Marocco
Africa
Dal 28 marzo 1956 il Marocco è una monarchia costituzionale, con un Parlamento bicamerale e un potere giudiziario indipendente. La decisione ultima spetta comunque sempre al monarca che, in base alla Costituzione del 1992, è capo dello Stato e nomina il primo ministro e i responsabili dei principali dicasteri. Il Paese è il risultato dell’unione dei protettorati francesi e spagnoli. A partire dal 1958 ha proceduto ad annettere varie fasce del territorio: Draa, Tangeri, Ifni e il Sahara Occidentale. Il Marocco, inoltre, rivendica le due enclave spagnole di Ceuta e Melilla. In seguito all’ondata di proteste che ha coinvolto l’area nordafricana e mediorientale nel 2011, e dopo una serie di manifestazioni pacifiche verificatesi nel mese di febbraio, il sovrano Mohammed VI ha promesso di intraprendere la via del cambiamento aprendo il Paese alle riforme democratiche. Pur mantenendo la propria identità di Stato islamico, è considerato il più occidentale tra i Paesi del Maghreb.
La principale voce dell’economia marocchina è l’agricoltura, che occupa circa il 45% della popolazione attiva. Ben sviluppato è il settore ortofrutticolo, destinato però principalmente all'esportazione: patate, legumi, pomodori, agrumi, datteri, fichi, albicocche. Tra le colture industriali, si segnalano: cotone, lino, girasole, arachidi, barbabietola da zucchero e tabacco. Diffuso ma poco competitivo, invece, l’allevamento.Il Marocco ha sviluppato un valido sistema industriale, basato soprattutto sulla trasformazione di materie prime attive nel settore alimentare, del tabacco, tessile, chimico e conciario. Il Paese è il secondo produttore mondiale di fosfati ed estrae discrete quantità di minerali. Di contro, importa il 90% del fabbisogno energetico (petrolio) mentre è discreta la produzione di energia elettrica, grazie a numerose dighe. L’artigianato è particolarmente sviluppato nella produzione di tappeti e il turismo è in crescita. L’inflazione è all’1,4%.
Il Marocco può considerarsi politicamente stabile e la cosiddetta primavera araba del 2011 ha assunto qui una dimensione più pacifica. Di recente, cortei e manifestazioni si sono tuttavia intensificati. Il livello d’incidenza della criminalità è trascurabile, mentre rimane molto elevato il rischio che si verifichino attentati di matrice terroristica: Al Qaeda nel Magrheb Islamico (AQMI) esercita un certo fascino tra i giovani poveri e culturalmente isolati del Paese. Fonte di notevole preoccupazione è proprio la possibile infiltrazione di elementi di Al Qaeda, soprattutto nel Sahara occidentale, dove sequestri e rapine a mano armata sono frequentissimi. Il Sahara Occidentale resta poi una questione aperta dal punto di vista dell'appartenenza territoriale, con il Fronte Polisario che dagli anni '70 ne rivendica il possesso e il Marocco che propone un'autonomia amministrativa della regione annessa al Regno. Dopo anni di guerriglia tra le due parti, oggi il conflitto latente causa sporadicamente disordini e manifestazioni di protesta ed è alla base dei rapporti tesi con l'Algeria, che ospita il Fronte separatista e tutta la comunità di rifugiati saharawi nei campi profughi di Tindouf. Anche per questo, tutta la zona di confine con l’Algeria è considerata molto pericolosa e la frontiera con questo Paese rimane chiusa.
Capitale: Rabat
Ordinamento: Monarchia Costituzionale
Superficie: 710.850 km²
Popolazione: 34.309.239
Religioni: Islam sunnita di rito malekita, presenti anche cattolici ed ebrei
Lingue: arabo (ufficiale), berbero
Moneta: Dirham marocchino
PIL: 5.300 USD
Livello di criticità: Medio
Dal 28 marzo 1956 il Marocco è una monarchia costituzionale, con un Parlamento bicamerale e un potere giudiziario indipendente. La decisione ultima spetta comunque sempre al monarca che, in base alla Costituzione del 1992, è capo dello Stato e nomina il primo ministro e i responsabili dei principali dicasteri. Il Paese è il risultato dell’unione dei protettorati francesi e spagnoli. A partire dal 1958 ha proceduto ad annettere varie fasce del territorio: Draa, Tangeri, Ifni e il Sahara Occidentale. Il Marocco, inoltre, rivendica le due enclave spagnole di Ceuta e Melilla. In seguito all’ondata di proteste che ha coinvolto l’area nordafricana e mediorientale nel 2011, e dopo una serie di manifestazioni pacifiche verificatesi nel mese di febbraio, il sovrano Mohammed VI ha promesso di intraprendere la via del cambiamento aprendo il Paese alle riforme democratiche. Pur mantenendo la propria identità di Stato islamico, è considerato il più occidentale tra i Paesi del Maghreb.
La principale voce dell’economia marocchina è l’agricoltura, che occupa circa il 45% della popolazione attiva. Ben sviluppato è il settore ortofrutticolo, destinato però principalmente all'esportazione: patate, legumi, pomodori, agrumi, datteri, fichi, albicocche. Tra le colture industriali, si segnalano: cotone, lino, girasole, arachidi, barbabietola da zucchero e tabacco. Diffuso ma poco competitivo, invece, l’allevamento.Il Marocco ha sviluppato un valido sistema industriale, basato soprattutto sulla trasformazione di materie prime attive nel settore alimentare, del tabacco, tessile, chimico e conciario. Il Paese è il secondo produttore mondiale di fosfati ed estrae discrete quantità di minerali. Di contro, importa il 90% del fabbisogno energetico (petrolio) mentre è discreta la produzione di energia elettrica, grazie a numerose dighe. L’artigianato è particolarmente sviluppato nella produzione di tappeti e il turismo è in crescita. L’inflazione è all’1,4%.
Il Marocco può considerarsi politicamente stabile e la cosiddetta primavera araba del 2011 ha assunto qui una dimensione più pacifica. Di recente, cortei e manifestazioni si sono tuttavia intensificati. Il livello d’incidenza della criminalità è trascurabile, mentre rimane molto elevato il rischio che si verifichino attentati di matrice terroristica: Al Qaeda nel Magrheb Islamico (AQMI) esercita un certo fascino tra i giovani poveri e culturalmente isolati del Paese. Fonte di notevole preoccupazione è proprio la possibile infiltrazione di elementi di Al Qaeda, soprattutto nel Sahara occidentale, dove sequestri e rapine a mano armata sono frequentissimi. Il Sahara Occidentale resta poi una questione aperta dal punto di vista dell'appartenenza territoriale, con il Fronte Polisario che dagli anni '70 ne rivendica il possesso e il Marocco che propone un'autonomia amministrativa della regione annessa al Regno. Dopo anni di guerriglia tra le due parti, oggi il conflitto latente causa sporadicamente disordini e manifestazioni di protesta ed è alla base dei rapporti tesi con l'Algeria, che ospita il Fronte separatista e tutta la comunità di rifugiati saharawi nei campi profughi di Tindouf. Anche per questo, tutta la zona di confine con l’Algeria è considerata molto pericolosa e la frontiera con questo Paese rimane chiusa.