Corea del nord
Asia dell'est
Aggiornata a giugno 2020 -
Divisa dalla Corea del Sud lungo il 38° parallelo sin dal 1945, la Repubblica Popolare Democratica di Corea è uno Stato socialista nato nel 1948. Dopo aver sperimentato la guerra con la Corea del Sud (1950-1953), nel corso degli anni ha ricercato l’indipendenza dalla sfera d’influenza sia dell’URSS che della Cina, isolandosi sul piano internazionale. La dittatura di Kim Il-Sung, durata dal 1948 fino alla sua morte nel 1994, è stata caratterizzata da una forte militarizzazione e dallo sviluppo di un programma nucleare che ne ha accentuato l’isolazionismo e ha ulteriormente impoverito il Paese, dirottando risorse anche in tempo di carestia. Nel 2002 il presidente degli Stati Uniti George W. Bush classificò la Corea del Nord tra i Paesi appartenenti al cosiddetto “asse del male” insieme a Iraq e Iran. Secondo Washington, i tre Paesi sono colpevoli della costruzione e dello sviluppo di armi di distruzione di massa. Con la successione al potere del figlio del “grande leader”, Kim Jong-Il, è stato informalmente istituito un regime comunista dinastico, confermato poi dalla nomina a presidente della commissione nazionale difesa (il più alto organo amministrativo) di Kim Jong-Un, terzogenito di Kim Jong-Il. La contraddittoria politica di distensione mescolata a segnali di aggressione e chiusura, rimane una caratteristica della Corea del Nord. La politica di Kim-Jong-Un sembra ripercorrere quella del padre, al quale è subentrato dopo che questi è deceduto nel dicembre 2011, avendo istituito un regime spietato con gli oppositori politici nonché con i suoi collaboratori sospettati di tradimento. Dopo i tentativi della Corea del Sud di riaprire i negoziati per una possibile riunificazione delle due Coree come un’unica entità federale - che avevano fatto sperare in un esito positivo - le relazioni con Seoul e con il resto della comunità internazionale sono nuovamente deteriorate a causa del ravvio dei test nucleari iniziati nel 2006 e di alcuni incidenti verificatisi al largo delle coste coreane fra le navi di Seoul e Pyongyang. Il dialogo tra la Casa Bianca e Corea del Nord continua a crescere nei toni ed è sembrato aver raggiunto un punto di non ritorno nell’aprile del 2017 quando in occasione dell’85esimo anniversario della fondazione delle forze armate nordcoreane, Pyongyang si è esibita in un’esercitazione spettacolare con l’utilizzo di armi nucleari a lungo raggio. La Nord Corea è l’ultima vera dittatura comunista in Asia.
Interrotto il silenzio che divideva le Coree da due anni, nel 2018 la partecipazione degli atleti nordcoreani alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang ha permesso “rompere il ghiaccio”, almeno temporaneamente. Il leader nordcoreano Kim Jong Un si dichiarava disponibile a discutere con gli Stati Uniti l’abbandono degli armamenti nucleari e a sospendere i test atomici e missilistici per tutta la durata dei colloqui. L'apertura dimostrata da Pyongyang ha portato a tre vertici tra Kim Jong Un e il presidente americano Donald Trump e ai summit con il presidente sudcoreano democratico Moon Jae in. Il primo, storico, incontro al vertice fra Trump e Kim, a Singapore, il 12 giugno del 2018, ha prodotto una dichiarazione, generica, di intenti in merito alla promessa di denuclearizzare la penisola coreana, senza menzionare dettagli relativi ai modi e tempi per realizzarla. Iniziava così a emergere la figura di Kim Jong Un quale leader presentabile sulla scena mondiale. Il dittatore ha compiuto così i primi viaggi all’estero da leader supremo. Kim ha incontrato più volte il presidente cinese Xi Jinping e, in un'occasione, anche il presidente Russo Vladimir Putin. Del resto, Cina e Russia, restano le uniche alleate di Pyongyang. L'ultimo summit di Kim Jong Un con Donald Trump, ad Hanoi in Vietnam nel febbraio del 2019, è naufragato, terminando senza alcun accordo, perché tra i due leader mancava ancora una visione comune su alleggerimento delle sanzioni e gesti concreti verso la denuclearizzazione. I colloqui in Svezia del novembre successivo tra le delegazioni statunitensi e nordcoreana si concludevano allo stesso modo. Il regime, frustrato per gli scarsi risultati, ha ripreso i test missilistici a medio raggio. Kim Jong Un tra aprile e maggio del 2020 è sparito dai media di Stato per 21 giorni, alimentando voci che lo volevano morto o nel letto di morte senza possibilità di recupero. Il 2 maggio del 2020 Kim è tornato ad apparire sui canali ufficiali, la propaganda nordcoreana ha pubblicato le foto del dittatore intento a tagliare il nastro alla cerimonia di inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti. Durante l’assenza di Kim Jong Un, è emersa la figura della sorella più giovane Kim Yo-jong. Il volto rosa del regime viene indicata come possibile nome a per la successione a Kim Jong Un, qualora sia necessario. Kim Jong Un intanto appare sempre meno sui canali ufficiali. Aumenta la tensione tra le due Coree, al punto che dopo alcune provocazioni da parte di Kim Yo-jong, la Corea del Nord fa esplodere l’ufficio di collegamento inter-coreano di Kaesong, attivato nel 2018 e simbolo della distensione politica sperimentata due anni prima.
