Vietnam
Asia sud-est
Tra il 1960 e la metà 1975 il Paese è stato teatro del lungo e famigerato conflitto che prende il nome di Guerra del Vietnam, con il coinvolgimento delle forze insurrezionali filo-comuniste che si opponevano al governo autoritario filo-americano, costituito nella zona meridionale del Paese. Si creò quindi uno scontro tra l’esercito regolare del Vietnam del Nord e quello del Sud. La Cina e l’Unione Sovietica sostennero il Vietnam del Nord e le forze Viet Cong, con forniture di armi e con l’appoggio politico-diplomatico, mentre gli Stati Uniti inviarono numerosissime truppe nell’arco temporale 1965-1972, subendo pesanti perdite, fino a lasciare il Paese nel 1973. Nel 1975, con la caduta di Saigon (attualmente denominata Ho Chi Minh City), la guerra volse al termine, portando alla sconfitta del governo del Vietnam del Sud e stabilendo la riunificazione politica del territorio, sotto il governo comunista. Il 2 luglio 1976 è stata proclamata ufficialmente la Repubblica Socialista del Vietnam. Attualmente, la forma governativa adottata in Vietnam è una Repubblica Presidenziale, con la totale autorità del Partito Comunista e del Fronte Patriottico Vietnamita (FPV), anche se la nuova Costituzione del 15 aprile 1992 sancisce la rinuncia al marxismo-leninismo.
Il Vietnam ha un’economia piuttosto arretrata, legata in buona parte all’agricoltura tradizionale, che occupa circa la metà della popolazione: grazie alle fertili terre nella regione del Tonchino e della Cocincina, irrigate da dighe e canali costruiti ad hoc, abbonda di colture risicole (è il quinto produttore al mondo di riso), cerealicole, e produce grandi quantità di patate e frutta tropicale. Questi prodotti vengono destinati per lo più al mercato asiatico, dove la richiesta è enorme. A ciò si aggiunga una discreta produzione di legname e bambù. Il mercato ittico risente delle favorevoli condizioni ambientali e dell’ammodernamento dei porti e delle flotte mercantili del Paese, grazie alle quali viene sostenuto l’export. L’allevamento di suini è molto praticato, soprattutto nei villaggi, e sopperisce alla domanda interna. Nonostante la presenza di petrolio (non raffinato), gas e minerali come carbone e metalli, l’industria è concentrata più che altro nel settore meccanico, chimico, tessile, alimentare e artigianale. È comunque in via di sviluppo il settore siderurgico e metallurgico. L’inflazione si attesta attorno all’11,8%.
Il Paese è considerato uno tra i più sicuri dell’area sud-est asiatica. Non risultano pressioni terroristiche provenienti da gruppi indigeni o da organizzazioni esterne. È tuttavia consigliato tenersi sempre lontani da dimostrazioni pubbliche che potrebbero avere risvolti violenti. Il sistema statale vietnamita si basa, infatti, sulla monocrazia partitica ed esercita un’azione di controllo in diversi ambiti, limitando l’utilizzo di internet e in particolare dei social network, come Facebook. La particolare situazione sociale porta, anche se sporadicamente, a manifestazioni con scontri tra polizia e gruppi di dissidenti: l’ultimo episodio significativo risale al 2004, nelle regioni centrali. Più recentemente, nel 2011, si sono verificate proteste nell’area del Muong Nhe, al confine tra Laos e Cina. Il 25 aprile 2012 violenti scontri hanno avuto luogo tra la polizia e gli abitanti di un villaggio nei pressi di Hanoi a cui il governo aveva espropriato case e terreni. Nelle zone centrali e lungo il confine con il Laos è alto il rischio di mine inesplose. Da segnalare, inoltre, che il clima del Vietnam è monsonico e si contraddistingue per precipitazioni abbondantissime specie nella stagione estiva. Nello stesso periodo, sono inoltre frequenti tifoni nelle aree meridionali. Ciò contribuisce a innalzare il livello di rischio complessivo del Paese, unitamente alle precarie condizioni igienico-sanitarie.
