Pillole di geopolitica è la rassegna di Babilon sulle notizie più rilevanti della settimana
Il “sogno cinese”, la Lunga Marcia verso la Luna
La Cina è il secondo paese ad aver issato la propria bandiera sulla superfice della Luna. Uno storico traguardo che arriva a poco più di 50 anni di distanza da quando la prima bandiera venne issata sul satellite dagli astronauti statunitensi della missione Apollo 11. La bandiera cinese «risplende di un rosso ancora più luminoso dalla Luna», hanno dichiarato i media del paese celebrando l’avvenimento. Il primo dicembre il robot (lander) Chang’e 5 dell’Agenzia spaziale cinese (CNSA) ha raggiunto il suolo lunare, una delle tappe della missione organizzata dalla Cina per riportare sulla Terra dei campioni di roccia necessari alla ricerca scientifica. Chang’e-5 prende il nome dalla divinità che vive sulla Luna, secondo la tradizione cinese antica. Un braccio meccanico ha raccolto i campioni dal suolo lunare per poi riagganciarsi al modulo. Ora il veicolo spaziale cinese sta facendo ritorno sulla Terra. Se tutta la missione dovesse concludersi con successo, la Cina diventerebbe il terzo paese a compiere questo tipo di operazioni. Prima di Pechino, solo Stati Uniti e Unione Sovietica hanno condotto questo genere di ricerche negli anni Sessanta e Settanta. Pechino ha investito miliardi nel proprio programma spaziale, recuperando terreno rispetto alle superpotenze della guerra fredda. Ora fa parte a pieno titolo del club delle grandi potenze dello spazio.
Hong Kong: arrestati gli attivisti e critici di Pechino
Joshua Wong, 24 anni, uno tra i più noti attivisti per la democrazia a Hong Kong e impegnato fin da giovanissimo nella rivoluzione degli ombrelli del 2014, è stato condannato a tredici mesi e mezzo di prigione. Con lui anche Agnes Chow, 23 anni, e Ivan Lam, 26 anni, sono stati condannati rispettivamente a dieci e sette mesi di prigione. Tutte condanne giudicate sproporzionate rispetto alle accuse. Gli attivisti sono accusati di aver organizzato una manifestazione non autorizzata davanti alla sede della polizia di Hong Kong nel 2019, anno in cui per mesi sono andate avanti le proteste contro il governo locale di Hong Kong e l’intromissione cinese negli affari del “porto profumato”. Si erano dichiarati colpevoli nel tentativo di avere pene più lievi. Il giorno dopo è stato arrestato anche il magnate dei media e Jimmy Lai con l’accusa di frode. A Lai, 73 anni, proprietario del tabloid Apple Daily, critico di Pechino e favore delle riforme democratiche, è stata negata la libertà su cauzione per “rischio di fuga”. Gli arresti sono l’ultimo atto della “normalizzazione” attraverso cui la Cina ha ripreso il controllo del territorio di Hong Kong, dopo l’imposizione della discussa legge sulla sicurezza nazionale. la Cina ha tradito così l’impegno in base al quale avrebbe dovuto garantire per 50 anni l’autonomia all’ex territorio britannico, passato alla Repubblica Popolare nel 1997.
Riavvicinamento USA- UE
L’Unione Europea ha annunciato in settimana un nuovo piano per migliorare le relazioni e favorire una più profonda cooperazione con il governo degli Stati Uniti, in previsione dell’insediamento del presidente eletto Joe Biden il prossimo 20 gennaio. Negli ultimi quattri anni Bruxelles e il presidente Donald Trump si sono scontrati su questioni come il commercio, difesa, tecnologia e politica estera. Con il documento denominato “A new EU-U.S. agenda for global change”, la Commissione Europea ha definito quattro aree di interesse in cui intervenire per rinnovare le relazioni con Washington: sanità, cambiamenti climatici, commercio e tech e sicurezza. Lo scopo è rinnovare il dialogo transatlantico e trovare soluzioni globali per il digitale, come regole per l’antitrust e per la protezione dei dati, e per cooperare nella lotta alla Covid-19.
Kim Jong un vaccinato?
Pechino avrebbe fornito al leader nordcoreano Kim Jong un uno dei vaccini sviluppati dalla Cina contro la Covid-19. Lo sostengono due fonti dell’intelligence giapponese citate da un analista esperto di Corea del Nord. Harry Kazianis, direttore senior del think tank statunitense Center for the National Interest di Washington, riporta la notizia in un articolo per la rivista online 19FortyFive. Uno dei vaccini sperimentali forniti dalla Cina, dunque, sarebbe stato somministrato a Kim, alla sua famiglia e a diversi funzionari nordcoreani di alto livello nelle ultime due o tre settimane, stando alle informazioni raccolte da Kazianis per 19FortyFive. Pechino lanciata verso la “vaccine race”, la “diplomazia del vaccino” potrebbe sostituire la “diplomazia delle mascherine”. Si parte dagli amici?
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Redazione
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