Togo
Africa
Colonia tedesca sin dal 1884 nota come Togoland, all’inizio della prima guerra mondiale il Paese fu spartito tra le potenze britannica e francese, e gestito sotto mandato della Società delle Nazioni prima e dell’ONU poi. La spartizione fu ufficializzata dal referendum del 1956, che sancì l’annessione al Ghana della parte britannica, lasciando la rimanente parte, ossia l’odierno Togo, in mano francese. Ottenuta l’indipendenza dalla Francia nel 1960, Sylvanus Olympio fu eletto primo presidente, ma cadde tre anni più tardi durante un colpo di stato militare. Salì al potere il fratello, Nicolas Grunitzky, rovesciato a sua volta nel 1967 da un altro golpe, guidato dal colonnello Etienne Eyadema. Questi instaurò un regime monopartitico, nazionalizzando le principali risorse economiche del Togo e lanciando una campagna di africanizzazione. Con il favore della Francia, restò al potere fino alla morte (2005), grazie a ripetuti plebisciti. Un golpe mascherato portò quindi alla successione il figlio, attuale presidente, Faure Gnassingbe: le condanne internazionali lo spinsero però a dimettersi e a indire nuove elezioni, ma queste lo videro ad ogni modo vincitore. Oggi Gnassingbe ha avviato un processo di riconciliazione nazionale, seppur la transizione democratica non è completata. In base alla Costituzione del 1992, il Togo è una Repubblica parlamentare di tipo presidenziale.
Se i colonizzatori tedeschi contribuirono allo sviluppo del Paese con la costruzione di vie di comunicazione e numerose infrastrutture, sotto i francesi fu dato un forte impulso all’agricoltura: nacquero e proliferarono così le piantagioni di cacao, caffè e palma da olio, da cui ancora oggi il Paese in buona parte dipende. Oggi l’economia togolese continua a dipendere da capitali e investimenti esteri, con un’inflazione pari al 2,6%. L’industria è infatti concentrata nella trasformazione dei prodotti agricoli e nell’estrazione di minerali quali ferro, cromo e manganese. Dal punto di vista politico-economico, a Lagos è stata istituita nel 1975 la Comunità Economica dell’Africa Occidentale (CEDEAO) e la capitale Lomé è stata sede della Convenzione tra Europa e Stati africani per le relazioni commerciali e finanziarie.
Il rischio terrorismo in Togo è basso e non si registrano affiliazioni di sorta con gruppi terroristici internazionali o attività terroristiche trans-nazionali. A seguito delle ultime elezioni presidenziali (2010) si sono registrate manifestazioni di protesta da parte di studenti e oppositori del governo e queste, benché sporadiche, potrebbero facilmente degenerare in scontri violenti. Bisogna tuttavia riconoscere che dal 2005 al 2012 la situazione è molto migliorata dal punto di vista della vita pubblica e politica e tali manifestazioni sembrano essere meno frequenti e più pacifiche. Un effettivo pericolo è posto invece dalla micro-criminalità, in tendenziale aumento. Casi di furti, borseggi e rapine diventano sempre più violenti, in particolare nella capitale, a fronte di un corpo di polizia insufficiente e impreparato. Il rischio vale tanto per i togolesi quanto per gli stranieri. Tra le truffe più in voga nell’ultimo periodo si segnalano casi di scamming (frode perpetrata tramite internet, in cui viene inviata una e-mail nella quale si promettono grossi guadagni in cambio di somme di denaro da anticipare).
Capitale: Lomé
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 56.785 km²
Popolazione: 7.154.237
Religioni: animista (51%), cristiana (29%)
Lingue: francese (ufficiale), altre
Moneta: franco CFA (XOF)
PIL: 1.100 USD
Livello di criticità: Medio
Colonia tedesca sin dal 1884 nota come Togoland, all’inizio della prima guerra mondiale il Paese fu spartito tra le potenze britannica e francese, e gestito sotto mandato della Società delle Nazioni prima e dell’ONU poi. La spartizione fu ufficializzata dal referendum del 1956, che sancì l’annessione al Ghana della parte britannica, lasciando la rimanente parte, ossia l’odierno Togo, in mano francese. Ottenuta l’indipendenza dalla Francia nel 1960, Sylvanus Olympio fu eletto primo presidente, ma cadde tre anni più tardi durante un colpo di stato militare. Salì al potere il fratello, Nicolas Grunitzky, rovesciato a sua volta nel 1967 da un altro golpe, guidato dal colonnello Etienne Eyadema. Questi instaurò un regime monopartitico, nazionalizzando le principali risorse economiche del Togo e lanciando una campagna di africanizzazione. Con il favore della Francia, restò al potere fino alla morte (2005), grazie a ripetuti plebisciti. Un golpe mascherato portò quindi alla successione il figlio, attuale presidente, Faure Gnassingbe: le condanne internazionali lo spinsero però a dimettersi e a indire nuove elezioni, ma queste lo videro ad ogni modo vincitore. Oggi Gnassingbe ha avviato un processo di riconciliazione nazionale, seppur la transizione democratica non è completata. In base alla Costituzione del 1992, il Togo è una Repubblica parlamentare di tipo presidenziale.
Se i colonizzatori tedeschi contribuirono allo sviluppo del Paese con la costruzione di vie di comunicazione e numerose infrastrutture, sotto i francesi fu dato un forte impulso all’agricoltura: nacquero e proliferarono così le piantagioni di cacao, caffè e palma da olio, da cui ancora oggi il Paese in buona parte dipende. Oggi l’economia togolese continua a dipendere da capitali e investimenti esteri, con un’inflazione pari al 2,6%. L’industria è infatti concentrata nella trasformazione dei prodotti agricoli e nell’estrazione di minerali quali ferro, cromo e manganese. Dal punto di vista politico-economico, a Lagos è stata istituita nel 1975 la Comunità Economica dell’Africa Occidentale (CEDEAO) e la capitale Lomé è stata sede della Convenzione tra Europa e Stati africani per le relazioni commerciali e finanziarie.
Il rischio terrorismo in Togo è basso e non si registrano affiliazioni di sorta con gruppi terroristici internazionali o attività terroristiche trans-nazionali. A seguito delle ultime elezioni presidenziali (2010) si sono registrate manifestazioni di protesta da parte di studenti e oppositori del governo e queste, benché sporadiche, potrebbero facilmente degenerare in scontri violenti. Bisogna tuttavia riconoscere che dal 2005 al 2012 la situazione è molto migliorata dal punto di vista della vita pubblica e politica e tali manifestazioni sembrano essere meno frequenti e più pacifiche. Un effettivo pericolo è posto invece dalla micro-criminalità, in tendenziale aumento. Casi di furti, borseggi e rapine diventano sempre più violenti, in particolare nella capitale, a fronte di un corpo di polizia insufficiente e impreparato. Il rischio vale tanto per i togolesi quanto per gli stranieri. Tra le truffe più in voga nell’ultimo periodo si segnalano casi di scamming (frode perpetrata tramite internet, in cui viene inviata una e-mail nella quale si promettono grossi guadagni in cambio di somme di denaro da anticipare).