I servizi segreti inglesi ed in particolare L’MI5 avrebbero schedato oltre 43.000 persone come “potenziale minaccia terroristica per il Regno Unito”. Il numero, che praticamente raddoppia le cifre diffuse precedentemente, è contenuto in un rapporto consegnato al governo britannico. Un numero enorme ed impossibile da controllare.
Con la ripresa delle attività del sedicente Stato Islamico in Siria e alla luce dei continui attentati in Iraq, sempre più nel caos a causa della stretta iraniana (sciita) e dell’insorgenza sunnita, il timore che qualche cellula possa essere attivata a scopo dimostrativo anche nel Regno Unito, è più che concreto. In Siria i militanti del gruppo hanno ucciso giovedì scorso almeno 18 militari del regime siriano in un attacco a sorpresa lanciato da diverse posizioni militari nella Siria centrale.
Il 3 giugno 2017 tre attentatori, Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba, dopo aver travolto diverse persone sul ponte del London Bridge, si recarono armati di coltello all’interno del mercato del distretto di Southwark. Lì vennero uccisi dalla polizia lascando a terra otto morti e 48 feriti. Il 22 maggio 2017, invece, nella Manchester Arena, il kamikaze Salman Ramadan Abedi, un giovane di 22 anni terzo di quattro figli di una famiglia libica, uccise 23 persone (più di 250 feriti), dei quali almeno dodici ragazzini al di sotto dei 16 anni.
A seguito di quegli attacchi, l’MI5 aveva indicato quasi 23.000 persone “potenziali minaccia terroristiche per il Regno Unito”. Intorno ai 3.000 erano soggetti di interesse (SOI) sotto inchiesta attiva, oltre alle 20.000 persone già investigate in passato e ritenute “pronte ad impegnarsi nel terrorismo in futuro”. Tra loro c’erano terroristi come Salman Abedi, che colpì al “concerto dei ragazzi” della Manchester Arena, ed altre figure del jihadismo inglese. Nato a Manchester nel 1994, Salman Abedi era il secondo di quattro figli, rifugiati libici, emigrati in Gran Bretagna (secondo quanto dichiarato) per sfuggire al regime del colonnello Gheddafi. Arrivati a Londra dopo qualche tempo, si stabilirono nel quartiere di Fallowfield, a sud di Manchester, dove abitarono per quasi 10 anni per fare poi ritorno, anche se non è mai stato chiarito con quali modalità, in Libia.
Recentemente, la stampa inglese è tornata ad occuparsi della famiglia Abedi ed in particolare del fratello del terrorista suicida, ovvero il 22enne Hashem Abedi, che sta per essere condannato all’ergastolo dopo essere stato condannato per l’omicidio di 22 persone alla Manchester Arena. Negli scorsi giorni il giovane si è reso protagonista di una rissa scoppiata nel carcere di massima sicurezza nel sud-est di Londra, dove è detenuto. Nonostante venga tenuto lontano dagli altri detenuti, Hashem Abedi è riuscito a partecipare ai disordini dove nessuno è rimasto gravemente ferito. tuttavia, l’incidente ha portato alla rimozione di alcuni privilegi di cui godeva. Hashem Abedi aveva aiutato il fratello a fabbricare esplosivi poi utilizzati nell’attentato, nonostante quella sera fosse a 2.000 miglia di distanza (in Libia) quando il fratello suicida si fece esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande, appunto il 22 maggio 2017.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
Il bivio tra democrazia e dittatura
19 Nov 2024
L’economista Giorgio Arfaras, in libreria dal 1° novembre con il saggio Filosofi e Tiranni, edito da Paesi Edizioni. Il…
Come fare impresa nel Golfo
16 Ott 2024
Come aprire una società in Arabia Saudita? Quali sono le leggi specifiche che regolano il business nel Paese del Golfo…
Perché l’Occidente deve cercare un confronto con Orban
29 Lug 2024
Il sostantivo «cremlinologo» aveva certo molti anni fa una sua funzione, di là dal definire l'etichetta di uno…