Decenni di pianificazione economica centralizzata, di embargo internazionale, di cattiva gestione e di sviluppo primario dell’industria pesante a fini militari hanno impoverito il Paese che, dopo qualche anno di crescita record in seguito al 1948, ha poi sperimentato una recessione a partire dagli anni Settanta, dalla quale non si è più ripreso. La chiusura verso l’esterno ha limitato il commercio all’area dei Paesi comunisti, ma il crollo del blocco sovietico ha ridotto ulteriormente gli scambi. L’economia è dunque in perenne fase critica dovendo fare affidamento sugli aiuti internazionali senza i quali la Corea del Nord non può sopravvivere. Attualmente la Corea del Nord intrattiene relazioni commerciali con Vietnam, Laos, Cambogia, Russia e Cina (con la quale i rapporti si sono parzialmente deteriorati in seguito alle esercitazioni nucleari di Kim Jong-un nel 2017). Ha inoltre relazioni bilaterali con l'Iran. Dalla cessazione delle ostilità della guerra di Corea nel 1953 le relazioni tra il governo del Nord e la Corea del Sud, l'Unione europea, il Canada, gli Stati Uniti d'America e il Giappone sono rimaste tese. Nonostante gli attriti e le tensioni, Corea del Sud e Stati Uniti hanno fornito a Pyongyang ingenti aiuti per fare fronte alla carestia degli anni 1995-96 e durante la quale si stima siano morte per malnutrizione circa 2 milioni di persone. Nel 2005 il regime ha chiuso le frontiere a quasi tutte le organizzazioni umanitarie e ha dichiarato che non avrebbe più accettato aiuti internazionali, anche se in seguito ha poi ridato l’accesso ad alcune agenzie internazionali e acconsentito a ricevere finanziamenti sotto diversa denominazione. Le infrastrutture ferroviarie sono vecchie e scarse, come scarsa è la disponibilità di energia elettrica. La mancanza di investimenti e rigidi controlli sull’economia pianificata fanno sì che la Corea detenga oggi il quarto esercito più grande del mondo, anche se non adeguatamente equipaggiato e addestrato. La pandemia da Coronavirus e lo stallo dei negoziati con gli Stati Uniti hanno confermato i trend negativi dell'economia nordcoreana. Le sfide del passato sono rimaste le stesse: trovare dei modi per migliorare il contratto sociale tra lo Stato e il popolo, bilanciare l'esigenza di sopravvivenza del regime con quella dello sviluppo economico, aumentare il commercio e stimolare la crescita, nonostante il peso delle sanzioni internazionali. Gli obiettivi economici della National Economic Development Strategy per gli anni 2016-2020 non sono stati menzionati dal leader supremo nel maggio 2020. Kim Jong un ha invece invitato di recente i nordcoreani a "stringere di nuovo la cinghia".
