L’ex capo degli 007 tedeschi Hans-Georg Maassen è nuovamente al centro delle polemiche politiche. Il Ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer che in passato lo aveva sempre difeso, ne ha annunciato l’immediato pensionamento dopo che è stato reso noto il testo di un discorso pronunciato il 18 ottobre dallo stesso Hans-Georg Maassen ad una riunione del “Club di Berna”.
“Il Club di Berna o Berner Group è un forum permanente al quale aderiscono i vertici dell’intelligence degli stati membri dell’UE, Svizzera e Norvegia. Fondato nel 1971 è un gremio dove condividere metodologie e informazioni senza che queste debbano diventare vincolanti per i partecipanti.”
La carriera di Hans-Georg Maassen che nel corso del suo mandato ha ottenuto risultati non sempre all’altezza della situazione, aveva già subito un brusco stop dopo che il capo dell’intelligence tedesca stigmatizzo’ pubblicamente i fatti di Chemnitz (Sassonia) dell’Agosto 2018. Maassen arrivo’ spericolatamente a negare che durante gli scontri nelle strade vi fosse state da parte degli estremisti di destra delle vera e proprie caccie all’uomo ed in particolare, nei confronti degli immigrati. Le improvvide dichiarazioni Hans-Georg Maassen furono smentite da numerosi video pubblicati sul web e dalle testimonianze di numerose persone. Tali affermazioni fecero scoppiare il caos all’interno della maggioranza di governo che si regge sul fragile governo delle larghe intese detto“ Große Koalition”. I socialisti della SPD da tempo critici con la gestione del BfV (Ufficio federale per la difesa della Costituzione) ne chiesero l’immediato allontanamento minacciando persino la crisi di governo. A difenderlo rimase il solo Horst Seehofer che riusci’ a spuntare un accordo peraltro avversato dall’opinione pubblica e da buona parte dei media, che prevedeva lo spostamento di Hans-Georg Maassen al Ministero dell’Interno con il ruolo generico di consulente. Tuttavia, Hans-Georg Maassen non è certo un uomo abituato a restare nell’angolo e dopo un periodo di silenzio, è tornato a ribadire nella sede del “Berner Club” la tesi che la sua defenestrazione dal “Bundesamt für Verfassungsschutz”, sia dovuta ad “un complotto ordito da forze di sinistra radicale presenti nella Spd”. Stavolta nemmeno il Ministro degli Interni ha potuto salvarlo; “Le sue formulazioni sono inaccettabili e una collaborazione basata sulla fiducia con lui non è più possibile. Mi ha ampiamente deluso dal punto di vista umano”. Cosi’ Hans-Georg Maassen è stato formalmente sospeso da tutti gli incarichi e si attende solo la firma del del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier per la sua cacciata e il pensionamento anticipato. Se una porta si chiude con il giudizio al vetriolo espresso dai socialisti che lo considerano una sorta di complottista responsabile dei fatti di Chemnitz, altre se ne potrebbero aprire per lui, ma stavolta in politica ad esempio tra le file di “Alternative für Deutschland” (AfD) che è l’unico partito che ancora lo lo sostiene. A tal proposito una delle figure piu’ rilevanti dell’AFD Joerg Meuthen, ha dichiarato; “Maassen è un funzionario di primo livello, dall’etica professionale elevata, che ha il coraggio di esprimere anche verita’ scomode. Se avesse interesse a entrare nelle nostre file, sarebbe ovviamente il benvenuto”. Difficile che Hans-Georg Maassen si rassegni all’inglorioso pensionamento anticipato e all’oblio degli sconfitti. Le elezioni europee della primavera prossima potrebbero essere il suo nuovo palcoscenico.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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