Pillole di geopolitica è la rassegna di Babilon sulle notizie più rilevanti della settimana
Sudan
Dopo Emirati Arabi Uniti e Bahrein, anche il Sudan ha annunciato che normalizzerà le relazioni con Israele. Il Governo di Khartum ha confermato l’intenzione di dare seguito all’accordo, sottolineando in una dichiarazione ufficiale i diversi vantaggi economici dell’accordo, che comprenderà gli aiuti necessari al Paese e l’accesso alle istituzioni finanziarie globali. La normalizzazione delle relazioni con Israele è stata sostenuta anche in questo caso dagli Stati Uniti, in cambio della rimozione del Sudan dalla lista Usa dei Paesi considerati sponsor del terrorismo. Nelle prossime settimane Sudan e Israele discuteranno di come implementare la cooperazione nell’ambito del commercio e dell’immigrazione, come ha dichiarato il Ministro degli Esteri sudanese, nel tentativo di superare decenni di ostilità. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che invierà 5 milioni di dollari in grano «agli amici del Sudan».
Siria-Stati Uniti
Il 22 ottobre gli Stati Uniti hanno fatto sapere di aver condotto un attacco con un drone contro Al Qaeda nella provincia di Idlib, in Siria. Secondo l’ong Osservatorio siriano dei diritti umani, nell’attacco sarebbero morte 14 persone, tra cui 5 jihadisti e 6 comandanti. Il raid sarebbe avvenuto nel villaggio di Jakara.
Libano
Lo scorso 22 ottobre Saad al-Hariri ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo dal presidente libanese Michel Aoun. Hariri diventa così primo ministro per la quarta volta, con l’impegno di risollevare il paese dalla peggiore crisi economica dalla fine della guerra civile, terminata nel 1990, e aggravata dalle conseguenze della devastante esplosione dello scorso 4 agosto al porto di Beirut. Subito dopo la nomina, Hariri ha detto che formerà un gabinetto di specialisti per realizzare le riforme economiche e finanziarie disposte in un piano sostenuto dalla Francia, al fine di ottenere gli aiuti stranieri. Hariri nel 2019 si era dimesso a seguito delle proteste del popolo libanese contro il Governo e la corruzione della classe politica.
Azerbaigian-Armenia
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato la settimana scorsa che nella regione separatista del Nagorno Karabakh sono morte almeno 5mila persone a causa del conflitto tra Azerbaigian e Armenia. I morti, secondo Putin, sono almeno 2mila per parte, il che fa pensare che il totale si avvicini a 5mila. Un numero molto più alto rispetto alle cifre dichiarate dalle autorità di Baku ed Erevan. Putin ha detto anche che è in disaccordo con il presidente turco, ma che confida nel fatto che Tayyip Erdogan sia un politico flessibile e un partner affidabile per la Russia. La Turchia ha promesso di inviare soldati per provvedere al supporto militare dell’Azerbaijan, nel caso ne fosse fatta richiesta.
Kremlin.ru
Redazione
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