 1965 e tre anni dopo il sultanato divenne una repubblica presidenziale. Per trent’anni il potere restò nelle mani del presidente Maumoon Abdul Gayoom, che governò il Paese con un sistema totalitario. Timide riforme si sono avute a partire dal 2003 e nel 2005 sono stati legalizzati altri partiti. Nel 2008 è stata ratificata una nuova costituzione e si è proceduto alle prime elezioni presidenziali multipartitiche, vinte da Mohamed Nasheed, attivista politico più volte incarcerato durante il precedente regime. Le proteste del febbraio 2012, causate da un dibattito in merito alla preminenza della religione islamica nello Stato, hanno portato a un golpe condotto congiuntamente dai sostenitori del passato regime, dai movimenti islamici e dalle forze di polizia. Ha così assunto il potere il vicepresidente Mohammed Waheed Hassan Manik, sostituito alle elezioni di novembre 2013 da Abdulla Yameen, leader del Partito Progressista (PPM) e fratello dell’ex dittatore Maumoon Abdul Gayoom. Nel Marzo 2015 l'ex leader Nasheed viene arrestato con l'accusa di terrorismo e condannato a 13 anni di carcere. Nonostante la crisi politica che ha investito il paese portando all'arresto e alla condanna per terrorismo dell'ex leader Mohammed Nasheed, Abdulla Yameen è dal 2013 presidente in carica. Nell'ottobre del 2016 le Maldive hanno annunciato la loro prossima uscita dai paesi del Commonwealth delle nazioni.
Da sempre, l’economia delle Maldive dipende dal mare, via di comunicazione quasi esclusiva essendo il Paese composto di circa 1.200 isole (di cui solo 200 abitate): è la pesca, infatti, l’attività preminente e l’unica voce dell’export. Importante la coltura della palma da cocco, da cui si ricavano olio, copra e fibre tessili. Il turismo è l’altra risorsa economica fondamentale, pari a un terzo del PIL, cui è legato anche un modesto mercato di prodotti di artigianato. Il settore industriale si limita a poche imprese manifatturiere, dedite soprattutto all'inscatolamento di prodotti ittici e alla lavorazione della noce di cocco. Le Maldive vanno oggi assumendo un ruolo di primo piano sulla scena internazionale per le questioni ambientali: dalla difesa dell’ambiente e della biodiversità della barriera corallina, ai cambiamenti climatici che includono la minaccia dell’innalzamento del livello degli oceani. Le numerose agevolazioni in materia finanziaria hanno reso le Maldive una meta ambita per i capitali stranieri, al punto da essere considerate un vero e proprio paradiso fiscale.
L'arcipelago delle Maldive non presenta rischi particolari dal punto di vista della criminalità (benché sia in aumento la microcriminalità nei confronti dei turisti), né dal punto di vista del terrorismo, e la fase di instabilità politica che dal febbraio 2012 ha interessato il paese può ormai considerarsi in via di superamento. Si registra, però, un aumento dell’influenza di elementi legati al fondamentalismo islamico: recentemente un gruppo di jihadisti provenienti dalle Maldive ha pubblicato un video di minacce all'attuale presidente Yameen, affinché implementi l'osservanza della Sharia nel paese.
Nell'agosto 2016 è stata varata una legge sulla diffamazione, che ha suscitato non poca preoccupazione a livello internazionale in quanto potrebbe ledere la già precaria libertà di espressione del paese. La legge prevede pene molto severe tra cui la detenzione per coloro che pubblicheranno materiale diffamatorio o contrario ai principi dell'Islam. Permangono inoltre numerosi problemi sociali: i livelli di disoccupazione e l'abuso di droga sono molto alti nonostante le infrazioni alla legge sugli stupefacenti possano essere punite anche con l'ergastolo.Per i delitti gravi, come omicidio o alto tradimento, può essere pronunciata la pena di morte. Pochi maldiviani lavorano nei resort e spesso vengono rimpiazzati da migliaia di bangladesi sottopagati. Le strutture alberghiere inoltre sono solitamente proprietà di stranieri.
Restano un fattore di rischio la morfologia delle isole (nessuna si trova a più di due metri sul livello del mare) e la posizione dell’arcipelago: questa è un’area soggetta a terremoti, inondazioni e tsunami, che fanno delle Maldive un Paese vulnerabile ai possibili cambiamenti climatici. Si segnala, infine, l’attività di pirati somali che nel 2012 hanno esteso le loro aggressioni a tutto l’Oceano Indiano.