Capitale: Hanoi
Ordinamento: Repubblica socialista
Superficie: 331.210 km²
Popolazione: 91.519.289
Religioni: ateista (80%), buddista (9%)
Lingue: vietnamita, inglese, francese, cinese
Moneta: dong (VND)
PIL: 3.400 USD
Livello di criticità: Basso
Tra il 1960 e la metà 1975 il Paese è stato teatro del lungo e famigerato conflitto che prende il nome di Guerra del Vietnam, con il coinvolgimento delle forze insurrezionali filo-comuniste che si opponevano al governo autoritario filo-americano, costituito nella zona meridionale del Paese. Si creò quindi uno scontro tra l’esercito regolare del Vietnam del Nord e quello del Sud. La Cina e l’Unione Sovietica sostennero il Vietnam del Nord e le forze Viet Cong, con forniture di armi e con l’appoggio politico-diplomatico, mentre gli Stati Uniti inviarono numerosissime truppe nell’arco temporale 1965-1972, subendo pesanti perdite, fino a lasciare il Paese nel 1973. Nel 1975, con la caduta di Saigon (attualmente denominata Ho Chi Minh City), la guerra volse al termine, portando alla sconfitta del governo del Vietnam del Sud e stabilendo la riunificazione politica del territorio, sotto il governo comunista. Il 2 luglio 1976 è stata proclamata ufficialmente la Repubblica Socialista del Vietnam. Attualmente, la forma governativa adottata in Vietnam è una Repubblica Presidenziale, con la totale autorità del Partito Comunista e del Fronte Patriottico Vietnamita (FPV), anche se la nuova Costituzione del 15 aprile 1992 sancisce la rinuncia al marxismo-leninismo.
Il Vietnam ha un’economia piuttosto arretrata, legata in buona parte all’agricoltura tradizionale, che occupa circa la metà della popolazione: grazie alle fertili terre nella regione del Tonchino e della Cocincina, irrigate da dighe e canali costruiti ad hoc, abbonda di colture risicole (è il quinto produttore al mondo di riso), cerealicole, e produce grandi quantità di patate e frutta tropicale. Questi prodotti vengono destinati per lo più al mercato asiatico, dove la richiesta è enorme. A ciò si aggiunga una discreta produzione di legname e bambù. Il mercato ittico risente delle favorevoli condizioni ambientali e dell’ammodernamento dei porti e delle flotte mercantili del Paese, grazie alle quali viene sostenuto l’export. L’allevamento di suini è molto praticato, soprattutto nei villaggi, e sopperisce alla domanda interna. Nonostante la presenza di petrolio (non raffinato), gas e minerali come carbone e metalli, l’industria è concentrata più che altro nel settore meccanico, chimico, tessile, alimentare e artigianale. È comunque in via di sviluppo il settore siderurgico e metallurgico. L’inflazione si attesta attorno all’11,8%.
Il Paese è considerato uno tra i più sicuri dell’area sud-est asiatica. Non risultano pressioni terroristiche provenienti da gruppi indigeni o da organizzazioni esterne. È tuttavia consigliato tenersi sempre lontani da dimostrazioni pubbliche che potrebbero avere risvolti violenti. Il sistema statale vietnamita si basa, infatti, sulla monocrazia partitica ed esercita un’azione di controllo in diversi ambiti, limitando l’utilizzo di internet e in particolare dei social network, come Facebook. La particolare situazione sociale porta, anche se sporadicamente, a manifestazioni con scontri tra polizia e gruppi di dissidenti: l’ultimo episodio significativo risale al 2004, nelle regioni centrali. Più recentemente, nel 2011, si sono verificate proteste nell’area del Muong Nhe, al confine tra Laos e Cina. Il 25 aprile 2012 violenti scontri hanno avuto luogo tra la polizia e gli abitanti di un villaggio nei pressi di Hanoi a cui il governo aveva espropriato case e terreni. Nelle zone centrali e lungo il confine con il Laos è alto il rischio di mine inesplose. Da segnalare, inoltre, che il clima del Vietnam è monsonico e si contraddistingue per precipitazioni abbondantissime specie nella stagione estiva. Nello stesso periodo, sono inoltre frequenti tifoni nelle aree meridionali. Ciò contribuisce a innalzare il livello di rischio complessivo del Paese, unitamente alle precarie condizioni igienico-sanitarie.