Data la chiusura e la militarizzazione del Paese, non sono molti i dati verificabili. Tuttavia, si stima che ogni anno decine di migliaia di nordcoreani cerchino di passare la frontiera con la Cina per riuscire a sfuggire alla carestia, alle precarie condizioni economiche e alla repressione politica. La Corea del Nord è considerato un Paese dove vengono sistematicamente violati i diritti umani: per Amnesty International e Human Rights Watch, il livello di rispetto dei diritti umani è uno dei più bassi al mondo e ciò, insieme ai dissidi con la Corea del Sud per la reciproca rivendicazione dell'intera penisola coreana, è una delle cause di tensione con le nazioni occidentali. Le condizioni di vita di questo Stato sono fortemente segnate dalle sanzioni e dagli embarghi imposti dai Paesi occidentali, dalla fortissima corruzione della classe dirigente, tale da essere annoverata al secondo posto tra i Paesi con la più alta corruzione percepita del mondo secondo Transparency International, nonché dall'isolamento politico ed economico acuitosi dopo la dissoluzione dell'URSS. Nonostante Pyongyang non permetta l’accesso di osservatori indipendenti, vi sono testimonianze di pubbliche esecuzioni, campi di deportazione e di “rieducazione” dove la mortalità è estremamente alta. Abusi, stupri e torture sono anch’essi indicati come pratica comune. Sul piano internazionale, vari incidenti e provocazioni (soprattutto i test nucleari) continuano a minare i tentativi di apertura e di distensione della comunità internazionale.
La crisi dovuta alla Covid-19 non ha fatto che evidenziare un'altra criticità del Paese, ovvero la mancanza di un sistema sanitario nazionale capace di rispondere alla sfida posta dall'emergenza sanitaria. Gli ospedali in Corea del Nord sarebbero fermi agli anni Sessanta, secondo alcuni studi. La Corea del Nord non ha registrato alcun caso di infezione da Covid-19, secondo quanto riferito dai canali ufficiali. Tuttavia, secondo molti esperti, è difficile credere alle dichiarazioni di Pyongyang. È vero anche che il regime ha intrapreso misure già a partire dal 21-22 gennaio 2020 per contenere l’epidemia. Ha bandito gli arrivi di turisti dall'estero, fermato i voli e i treni e ha messo sotto osservazione i diplomatici stranieri. A Sinuiju - sito chiave per gli scambi con la Cina – a partire dal 25 gennaio sono state fermate le attività. Due giorni dopo il confine con la Cina è stato chiuso.
Capitale: Pyongyang
Ordinamento: Repubblica socialista
Superficie: 120.538 km²
Popolazione: 25.6 millioni
Religioni: confucianesimo, buddismo, ateismo, altre
Lingue: coreano
Moneta: won nordcoreano (KPW)
PIL: $ 40.0 miliardi; $1,700 pro capite;
Livello di criticità: Alto
Aggiornata a giugno 2020 -
Divisa dalla Corea del Sud lungo il 38° parallelo sin dal 1945, la Repubblica Popolare Democratica di Corea è uno Stato socialista nato nel 1948. Dopo aver sperimentato la guerra con la Corea del Sud (1950-1953), nel corso degli anni ha ricercato l’indipendenza dalla sfera d’influenza sia dell’URSS che della Cina, isolandosi sul piano internazionale. La dittatura di Kim Il-Sung, durata dal 1948 fino alla sua morte nel 1994, è stata caratterizzata da una forte militarizzazione e dallo sviluppo di un programma nucleare che ne ha accentuato l’isolazionismo e ha ulteriormente impoverito il Paese, dirottando risorse anche in tempo di carestia. Nel 2002 il presidente degli Stati Uniti George W. Bush classificò la Corea del Nord tra i Paesi appartenenti al cosiddetto “asse del male” insieme a Iraq e Iran. Secondo Washington, i tre Paesi sono colpevoli della costruzione e dello sviluppo di armi di distruzione di massa. Con la successione al potere del figlio del “grande leader”, Kim Jong-Il, è stato informalmente istituito un regime comunista dinastico, confermato poi dalla nomina a presidente della commissione nazionale difesa (il più alto organo amministrativo) di Kim Jong-Un, terzogenito di Kim Jong-Il. La contraddittoria politica di distensione mescolata a segnali di aggressione e chiusura, rimane una caratteristica della Corea del Nord. La politica di Kim-Jong-Un sembra ripercorrere quella del padre, al quale è subentrato dopo che questi è deceduto nel dicembre 2011, avendo istituito un regime spietato con gli oppositori politici nonché con i suoi collaboratori sospettati di tradimento. Dopo i tentativi della Corea del Sud di riaprire i negoziati per una possibile riunificazione delle due Coree come un’unica entità federale - che avevano fatto sperare in un esito positivo - le relazioni con Seoul e con il resto della comunità internazionale sono nuovamente deteriorate a causa del ravvio dei test nucleari iniziati nel 2006 e di alcuni incidenti verificatisi al largo delle coste coreane fra le navi di Seoul e Pyongyang. Il dialogo tra la Casa Bianca e Corea del Nord continua a crescere nei toni ed è sembrato aver raggiunto un punto di non ritorno nell’aprile del 2017 quando in occasione dell’85esimo anniversario della fondazione delle forze armate nordcoreane, Pyongyang si è esibita in un’esercitazione spettacolare con l’utilizzo di armi nucleari a lungo raggio. La Nord Corea è l’ultima vera dittatura comunista in Asia.
