Pillole di geopolitica è la rassegna di Babilon sulle notizie più rilevanti della settimana: armi sospese alla Turchia, AQAP e Trump
Trump positivo al coronavirus, impatto sulla campagna elettorale
La settimana scorsa Trump è risultato positivo al coronavirus. Il rischio che si corre è che da qui al 3 novembre i dibattiti presidenziali non si tengano. Il presidente Trump si è rifiutato di tenerli in modalità virtuale. Dal punto di vista della gestione della pandemia, negli USA non cambia nulla. L’esperienza non ha fatto cambiare idea a Trump sulla gestione dell’emergenza coronavirus. La Casa Bianca è ormai un focolaio, oltre al presidente sono risultati positivi diversi membri dello staff e alcuni senatori. Trump viene dato indietro di molto nei sondaggi anche da Rasmussen. Al momento, la media di Real Clear Politics dà Biden avanti di 9,7 punti. Clinton a questo, punto quattro anni fa, era avanti di 5,6. Ciò che può spiegare un divario così ampio è una maggiore possibilità per Biden di spuntarla almeno in alcuni degli stati in bilico, e a lui ne servono pochi per vincere (per chiarirci: se vince Michigan, Minnesota e Wisconsin, Trump non può perdere altro). RCP da addirittura il Texas, notoriamente repubblicano, come toss-up. Sempre secondo le medie RCP, Biden sarebbe avanti 4,5 in Florida, 7,1 in Pennsylvania (se la vince si chiude tutto) 6,2 in Michigan 5,5 in Wisconsin, 3,1 in Arizona. Mancano 26 giorni al 3 novembre e in quest’epoca sono un’eternità.
Bloccato l’export di armi dal Canada alla Turchia
Il ministro degli Esteri canadese Francois-Philippe Champagne ha dichiarato che le esportazioni di armi alla Turchia sono state sospese, dopo le segnalazioni dell’utilizzo da parte di Ankara delle tecnologie canadesi negli scontri nella regione del Nagorno-Karabakh, che vanno avanti dal mese scorso. Il Canada ha accusato la Turchia di aver impiegato uno specifico equipaggiamento militare di produzione canadese per la produzione di armi impiegate nella guerra tra Armenia e Azerbaigian, quest’ultima legata storicamente ad Ankara. La tecnologia in questione è una sofisticata videocamera usata per i droni turchi Bayraktar Tb2( nella foto di copertina di AFP). Secondo l’analista Samuel Ramani, la decisione costituisce una palese contraddizione da parte di Ottawa, che continua a vendere armi ai sauditi impegnati nella guerra in Yemen.
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Mali: liberati padre Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti due anni fa
Sono stati liberati in Mali i due ostaggi Pier Luigi Maccalli, che era stato sequestrato in Niger il 17 settembre del 2018, e Nicola Chiacchio, ingegnere campano scomparso nel febbario del 2019 probabilmente durante una vacanza. L’ultima apparizione dei due risaliva allo scorso aprile, quando alla redazione del giornale Avvenire era arrivato un video in cui i due ostaggi apparivano insieme e vivi, anche se non condizioni di salute ottimali. Subito prima, in Mali era stata liberata la francese Sophie Pétronin, cooperante sequestrata nel 2016. Insieme a loro era stato liberato anche il leader dell’opposizione Soumaila Cissé, rapito a marzo 2020 durante la campagna elettorale per le elezioni legislative. La liberazione sarebbe il frutto di uno scambio di prigionieri tra il gruppo Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin, organizzazione jihadista militante nel Maghreb e nell’Africa occidentale, e le nuove autorità del Governo di Bamako.
Per approfondire: GOLPE IN MALI, INCERTEZZE E CONDANNE INTERNAZIONALI
AQAP, al Qaida nella Penisola arabica, catturato il leader Khalid Batarfi
I media yemeniti riferiscono che le forze di sicurezza locali con il supporto della coalizione a guida saudita e Usa lo scorso 2 ottobre avrebbero catturato il leader di AQAP, al Qaida nella Penisola arabica, Khalid Batarfi, ad Al Mahra, insieme ad altri leader e capi militari. Le forze di sicurezza sarebbero ancora sulle tracce di altri membri dell’organizzazione terroristica presenti nel governatorato. Una notizia ancora non confermata ma importante perché potrebbe indicare che, a distanza di pochi mesi, anche il nuovo leader di Aqap potrebbe essere stato eliminato. Batarfi aveva assunto il controllo dell’organizzazione lo scorso gennaio dopo la morte dell’ex e influente capo al-Raymi. Come avevamo spiegato in questa analisi, Khalid Saeed al-Batarfi è noto anche come Abū al-Miqdād al-Kindī, è un militante saudita, veterano e importante ideologo della rete globale di al-Qa’ida. L’immagine di al-Batarfi era stata inclusa nei video prodotti da altri rami qaedisti e da video dei talebani. Batarfi ha supervisionato la rete mediatica del gruppo in Yemen. Ha guidato i combattenti jihadisti di AQAP nella conquista del Governatorato di Abyan, in Yemen, nel 2011. Stratega militare e comandante delle forze AQAP nel Governatorato di Hadhramaut e coordinatore delle forze di AQAP nella battaglia di Mukalla. Gli Stati Uniti avevano predisposto una ricompensa permanente di 5 milioni di dollari per informazioni sull’identificazione e localizzazione di al-Batarfi.
PHOTO: AFP
Redazione
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