L’Albania e il suo leader, Edi Rama, hanno voluto lanciare all’Italia e all’Europa intera un messaggio di solidarietà e di amicizia. Il paese dei Balcani non ha voluto far mancare il proprio sostegno all’Italia, in piena crisi sanitaria. L’Italia, infatti, è tra le nazioni più amate dal “paese delle aquile”.
«Non siamo privi di memoria: non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero», ha ribadito il premier Edi Rama, salutando all’aeroporto di Tirana la squadra di 30 medici e infermieri albanesi partiti per l’Italia in aiuto ai colleghi impegnati nella lotta al coronavirus nelle regioni del Nord. «E’ vero – ha aggiunto – che tutti sono rinchiusi nelle frontiere, e paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Ma forse è perche noi non siamo ricchi, e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non l’abbandonano».
L’Albania rappresenta uno dei rari casi di paese in cui convivono religioni diverse, sostenitrici dell’integrazione con l’Unione Europea. Musulmani, sunniti e bektashi, cristiani, ortodossi e cattolici, vantano relazioni equilibrate e pacifiche. Alcuni studiosi definiscono il fenomeno albanese come l’applicazione riuscita del “multiculturalismo balcanico”. L’Albania, grazie a questo modello plurale e dinamico, è un caso da analizzare e approfondire apprezzato e studiato. Le istituzioni albanese sono tra le poche ad aver ospitato i dissidenti iraniani sul proprio territorio, generando un recente scontro istituzionale con la Repubblica islamica dell’Iran.
Nel 1933 l’Albania contava 803mila abitanti, di cui solamente 200mila ebrei. Quasi duemila profughi arrivarono dalla Germania dopo il 1933 e con l’ascesa di Hitler al potere, altre migliaia di profughi vi cercarono rifugio dopo il conflitto. Nel 1943, quando il paese fu occupato dai nazisti la popolazione albanese si rifiutò di obbedire alla consegna delle liste degli ebrei che risiedono entro i confini nazionali imposta dalle nuove autorità. Un sostegno che trovò forma anche nel cuore delle istituzioni poiché varie agenzie governative fornirono a molte famiglie ebree documenti falsi, attraverso i quali tali famiglie poterono entrare a far parte del resto della comunità. L’Albania ha visto la presenza sul proprio territorio di numerosi eserciti. Il popolo albanese trattò con rispetto e offrì assistenza ai soldati in difficoltà. Ascoltando le storie degli anziani di Scutari, si viene a conoscenza di come durante il mese di Ramadan, era normale per i mercanti cattolici chiudere i negozi, soprattutto, ristoranti e bar. Una forma di rispetto reciproco e fratellanza che ha generato una tolleranza concreta visibile oggi nell’armonia interregionale.
FOTO: ANSA
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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