Interrotto il silenzio che divideva le Coree da due anni, nel 2018 la partecipazione degli atleti nordcoreani alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang ha permesso “rompere il ghiaccio”, almeno temporaneamente. Il leader nordcoreano Kim Jong Un si dichiarava disponibile a discutere con gli Stati Uniti l’abbandono degli armamenti nucleari e a sospendere i test atomici e missilistici per tutta la durata dei colloqui. L'apertura dimostrata da Pyongyang ha portato a tre vertici tra Kim Jong Un e il presidente americano Donald Trump e ai summit con il presidente sudcoreano democratico Moon Jae in. Il primo, storico, incontro al vertice fra Trump e Kim, a Singapore, il 12 giugno del 2018, ha prodotto una dichiarazione, generica, di intenti in merito alla promessa di denuclearizzare la penisola coreana, senza menzionare dettagli relativi ai modi e tempi per realizzarla. Iniziava così a emergere la figura di Kim Jong Un quale leader presentabile sulla scena mondiale. Il dittatore ha compiuto così i primi viaggi all’estero da leader supremo. Kim ha incontrato più volte il presidente cinese Xi Jinping e, in un'occasione, anche il presidente Russo Vladimir Putin. Del resto, Cina e Russia, restano le uniche alleate di Pyongyang. L'ultimo summit di Kim Jong Un con Donald Trump, ad Hanoi in Vietnam nel febbraio del 2019, è naufragato, terminando senza alcun accordo, perché tra i due leader mancava ancora una visione comune su alleggerimento delle sanzioni e gesti concreti verso la denuclearizzazione. I colloqui in Svezia del novembre successivo tra le delegazioni statunitensi e nordcoreana si concludevano allo stesso modo. Il regime, frustrato per gli scarsi risultati, ha ripreso i test missilistici a medio raggio. Kim Jong Un tra aprile e maggio del 2020 è sparito dai media di Stato per 21 giorni, alimentando voci che lo volevano morto o nel letto di morte senza possibilità di recupero. Il 2 maggio del 2020 Kim è tornato ad apparire sui canali ufficiali, la propaganda nordcoreana ha pubblicato le foto del dittatore intento a tagliare il nastro alla cerimonia di inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti. Durante l’assenza di Kim Jong Un, è emersa la figura della sorella più giovane Kim Yo-jong. Il volto rosa del regime viene indicata come possibile nome a per la successione a Kim Jong Un, qualora sia necessario. Kim Jong Un intanto appare sempre meno sui canali ufficiali. Aumenta la tensione tra le due Coree, al punto che dopo alcune provocazioni da parte di Kim Yo-jong, la Corea del Nord fa esplodere l’ufficio di collegamento inter-coreano di Kaesong, attivato nel 2018 e simbolo della distensione politica sperimentata due anni prima.
