Rep. Dominicana

America Centrale
Indipendente dalla Spagna fin dal 1844, la Repubblica Dominicana viene occupata militarmente dagli Stati Uniti nel 1916, che vi insediano al potere Rafael Leonidas Trujillo, con l'incarico di tutelare i loro interessi economici sull'isola. La dittatura di Trujillo dura fino al 1961, quando viene ucciso da una congiura. Le prime elezioni libere portano al potere Juan Bisch Gaviño, esponente del Partido Revolucionario Dominicano (PRD), le cui posizioni politiche risultano però inaccettabili per gli Stati Uniti che, infatti, nel 1962 invadono l'isola per la seconda volta, rimanendovi fino al 1965. L'anno successivo è approvata la Costituzione che ne fa una Repubblica presidenziale e viene eletto presidente il filo-americano Joaquin Balaguer, che governerà fino al 1996, con alcune pause a favore di esponenti del PRD. Dopo la Presidenza di Leonel Fernandez Reyna, esponente del Partito di Liberazione Dominicano (PLD) - eletto una prima volta dal 1996 al 2000 e poi riconfermato nel 2004 e nel 2008 -, il 20 maggio 2012 Danilo Medina diviene il nuovo presidente.
Il motore dell’economia dominicana è rappresentato dal settore terziario, in particolare quello basato sull’industria del turismo, che ha conosciuto un buono sviluppo a partire soprattutto dagli anni Novanta. Per il resto, l’economia è ancorata all’agricoltura e alle colture da piantagione che, per lo più alimentano l’export e appaiono insufficienti al fabbisogno interno. Le poche industrie del Paese sono prettamente artigianali, nonostante la ricchezza di minerali da estrarre, come la bauxite. La Repubblica Dominicana rappresenta uno dei Paesi più poveri dell’area caraibica, ma con condizioni di vita superiori rispetto alla confinante Haiti: quasi un milione di haitiani vivono e lavorano illegalmente nel Paese.
La minaccia di terrorismo nella Repubblica Dominicana è praticamente nulla. Ma, se il Paese non presenta grossi rischi per la sicurezza legati al terrorismo, di contro è molto diffusa la criminalità. Avvengono di frequente episodi violenti, tra cui numerosi omicidi, che tendenzialmente restano circoscritti all’interno della comunità locale, ma possono alle volte coinvolgere stranieri. Non di rado si verificano manifestazioni politiche e di protesta, e scioperi che potrebbero degenerare in maniera violenta. Solitamente questo genere di dimostrazioni pubbliche avviene nella capitale, e raramente in prossimità delle aree turistiche. In alcuni periodi dell’anno, in particolare tra maggio e ottobre, le condizioni climatiche possono determinare situazioni di grave pericolo: uragani, alluvioni e frane.
Capitale: Santo Domingo
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 48.670 km²
Popolazione: 9.956.648
Religioni: cattolica (95%), altre (5%)
Lingue: spagnolo
Moneta: peso dominicano (DOP)
PIL: 8.900 USD
Livello di criticità: Basso
Indipendente dalla Spagna fin dal 1844, la Repubblica Dominicana viene occupata militarmente dagli Stati Uniti nel 1916, che vi insediano al potere Rafael Leonidas Trujillo, con l'incarico di tutelare i loro interessi economici sull'isola. La dittatura di Trujillo dura fino al 1961, quando viene ucciso da una congiura. Le prime elezioni libere portano al potere Juan Bisch Gaviño, esponente del Partido Revolucionario Dominicano (PRD), le cui posizioni politiche risultano però inaccettabili per gli Stati Uniti che, infatti, nel 1962 invadono l'isola per la seconda volta, rimanendovi fino al 1965. L'anno successivo è approvata la Costituzione che ne fa una Repubblica presidenziale e viene eletto presidente il filo-americano Joaquin Balaguer, che governerà fino al 1996, con alcune pause a favore di esponenti del PRD. Dopo la Presidenza di Leonel Fernandez Reyna, esponente del Partito di Liberazione Dominicano (PLD) - eletto una prima volta dal 1996 al 2000 e poi riconfermato nel 2004 e nel 2008 -, il 20 maggio 2012 Danilo Medina diviene il nuovo presidente.
Il motore dell’economia dominicana è rappresentato dal settore terziario, in particolare quello basato sull’industria del turismo, che ha conosciuto un buono sviluppo a partire soprattutto dagli anni Novanta. Per il resto, l’economia è ancorata all’agricoltura e alle colture da piantagione che, per lo più alimentano l’export e appaiono insufficienti al fabbisogno interno. Le poche industrie del Paese sono prettamente artigianali, nonostante la ricchezza di minerali da estrarre, come la bauxite. La Repubblica Dominicana rappresenta uno dei Paesi più poveri dell’area caraibica, ma con condizioni di vita superiori rispetto alla confinante Haiti: quasi un milione di haitiani vivono e lavorano illegalmente nel Paese.
La minaccia di terrorismo nella Repubblica Dominicana è praticamente nulla. Ma, se il Paese non presenta grossi rischi per la sicurezza legati al terrorismo, di contro è molto diffusa la criminalità. Avvengono di frequente episodi violenti, tra cui numerosi omicidi, che tendenzialmente restano circoscritti all’interno della comunità locale, ma possono alle volte coinvolgere stranieri. Non di rado si verificano manifestazioni politiche e di protesta, e scioperi che potrebbero degenerare in maniera violenta. Solitamente questo genere di dimostrazioni pubbliche avviene nella capitale, e raramente in prossimità delle aree turistiche. In alcuni periodi dell’anno, in particolare tra maggio e ottobre, le condizioni climatiche possono determinare situazioni di grave pericolo: uragani, alluvioni e frane.

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