Il gruppo QAnon ormai appare periodicamente tra le notizie. Il fenomeno è nato e cresciuto negli Stati Uniti, ma se ne parla sempre di più anche in Italia, dove iniziano a comparire diversi sostenitori, soprattutto sui social media.
Su origini e crescita del movimento si è parlato a sufficienza, perciò qui basterà ricordare chi sono: persone che credono che gli Stati Uniti sarebbero governati da una setta segreta guidata da satanisti pedofili internazionali e che annovererebbe tra i suoi esponenti persone come Hillary e Bill Clinton e Michelle e Barack Obama. Oltre a questa teoria del complotto base, il gruppo ne sostiene diverse altre, ultime delle quali riguardanti il coronavirus il quale, ovviamente, sarebbe tutta una costruzione.
Il Presidente Trump sarebbe l’eroe di questa storia, unico, insieme a un ristretto numero di alleati (tra i quali anche John Kennedy Jr, che non sarebbe morto nel 1999, ma si sarebbe nascosto per combattere i satanisti pedofili), a condurre una guerra segreta per smascherare e smantellare questa rete internazionale. Q, dal canto suo, sarebbe un funzionario governativo che farebbe da messaggero tra i paladini guidati da Trump e i sostenitori del movimento.
Detta così, la storia sembrerebbe una barzelletta, se non fosse che qualcuno l’ha presa sul serio, con conseguenze che hanno sfiorato la tragedia. Nel dicembre 2016, infatti, un uomo armato fece irruzione in una pizzeria di Washington DC, nel cui seminterrato i complottisti dicevano ci fosse uno dei covi della rete di pedofili dove venivano tenuti prigionieri i bambini. Al momento di entrare nel locale, l’uomo, dopo aver spaventato clientela e personale di servizio, si è reso conto che la pizzeria non solo non aveva la rete di pedofili, ma non aveva neanche il seminterrato. Dopo l’arresto, però, non è riuscito a abiurare il suo credo nella teoria complottista.
La vicenda si fermerebbe qui se il Presidente Trump non abbia in diverse occasioni fornito benzina alle teorie qanoniste, usando frasi che il movimento ritiene “parole d’ordine” che indicano l’approssimarsi dell’ordine di cattura generale che metterà fine alla rete internazionale di pedofili. La prima volta è stata nell’ottobre 2017, quando durante una cena con i comandanti militari e le consorti (presente la stampa), Trump ha detto ai suoi ospiti: “You guys know what this represents? Maybe it’s the calm before the storm” (Sapete cos’è questa? Forse è la calma prima della tempesta). Nei momenti e nei giorni successivi, il Presidente si è rifiutato di spiegare cosa intendesse con quell’affermazione, dando adito alle ipotesi più diverse. Era un monito all’Iran? Alla Corea del Nord? O semplicemente una frase per lasciare suspense come in un programma televisivo, tipo “vedrete cosa succede nella prossima puntata”? Sta di fatto che in quei giorni ci fu un fermento su internet tra i sostenitori di QAnon, per i quali “la calma prima della tempesta” era un chiaro segnale che tutto era pronto per la grande azione di smantellamento della rete pedofila internazionale che governava il mondo.
Un secondo episodio è avvenuto nell’agosto scorso. Più di 70 qanonisti hanno partecipato alle primarie congressuali dei repubblicani e una è riuscita a vincere in un collegio della Georgia storicamente a larga maggioranza GOP, perciò a novembre entrerà ufficialmente alla Camera dei Rappresentanti. Il Presidente, che aveva elogiato la candidate come una “futura star repubblicana” alla domanda se lui appoggiasse QAnon, ha risposto: “I’ve heard these are people that love this country. So I don’t know really anything about it other than they do supposedly like me” (Ho sentito che queste persone amano il Paese. Quindi non so davvero alcunché su questo, oltre il fatto che sembra che io gli piaccia).
L’ultimo in ordine di tempo è del 31 agosto scorso. Trump, durante un’intervista con la giornalista di Fox News Laura Ingraham, ha sostenuto che dietro il candidato democratico alla presidenza Joe Biden ci siano “persone di cui non si è sentito nulla, persone nell’ombra”. Alla domanda di Ingraham su chi siano questi individui, il Presidente non ha risposto. Inoltre, ha detto che avrebbe informazioni certe su un aereo carico di persone vestite di nero e armate che sarebbero state mandate a Washington DC per quantomeno disturbare, se non peggio, la convention dei repubblicani. Una teoria del complotto ovviamente smontata, ma non nei circoli come quelli del QAnon che hanno ricevuto nuova linfa da questa intervista e dalle parole di Trump sul movimento.
Un suggerimento finale: potete facilmente riconoscere i seguaci di QAnon su Twitter, di solito hanno tre stelle vicino al nickname. Le tre stelle sarebbero in onore dell’ex Generale Mike Flynn, ex Consigliere per la Sicurezza nazionale di Trump e condannato nell’ambito dell’inchiesta Russiagate per spergiuro. Flynn tempo fa ha postato un video in cui sostiene le teorie qanoniste.
PHOTO: A QAnon sign seen at a rally in Beverly Hills, California, USA on 22 August 2020, BBC
Emiliano Battisti
Nato a Roma nel 1986, laurea triennale in Scienze Politiche e specialistica in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli. Stagista presso l’Ambasciata italiana a Washington e presso quella statunitense a Roma. Master in Istituzioni e Politiche Spaziali, esperto di Nord America. Segretario Generale de Il Caffè Geopolitico
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