Nigeria

Africa
L’entità che oggi conosciamo come Nigeria – il Paese più popoloso del continente africano – fu costituita nel 1914 quando, sotto il protettorato britannico, venne divisa per ragioni amministrative in quattro unità principali. Da quel momento in poi, la storia del Paese è stata caratterizzata dalla lotta per la conquista dell’indipendenza, ottenuta il 1° ottobre 1960, dapprima come monarchia legata alla corona britannica e poi come repubblica. Nel 1963 la Nigeria è divenuta una repubblica federale, ma dal 1979 ha oscillato tra un colpo di stato militare e l’altro, fino all’elezione democratica dei propri rappresentanti, raggiunta nel 1999 dopo 15 anni di dittatura. L’ex generale Olusegun Obasanjo è stato riconfermato al potere nel 2003, e nel 2007 è salito al potere Umaru Yar’adua, appoggiato dallo stesso Obasanjo. In seguito a problemi di salute, Yar’adua è stato sostituito dal vicepresidente Goodluck Jonathan, vincitore delle elezioni presidenziali del 2011. Alle elezioni presidenziali del 28 marzo del 2015 Jonathan è stato battuto dall’ex generale di fede musulmana Muhammadu Buhari, candidato dell’All Progressive Congress. Buhari ha ottenuto 15,4 milioni di voti contro i 13,3 milioni di Jonathan (54,5% contro 45,5%).
Dal punto di vista delle risorse, la Nigeria è tra i Paesi africani privilegiati: vanta il terzo posto nella produzione mondiale di olio di palma, possiede una rilevante produzione tessile e ha grandi disponibilità in campo forestale, essendo uno degli Stati più ricchi di vegetazione boschiva e forestale dell’Africa. Ma è il petrolio il vero protagonista della bilancia economica della Nigeria, cosa che ha permesso al Paese una rapida industrializzazione e urbanizzazione. Il Paese è membro dell’OPEC e la sua attività petrolifera è svolta da numerose società straniere, che avviano il greggio in parte all’esportazione e in parte agli impianti nazionali. Altrettanto importante è l’estrazione di gas naturale, di cui la Nigeria possiede i più ricchi giacimenti del continente. Inoltre, contribuiscono all’economia nigeriana altri minerali come stagno, carbone, ferro, zinco, piombo, oro e uranio. L’inflazione è al 10,8%.
Il gigante africano del petrolio si trova stretto tra contrasti etnico-religiosi fra il nord musulmano e il sud cristiano, le condizioni di povertà in cui versa buona parte della popolazione e proteste di natura politica. L’elevato rischio di rimanere vittime di episodi a carattere criminale rende pericoloso qualsiasi viaggio nel Paese: la criminalità rappresenta uno dei principali problemi per la Nigeria, nonostante gli sforzi compiuti dall’ultima amministrazione. A causa delle condizioni di povertà in cui versa la maggior parte della popolazione, sono molto frequenti in tutto il Paese i casi di furto, rapine e sequestri di persona, in particolare nel Delta del Niger. Per quanto riguarda il terrorismo internazionale, la principale minaccia terroristica proviene dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), che ha base nel sud ma capacità operativa su tutto il territorio. L’obiettivo politico del Mend è controllare i proventi della vendita del petrolio, indirizzando i propri attacchi contro le infrastrutture petrolifere e le istituzioni del governo.
Capitale: Abuja
Ordinamento: Repubblica federale
Superficie: 923.768 km²
Popolazione: 177.150.000
Religioni: islamica 50%, cristiana 40%
Lingue: inglese (ufficiale), hausa, yoruba
Moneta: naira (NGN)
PIL: 2.800 USD
Livello di criticità: Alto
L’entità che oggi conosciamo come Nigeria – il Paese più popoloso del continente africano – fu costituita nel 1914 quando, sotto il protettorato britannico, venne divisa per ragioni amministrative in quattro unità principali. Da quel momento in poi, la storia del Paese è stata caratterizzata dalla lotta per la conquista dell’indipendenza, ottenuta il 1° ottobre 1960, dapprima come monarchia legata alla corona britannica e poi come repubblica. Nel 1963 la Nigeria è divenuta una repubblica federale, ma dal 1979 ha oscillato tra un colpo di stato militare e l’altro, fino all’elezione democratica dei propri rappresentanti, raggiunta nel 1999 dopo 15 anni di dittatura. L’ex generale Olusegun Obasanjo è stato riconfermato al potere nel 2003, e nel 2007 è salito al potere Umaru Yar’adua, appoggiato dallo stesso Obasanjo. In seguito a problemi di salute, Yar’adua è stato sostituito dal vicepresidente Goodluck Jonathan, vincitore delle elezioni presidenziali del 2011. Alle elezioni presidenziali del 28 marzo del 2015 Jonathan è stato battuto dall’ex generale di fede musulmana Muhammadu Buhari, candidato dell’All Progressive Congress. Buhari ha ottenuto 15,4 milioni di voti contro i 13,3 milioni di Jonathan (54,5% contro 45,5%).
Dal punto di vista delle risorse, la Nigeria è tra i Paesi africani privilegiati: vanta il terzo posto nella produzione mondiale di olio di palma, possiede una rilevante produzione tessile e ha grandi disponibilità in campo forestale, essendo uno degli Stati più ricchi di vegetazione boschiva e forestale dell’Africa. Ma è il petrolio il vero protagonista della bilancia economica della Nigeria, cosa che ha permesso al Paese una rapida industrializzazione e urbanizzazione. Il Paese è membro dell’OPEC e la sua attività petrolifera è svolta da numerose società straniere, che avviano il greggio in parte all’esportazione e in parte agli impianti nazionali. Altrettanto importante è l’estrazione di gas naturale, di cui la Nigeria possiede i più ricchi giacimenti del continente. Inoltre, contribuiscono all’economia nigeriana altri minerali come stagno, carbone, ferro, zinco, piombo, oro e uranio. L’inflazione è al 10,8%.
Il gigante africano del petrolio si trova stretto tra contrasti etnico-religiosi fra il nord musulmano e il sud cristiano, le condizioni di povertà in cui versa buona parte della popolazione e proteste di natura politica. L’elevato rischio di rimanere vittime di episodi a carattere criminale rende pericoloso qualsiasi viaggio nel Paese: la criminalità rappresenta uno dei principali problemi per la Nigeria, nonostante gli sforzi compiuti dall’ultima amministrazione. A causa delle condizioni di povertà in cui versa la maggior parte della popolazione, sono molto frequenti in tutto il Paese i casi di furto, rapine e sequestri di persona, in particolare nel Delta del Niger. Per quanto riguarda il terrorismo internazionale, la principale minaccia terroristica proviene dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), che ha base nel sud ma capacità operativa su tutto il territorio. L’obiettivo politico del Mend è controllare i proventi della vendita del petrolio, indirizzando i propri attacchi contro le infrastrutture petrolifere e le istituzioni del governo.

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