A poco tempo dal rilascio del report dell’Intelligence and security committee del Parlamento britannico sulle interferenze russe nel referendum scozzese del 2014, trapelano nuovi dettagli sugli attacchi cibernetici da parte della Russia
Come riportato in esclusiva da Reuters, alcuni documenti commerciali classificati riguardanti Stati Uniti e Regno Unito sono stati rubati dall’account di posta elettronica dell’ex ministro del commercio Liam Fox da sospetti hacker russi prima delle elezioni del 2019 nel Regno Unito.
Le fonti, che hanno parlato all’agenzia britannica in condizioni di anonimato, hanno dichiarato che gli hacker hanno avuto accesso all’account più volte tra il 12 luglio e il 21 ottobre dell’anno scorso. Nonostante ciò, gli informatori si sono rifiutati di fare i nomi dell’organizzazione responsabile, ma hanno confermato che l’attacco cibernetico porta i segni di un’operazione sostenuta dal Cremlino. Inoltre, secondo le fonti non è chiaro se gli hacker che hanno rubato i documenti commerciali siano le stesse persone che hanno poi effettuato il leak online.
La violazione dei dati sarebbe stata possibile, secondo gli informatori, tramite un messaggio di spear phishing. Questo meccanismo permette di entrare in contatto con il bersaglio, tramite inganno, al fine di acquisire le sue credenziali telematiche. Come informa Kaspersky, molte volte dietro questi attacchi ci sono hacker e ”hacktivisti” sponsorizzati dal governo. I criminali informatici possono agire anche di loro iniziativa, con l’intenzione di rivendere dati riservati a governi e aziende private. Queste persone utilizzano approcci individuali e tecniche di ingegneria sociale per personalizzare efficacemente i messaggi e i siti web.
Le informazioni sottratte sono servite a imbastire una ricca campagna di disinformazione russa contro i due Paesi, avvalendosi dei leak ottenuti. A confermarlo è il Ministro degli Esteri britannico Dominic Raab. Il membro dei Tories ha spiegato come gli hacker abbiano cercato di interferire nelle elezioni mediante lo spam via web di documenti governativi acquisiti e divulgati in maniera illecita. Ma l’hack non è stato utile solo a Mosca.
L’hackeraggio ha portato, infatti, alla nascita di un dossier online di 451 pagine, che i laburisti hanno sapientemente utilizzato a loro favore durante la campagna elettorale. Jeremy Corbyn, allora leader del partito laburista, ha dichiarato che i documenti, la cui autenticità non è mai stata messa in discussione, servissero a dimostrare come il Servizio sanitario nazionale (NHS) fosse pronto ad essere svenduto al mercato americano. L’hackeraggio dell’account email personale di Fox e la fuga di documenti classificati prima delle elezioni dello scorso anno sono uno degli esempi più diretti dei presunti tentativi di intromissione russa nella politica britannica.
Lo stesso Fox ora è indagato per responsabilità personali in merito alla vicenda. Al momento infatti, non è determinabile se l’utilizzo di un account personale, nella gestione di documenti classificati, da parte di Fox costituisca una violazione del codice legislativo. Purtroppo, sarà possibile evincere più dettagli quando l’indagine penale condotta dalla National Crime Agency britannica sarà terminata e le informazioni non saranno più di natura confidenziale.
I sospetti sulla responsabilità di Fox sembrano essere confermati dalle parole di Alex Thomas, un ex funzionario pubblico durante il mandato dell’ex segretario di gabinetto Jeremy Heywood. Come riportato da The Guardian, Thomas ha affermato:
«Si parla di reato disciplinare se un funzionario pubblico condivide informazioni con mezzi non appropriati. I documenti della politica commerciale sono da prendere sul serio e la sicurezza di tali informazioni è fondamentale».
Rimane comunque grossa incertezza sulle responsabilità di Fox. Come dichiarato dal Cabinet Office nel 2013, ai parlamentari vengono forniti gli accessi certificati ai sistemi di posta elettronica governativi, ma sono ammesse altre forme di comunicazione digitale nello svolgimento delle attività. I ministri devono rispettare la Official Secrets Act, ma l’uso di email private all’interno del governo non è di per sé illegale. Ciò nonostante, Maurice Frankel, il fondatore della Campagna per la Libertà d’Informazione, ha dichiarato che Fox avrebbe dovuto utilizzare i server governativi per la sua attività, non essendoci nessuna ragione esplicita per la quale questo tipo di documenti possa risiedere in un account di posta elettronica personale.
Nonostante il Russia Report, Mosca ha più volte negato, anche di recente, le accuse di ingerenza nelle campagne elettorali di Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e altri Paesi. Il Ministero degli esteri russo ha descritto le ultime accuse britanniche di Raab come «sconclusionate e contraddittorie».
Luca Mazzacane
Nato a Pavia nel 1994, Dr. in Lingue e Culture Moderne presso Università di Pavia (BA), Dr. in Global Studies presso LUISS Roma, diplomato in Analisi del rischio politico presso l’Istituto Affari Internazionali di Roma; diplomato in Multimedia Journalism presso Deutsche Welle, a Berlino, tirocinante presso Formiche Edizioni. Appassionato di geopolitica, specialmente del mondo Est europeo. Parla fluentemente francese, inglese, russo e spagnolo.
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