Capitale: Malè
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 298 km²
Popolazione: 394.451
Religioni: islamica sunnita
Lingue: dhivehi (ufficiale), inglese, arabo
Moneta: rufiyaa delle Maldive
PIL: 8.700 USD
Livello di criticità: Basso
Aggiornata al Marzo 2017 - Sultanato arabo dal XII secolo, le Maldive caddero nella mira dei colonizzatori portoghesi e olandesi fino al 1887, quando divennero un protettorato britannico. L'indipendenza fu sancita nel 1965 e tre anni dopo il sultanato divenne una repubblica presidenziale. Per trent’anni il potere restò nelle mani del presidente Maumoon Abdul Gayoom, che governò il Paese con un sistema totalitario. Timide riforme si sono avute a partire dal 2003 e nel 2005 sono stati legalizzati altri partiti. Nel 2008 è stata ratificata una nuova costituzione e si è proceduto alle prime elezioni presidenziali multipartitiche, vinte da Mohamed Nasheed, attivista politico più volte incarcerato durante il precedente regime. Le proteste del febbraio 2012, causate da un dibattito in merito alla preminenza della religione islamica nello Stato, hanno portato a un golpe condotto congiuntamente dai sostenitori del passato regime, dai movimenti islamici e dalle forze di polizia. Ha così assunto il potere il vicepresidente Mohammed Waheed Hassan Manik, sostituito alle elezioni di novembre 2013 da Abdulla Yameen, leader del Partito Progressista (PPM) e fratello dell’ex dittatore Maumoon Abdul Gayoom. Nel Marzo 2015 l'ex leader Nasheed viene arrestato con l'accusa di terrorismo e condannato a 13 anni di carcere. Nonostante la crisi politica che ha investito il paese portando all'arresto e alla condanna per terrorismo dell'ex leader Mohammed Nasheed, Abdulla Yameen è dal 2013 presidente in carica. Nell'ottobre del 2016 le Maldive hanno annunciato la loro prossima uscita dai paesi del Commonwealth delle nazioni.
Da sempre, l’economia delle Maldive dipende dal mare, via di comunicazione quasi esclusiva essendo il Paese composto di circa 1.200 isole (di cui solo 200 abitate): è la pesca, infatti, l’attività preminente e l’unica voce dell’export. Importante la coltura della palma da cocco, da cui si ricavano olio, copra e fibre tessili. Il turismo è l’altra risorsa economica fondamentale, pari a un terzo del PIL, cui è legato anche un modesto mercato di prodotti di artigianato. Il settore industriale si limita a poche imprese manifatturiere, dedite soprattutto all'inscatolamento di prodotti ittici e alla lavorazione della noce di cocco. Le Maldive vanno oggi assumendo un ruolo di primo piano sulla scena internazionale per le questioni ambientali: dalla difesa dell’ambiente e della biodiversità della barriera corallina, ai cambiamenti climatici che includono la minaccia dell’innalzamento del livello degli oceani. Le numerose agevolazioni in materia finanziaria hanno reso le Maldive una meta ambita per i capitali stranieri, al punto da essere considerate un vero e proprio paradiso fiscale.
L'arcipelago delle Maldive non presenta rischi particolari dal punto di vista della criminalità (benché sia in aumento la microcriminalità nei confronti dei turisti), né dal punto di vista del terrorismo, e la fase di instabilità politica che dal febbraio 2012 ha interessato il paese può ormai considerarsi in via di superamento. Si registra, però, un aumento dell’influenza di elementi legati al fondamentalismo islamico: recentemente un gruppo di jihadisti provenienti dalle Maldive ha pubblicato un video di minacce all'attuale presidente Yameen, affinché implementi l'osservanza della Sharia nel paese.
Nell'agosto 2016 è stata varata una legge sulla diffamazione, che ha suscitato non poca preoccupazione a livello internazionale in quanto potrebbe ledere la già precaria libertà di espressione del paese. La legge prevede pene molto severe tra cui la detenzione per coloro che pubblicheranno materiale diffamatorio o contrario ai principi dell'Islam. Permangono inoltre numerosi problemi sociali: i livelli di disoccupazione e l'abuso di droga sono molto alti nonostante le infrazioni alla legge sugli stupefacenti possano essere punite anche con l'ergastolo.Per i delitti gravi, come omicidio o alto tradimento, può essere pronunciata la pena di morte. Pochi maldiviani lavorano nei resort e spesso vengono rimpiazzati da migliaia di bangladesi sottopagati. Le strutture alberghiere inoltre sono solitamente proprietà di stranieri.
Restano un fattore di rischio la morfologia delle isole (nessuna si trova a più di due metri sul livello del mare) e la posizione dell’arcipelago: questa è un’area soggetta a terremoti, inondazioni e tsunami, che fanno delle Maldive un Paese vulnerabile ai possibili cambiamenti climatici. Si segnala, infine, l’attività di pirati somali che nel 2012 hanno esteso le loro aggressioni a tutto l’Oceano Indiano.