Decenni di pianificazione economica centralizzata, di embargo internazionale, di cattiva gestione e di sviluppo primario dell’industria pesante a fini militari hanno impoverito il Paese che, dopo qualche anno di crescita record in seguito al 1948, ha poi sperimentato una recessione a partire dagli anni Settanta, dalla quale non si è più ripreso. La chiusura verso l’esterno ha limitato il commercio all’area dei Paesi comunisti, ma il crollo del blocco sovietico ha ridotto ulteriormente gli scambi. L’economia è dunque in perenne fase critica dovendo fare affidamento sugli aiuti internazionali senza i quali la Corea del Nord non può sopravvivere. Attualmente la Corea del Nord intrattiene relazioni commerciali con Vietnam, Laos, Cambogia, Russia e Cina (con la quale i rapporti si sono parzialmente deteriorati in seguito alle esercitazioni nucleari di Kim Jong-un nel 2017). Ha inoltre relazioni bilaterali con l'Iran. Dalla cessazione delle ostilità della guerra di Corea nel 1953 le relazioni tra il governo del Nord e la Corea del Sud, l'Unione europea, il Canada, gli Stati Uniti d'America e il Giappone sono rimaste tese. Nonostante gli attriti e le tensioni, Corea del Sud e Stati Uniti hanno fornito a Pyongyang ingenti aiuti per fare fronte alla carestia degli anni 1995-96 e durante la quale si stima siano morte per malnutrizione circa 2 milioni di persone. Nel 2005 il regime ha chiuso le frontiere a quasi tutte le organizzazioni umanitarie e ha dichiarato che non avrebbe più accettato aiuti internazionali, anche se in seguito ha poi ridato l’accesso ad alcune agenzie internazionali e acconsentito a ricevere finanziamenti sotto diversa denominazione. Le infrastrutture ferroviarie sono vecchie e scarse, come scarsa è la disponibilità di energia elettrica. La mancanza di investimenti e rigidi controlli sull’economia pianificata fanno sì che la Corea detenga oggi il quarto esercito più grande del mondo, anche se non adeguatamente equipaggiato e addestrato. La pandemia da Coronavirus e lo stallo dei negoziati con gli Stati Uniti hanno confermato i trend negativi dell'economia nordcoreana. Le sfide del passato sono rimaste le stesse: trovare dei modi per migliorare il contratto sociale tra lo Stato e il popolo, bilanciare l'esigenza di sopravvivenza del regime con quella dello sviluppo economico, aumentare il commercio e stimolare la crescita, nonostante il peso delle sanzioni internazionali. Gli obiettivi economici della National Economic Development Strategy per gli anni 2016-2020 non sono stati menzionati dal leader supremo nel maggio 2020. Kim Jong un ha invece invitato di recente i nordcoreani a "stringere di nuovo la cinghia".
Data la chiusura e la militarizzazione del Paese, non sono molti i dati verificabili. Tuttavia, si stima che ogni anno decine di migliaia di nordcoreani cerchino di passare la frontiera con la Cina per riuscire a sfuggire alla carestia, alle precarie condizioni economiche e alla repressione politica. La Corea del Nord è considerato un Paese dove vengono sistematicamente violati i diritti umani: per Amnesty International e Human Rights Watch, il livello di rispetto dei diritti umani è uno dei più bassi al mondo e ciò, insieme ai dissidi con la Corea del Sud per la reciproca rivendicazione dell'intera penisola coreana, è una delle cause di tensione con le nazioni occidentali. Le condizioni di vita di questo Stato sono fortemente segnate dalle sanzioni e dagli embarghi imposti dai Paesi occidentali, dalla fortissima corruzione della classe dirigente, tale da essere annoverata al secondo posto tra i Paesi con la più alta corruzione percepita del mondo secondo Transparency International, nonché dall'isolamento politico ed economico acuitosi dopo la dissoluzione dell'URSS. Nonostante Pyongyang non permetta l’accesso di osservatori indipendenti, vi sono testimonianze di pubbliche esecuzioni, campi di deportazione e di “rieducazione” dove la mortalità è estremamente alta. Abusi, stupri e torture sono anch’essi indicati come pratica comune. Sul piano internazionale, vari incidenti e provocazioni (soprattutto i test nucleari) continuano a minare i tentativi di apertura e di distensione della comunità internazionale.
La crisi dovuta alla Covid-19 non ha fatto che evidenziare un'altra criticità del Paese, ovvero la mancanza di un sistema sanitario nazionale capace di rispondere alla sfida posta dall'emergenza sanitaria. Gli ospedali in Corea del Nord sarebbero fermi agli anni Sessanta, secondo alcuni studi. La Corea del Nord non ha registrato alcun caso di infezione da Covid-19, secondo quanto riferito dai canali ufficiali. Tuttavia, secondo molti esperti, è difficile credere alle dichiarazioni di Pyongyang. È vero anche che il regime ha intrapreso misure già a partire dal 21-22 gennaio 2020 per contenere l’epidemia. Ha bandito gli arrivi di turisti dall'estero, fermato i voli e i treni e ha messo sotto osservazione i diplomatici stranieri. A Sinuiju - sito chiave per gli scambi con la Cina – a partire dal 25 gennaio sono state fermate le attività. Due giorni dopo il confine con la Cina è stato chiuso.