Di uno dei predicatori del male più pericolosi del Regno Unito, nonostante fosse notissimo in Inghilterra, fino ad oggi si conosceva solo il nome islamico: Abu Haleema . Il 46enne estremista islamico di origine pakistana famoso per la lunga barba bianca, l’abbigliamento islamico e la violenza verbale era sempre riuscito a nascondere il vero nome: Shakil Chapra.
Nessuno è riuscito a spiegare come la sua vera identità sia rimasta segreta per così tanto tempo nonostante la polizia antiterrorismo lo abbia già arrestato nel 2015 e ancora nel 2014. Da 2014 era stato privato del passaporto per timore che partisse per la Siria. Ci ha pensato il quotidiano britannico Daily Mail a scoprire la sua storia e a fornire qualche nota biografica, che lui era riuscito, incredibilmente, a nascondere. La storia di Shakil Chapra era rimasta segreta nonostante il predicatore avesse un canale You Tube e nonostante fosse apparso nel documentario The Jihadis Next Door, Il jihadista della porta accanto, di Channel 4 andato in onda il 19 gennaio 2016. Nel documentario Shakil Chapra compare accanto a Khuram Butt, che insieme a Rachid Redouane e Youssef Zaghba attaccò i passanti sul London Bridge il 3 giugno 2017. Il bilancio fu di 11 morti compresi i tre jihadisti.
Abu Haleema, oltre a ripetere ossessivamente i suoi strali contro gli infedeli, si era fatto riprendere mentre rideva guardando un filmato in cui il jihadista inglese di origine kuwaitiana Mohammed Emwazi, meglio noto come “Jihadi John”, decapitava un ostaggio occidentale. Nel documentario, andato in onda in prima serata, vennero descritte le attività di proselitismo di Abu Haleema, di Abu Rumaysah al-Britani, nato Siddhartha Dhar e morto in Siria nel 2017, e di altri pericolosissimi protagonisti dell’estremismo inglese. Come Mohammed Shamsuddin, Abu Izzadem (ora in carcere), Usman Ali, Mizanur Rahman ( in libertà vigilata) , oppure dei convertiti Abdullah Deen ( ex trafficante di cocaina), Richard Dart, Lewis Ludlow. Tra gli altri estremisti apparsi nello stesso documentario di Channel 4 c’erano anche Abu Mutassim, Abu Musab Al Gharieb, Abdul Hakim. Tutti giovani sbandati cresciuti con gli insegnamenti trasmessi dello sceicco Omar Bakri Mohammed espulso nel 2005 trasmessi da Anjem Choudary. Per comprendere meglio i danni creati da Choudary e dai suoi allievi, c’è una ricerca del 2015 di un gruppo di ricercatori inglesi. Secondo il rapporto, tutti i reati di terrorismo e gli attacchi legati all’Islam avvenuti nel Regno Unito tra il 1998 e il 2015 mostrano che il 25% è stato commesso da persone con rapporti con al-Muhajiroun e con le sue varie incarnazioni. Tra gli attacchi anche quello al soldato Lee Rigby.
In base alla sua biografia, Shakil Chapra è nato 46 anni fa ed ha vissuto per molti anni a Kilburn prima di trasferirsi a Perivale, sobborgo nel quartiere londinese di Ealing situato a 15 miglia ad ovest di Charing Cross, nel centro di Londra. Ed è lì, in una delle tante moschee che fanno riferimento al movimento transnazionale islamico Jama’at Tabligh (1), che avrebbe incontrato Anjem Choudary. Solo da qualche settimana Anjem Choudary è uscito dal carcere, Shakil Chapra ne è diventato uno dei più accaniti sostenitori e collaboratori. Shakil Chapra o Abu Haleema, fino al primo arresto avvenuto nel 2014, era schedato per essere stato membro di una gang che spacciava droga e non per reati legati al terrorismo. Gli venne ritirato il passaporto perché durante la perquisizione emerse che stava per partire per la Siria per unirsi al sedicente Stato islamico. L’altro arresto, nel 2015, fu per via della violenza dei suoi sermoni. Il fermo successivo del 2016 arrivò perché stava tentando di fuggire in Australia, dove aveva iniziato a farsi conoscere attraverso il web attaccando gli sceicchi di Sydney Shady Alsuleiman e Wesam Charkawi, a suo dire “troppo moderati”. Grazie a internet, Abu Haleema è stato anche determinante nel processo di radicalizzazione un ragazzo di 14 anni, la persona più giovane del Regno Unito ad essere accusato e condannato per reati di terrorismo.
Sempre nel 2016 Shakil Chapra aveva attaccato violentemente l’imam di Liverpool Sheikh Abu Adnan per aver consentito al poliziotto di Bankstown, Danny Miqati, di tenere un discorso sulla violenza domestica nella moschea. Benché si definisca e si abbigli come un imam, Habu Aleema non parla l’arabo e non ha alcuna preparazione teologica. I suoi video facilmente reperibili su You Tube, assomigliano più a quelli di un cantante rap, vista la parlata velocissima e la ripetività. I video sono quasi sempre girati o in tunnel sotterranei o in zone malfamate. Nonostante sia sempre riuscito ad evitare il carcere, Chapra non potrebbe disporre di un collegamento internet, la polizia infatti gli ha vietato l’uso dei social media e di You Tube. Il condizionale è d’obbligo visto che la scorsa settimana ha pubblicato un video sul suo canale You Tube in cui condannava così il voto inglese alle elezioni europpe: «Il voto ti rende kafir (miscredente). La legislazione di Allah non è in discussione». Il rinnovato attivismo di Shakil Chapra – Abu Haleema e la sfida alla polizia potrebbero essere un segnale ad Anjem Choudary e Mizanur Rahman, che da poco tempo si trovano agli arresti domiciliari.
- E’ il nome originario del movimento che in Occidente è stato variato in Tabligh Eddawa Illalah o Jama’at al-Dawa wa al Tabligh.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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