Micronesia (Fed.)
Oceania
L'arcipelago, situato nel Pacifico occidentale e composto di oltre 600 isole e atolli raggruppati in quattro stati principali (Kosrae, Pohnpei, Chuuk e Yap), è oggi una Federazione associata agli Stati Uniti. Si tratta in sostanza di uno Stato indipendente (dal 1986) dall'amministrazione autonoma, eccezion fatta per la difesa che è affidata agli USA. Il Trattato di Libera Associazione stipulato con il governo statunitense (e rinnovato nel 2004) fornisce assistenza economica alla Federazione e garantisce ai micronesiani il diritto di vivere e lavorare negli Stati Uniti come cittadini americani, consentendo, in cambio, agli USA di stabilire le proprie basi militari sul territorio. Gli Stati Federati di Micronesia (come il resto delle isole Caroline e come le Marshall) furono colonizzati da spagnoli e portoghesi, poi conquistati dal Giappone agli inizi del '900 e amministrati dagli USA dopo la seconda guerra mondiale come Territori fiduciari delle Isole del Pacifico. La figura del Presidente, eletto dal Congresso ogni 4 anni, coincide con il Capo del governo. Al Congresso, non essendo presenti partiti politici, figurano tutti candidati indipendenti.
L'attività economica si compone essenzialmente di pesca e agricoltura di sussistenza. Fosfati a parte, sono pochi i giacimenti minerari sfruttati sulle isole della Federazione. Il settore che potrebbe dare i maggiori frutti (data la presenza di spiagge incontaminate e l'opportunità di organizzare attività subacquee) è quello turistico, paradossalmente meno sviluppato per via dell'isolamento e della mancanza di strutture di accoglienza adeguate. Gli introiti maggiori che contribuiscono al PIL annuo provengono dagli aiuti statunitensi e questo rappresenta la maggiore criticità in campo economico: non solo contribuiscono ad ampliare il divario tra ricchi e poveri (in quanto sono le aziende e gli ufficiali a trarne i maggiori benefici) ma soprattutto non garantiscono una fonte di reddito nel futuro (i fondi assistenziali hanno un termine fissato al 2023). Puntare sullo sviluppo del settore privato, ridurre la dipendenza dagli aiuti americani e combattere l'alto tasso di disoccupazione (che si spiega anche per via del crescente numero di lavoratori filippini immigrati) sono tra le priorità del governo.
Dal punto di vista politico il Paese risulta stabile e non si segnalano tensioni interne. La criminalità, seppure con un tasso di incidenza più basso rispetto ad altri paesi dell'area, non è del tutto assente ma la vera problematica è data dall'assenza di servizi efficienti dal punto di vista sanitario e di risposta delle forze dell'ordine. In alcune aree del Paese (in particolare in prossimità del porto di Yap e della laguna di Chuuk) rimangono ordigni inesplosi risalenti al secondo conflitto mondiale. Un altro elemento di criticità è rappresentato dai terremoti e dalla natura insulare del Paese che lo rende particolarmente vulnerabile a cicloni e inondazioni (gli ultimi due tifoni particolarmente gravi si sono abbattuti sulle isole nel 2002 e nel 2004). Non si segnalano, infine, gruppi terroristici endogeni né legati al terrorismo internazionale e l'ubicazione remota del Paese non lo rende un obiettivo particolarmente rilevante.
Capitale: Palikir
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 702 km²
Popolazione: 106.104
Religioni: cattolica (52%), protestante (42%)
Lingue: inglese, dialetti locali
Moneta: United States dollar (USD)
PIL: 2.200 USD
Livello di criticità: Basso
L'arcipelago, situato nel Pacifico occidentale e composto di oltre 600 isole e atolli raggruppati in quattro stati principali (Kosrae, Pohnpei, Chuuk e Yap), è oggi una Federazione associata agli Stati Uniti. Si tratta in sostanza di uno Stato indipendente (dal 1986) dall'amministrazione autonoma, eccezion fatta per la difesa che è affidata agli USA. Il Trattato di Libera Associazione stipulato con il governo statunitense (e rinnovato nel 2004) fornisce assistenza economica alla Federazione e garantisce ai micronesiani il diritto di vivere e lavorare negli Stati Uniti come cittadini americani, consentendo, in cambio, agli USA di stabilire le proprie basi militari sul territorio. Gli Stati Federati di Micronesia (come il resto delle isole Caroline e come le Marshall) furono colonizzati da spagnoli e portoghesi, poi conquistati dal Giappone agli inizi del '900 e amministrati dagli USA dopo la seconda guerra mondiale come Territori fiduciari delle Isole del Pacifico. La figura del Presidente, eletto dal Congresso ogni 4 anni, coincide con il Capo del governo. Al Congresso, non essendo presenti partiti politici, figurano tutti candidati indipendenti.
L'attività economica si compone essenzialmente di pesca e agricoltura di sussistenza. Fosfati a parte, sono pochi i giacimenti minerari sfruttati sulle isole della Federazione. Il settore che potrebbe dare i maggiori frutti (data la presenza di spiagge incontaminate e l'opportunità di organizzare attività subacquee) è quello turistico, paradossalmente meno sviluppato per via dell'isolamento e della mancanza di strutture di accoglienza adeguate. Gli introiti maggiori che contribuiscono al PIL annuo provengono dagli aiuti statunitensi e questo rappresenta la maggiore criticità in campo economico: non solo contribuiscono ad ampliare il divario tra ricchi e poveri (in quanto sono le aziende e gli ufficiali a trarne i maggiori benefici) ma soprattutto non garantiscono una fonte di reddito nel futuro (i fondi assistenziali hanno un termine fissato al 2023). Puntare sullo sviluppo del settore privato, ridurre la dipendenza dagli aiuti americani e combattere l'alto tasso di disoccupazione (che si spiega anche per via del crescente numero di lavoratori filippini immigrati) sono tra le priorità del governo.
Dal punto di vista politico il Paese risulta stabile e non si segnalano tensioni interne. La criminalità, seppure con un tasso di incidenza più basso rispetto ad altri paesi dell'area, non è del tutto assente ma la vera problematica è data dall'assenza di servizi efficienti dal punto di vista sanitario e di risposta delle forze dell'ordine. In alcune aree del Paese (in particolare in prossimità del porto di Yap e della laguna di Chuuk) rimangono ordigni inesplosi risalenti al secondo conflitto mondiale. Un altro elemento di criticità è rappresentato dai terremoti e dalla natura insulare del Paese che lo rende particolarmente vulnerabile a cicloni e inondazioni (gli ultimi due tifoni particolarmente gravi si sono abbattuti sulle isole nel 2002 e nel 2004). Non si segnalano, infine, gruppi terroristici endogeni né legati al terrorismo internazionale e l'ubicazione remota del Paese non lo rende un obiettivo particolarmente rilevante.