Nuova Zelanda
Oceania
Colonia inglese prima e dominion poi, la Nuova Zelanda acquisisce l’indipendenza nel 1947, attraverso la ratifica dello Statuto di Westminster del 1931. La monarchia costituzionale riconosce come capo dello Stato il sovrano di Gran Bretagna. Il legame con il Regno Unito nell’ambito del Commonwealth porterà al Paese prosperità economica fino agli anni Settanta. Nel 1975 i maori impongono l’istituzione di un tribunale per indagare sulle supposte violazioni del Trattato di Waitangi del 1840, primo vero atto costitutivo del Paese, con il quale i nativi avevano accettato la sovranità britannica. Negli stessi anni il malcontento si tradurrà, sotto il Governo conservatore del Primo Ministro Bolger, in proteste foriere dell’accordo del 1995 che restituirà alle tribù parte delle terre sottratte da quel Trattato. La laburista Helen Clark resterà al governo fino al 2008, quando i conservatori, complice la più lunga crisi economica nella storia della Nuova Zelanda, otterranno nuovamente la maggioranza con John Key, attuale primo ministro, riconfermato nel novembre 2011.
La Nuova Zelanda non possiede rilevanti risorse naturali, ma dispone di un grande potenziale idroelettrico che la rende energeticamente autosufficiente. La sua prosperità (una classifica del 2009 la poneva al primo posto dei paesi più vivibili al mondo) è basata essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame e sulle connesse attività industriali. Le esportazioni derivano principalmente da: lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici, conservazione delle carni, produzione e lavorazione del latte, concia delle pelli, lavorazione della lana. Si tratta di attività che necessitano di forti incentivi all’esportazione. Infatti, il commercio estero è un settore vitale per l’economia del Paese (inflazione al 4,5%).
Il basso rischio di terrorismo e un ridotto tasso di criminalità rendono la Nuova Zelanda un Paese sicuro e privo di grandi pericoli. Le rare proteste dei nativi hanno trovato nel tempo le soluzioni più concilianti, senza mai sfociare in alcun modo in disordini o episodi violenti. Con riferimento al rischio terrorismo, l’unica potenziale minaccia arriva dalla partecipazione neozelandese alla guerra in Afghanistan in sostegno degli Stati Uniti, ma, ad oggi, non si sono mai registrati eventi o tentativi di stampo terroristico. I terremoti, numerosi e intensi, e la condizione insulare che rende l’isola soggetta a tsunami e inondazioni, rappresentano tuttavia una concreta minaccia, contribuendo a innalzare il livello di rischio complessivo del Paese.
Capitale: Wellington
Ordinamento: Monarchia parlamentare
Superficie: 267.710 km²
Popolazione: 4.327.944
Religioni: anglicana (14%), cattolica (13%)
Lingue: inglese (ufficiale), maori, altre
Moneta: dollaro neozelandese (NZD)
PIL: 27.900 USD
Livello di criticità: Basso
Colonia inglese prima e dominion poi, la Nuova Zelanda acquisisce l’indipendenza nel 1947, attraverso la ratifica dello Statuto di Westminster del 1931. La monarchia costituzionale riconosce come capo dello Stato il sovrano di Gran Bretagna. Il legame con il Regno Unito nell’ambito del Commonwealth porterà al Paese prosperità economica fino agli anni Settanta. Nel 1975 i maori impongono l’istituzione di un tribunale per indagare sulle supposte violazioni del Trattato di Waitangi del 1840, primo vero atto costitutivo del Paese, con il quale i nativi avevano accettato la sovranità britannica. Negli stessi anni il malcontento si tradurrà, sotto il Governo conservatore del Primo Ministro Bolger, in proteste foriere dell’accordo del 1995 che restituirà alle tribù parte delle terre sottratte da quel Trattato. La laburista Helen Clark resterà al governo fino al 2008, quando i conservatori, complice la più lunga crisi economica nella storia della Nuova Zelanda, otterranno nuovamente la maggioranza con John Key, attuale primo ministro, riconfermato nel novembre 2011.
La Nuova Zelanda non possiede rilevanti risorse naturali, ma dispone di un grande potenziale idroelettrico che la rende energeticamente autosufficiente. La sua prosperità (una classifica del 2009 la poneva al primo posto dei paesi più vivibili al mondo) è basata essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame e sulle connesse attività industriali. Le esportazioni derivano principalmente da: lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici, conservazione delle carni, produzione e lavorazione del latte, concia delle pelli, lavorazione della lana. Si tratta di attività che necessitano di forti incentivi all’esportazione. Infatti, il commercio estero è un settore vitale per l’economia del Paese (inflazione al 4,5%).
Il basso rischio di terrorismo e un ridotto tasso di criminalità rendono la Nuova Zelanda un Paese sicuro e privo di grandi pericoli. Le rare proteste dei nativi hanno trovato nel tempo le soluzioni più concilianti, senza mai sfociare in alcun modo in disordini o episodi violenti. Con riferimento al rischio terrorismo, l’unica potenziale minaccia arriva dalla partecipazione neozelandese alla guerra in Afghanistan in sostegno degli Stati Uniti, ma, ad oggi, non si sono mai registrati eventi o tentativi di stampo terroristico. I terremoti, numerosi e intensi, e la condizione insulare che rende l’isola soggetta a tsunami e inondazioni, rappresentano tuttavia una concreta minaccia, contribuendo a innalzare il livello di rischio complessivo del Paese.