Taiwan ha risposto con successo al rischio di diffusione del contagio e tale modello meriterebbe di essere conosciuto il tutto il mondo. Perché sostenere l’isola nella lotta per l’inclusione nei meccanismi internazionali di tutela sanitaria
Con la pandemia sanitaria sono ritornate a emergere problematiche geopolitiche che non possono essere più ignorate. Il virus ha avuto un enorme impatto sulla politica globale, sull’occupazione, sull’economia, sul commercio e sui sistemi finanziari, con un impatto significativo sugli sforzi globali per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (UN SDGs).
Quattro sono i principi che hanno guidato la strategia di Taiwan: azione prudente, risposta rapida, dispiegamento anticipato, apertura e trasparenza. Adottando strategie come l’adozione di sistemi di comando specializzati, l’attuazione di meticolose misure di controllo alle frontiere, la produzione e la distribuzione di adeguate forniture di risorse mediche, l’impiego di misure di isolamento e quarantena domiciliare e servizi di assistenza, così come l’applicazione di sistemi informatici, la pubblicazione di informazioni e l’esecuzione di screening e test precisi. Tutto questo ha permesso alla società di Taiwan di contenere e firmare il virus.
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Al 7 ottobre, Taiwan ha registrato solo 523 casi e sette decessi ed ora è Covid free. Come recentemente ribadito da Chen Shih-chung, ministro della Salute e del Welfare della Repubblica di Taiwan:
Lo scoppio del virus ha ricordato al mondo che le malattie infettive non conoscono confini e non discriminano lungo linee politiche, etniche, religiose o culturali. Le nazioni dovrebbero lavorare insieme per affrontare la minaccia delle malattie emergenti. Per questo motivo, una volta che Taiwan ha stabilizzato il suo contenimento del virus e assicurato che le persone avessero sufficiente accesso alle risorse sanitarie, abbiamo iniziato a condividere la nostra esperienza e scambiare informazioni sul contenimento con professionisti della sanità pubblica globale e studiosi, attraverso forum, riunioni di alto livello sulla salute e l’economia, il Global Cooperation Training Framework e altri incontri bilaterali virtuali.
Continuano anche le donazioni di Taiwan di attrezzature mediche e forniture anti-pandemiche ai paesi che necessitano maggiormente di aiuto. A giugno 2020, le istituzioni dell’isola avevano donato 51 milioni di maschere chirurgiche, 1,16 milioni di maschere N95, 600.000 camici isolanti e 35.000 termometri frontali a più di 80 paesi. Ricordiamo, che il governo di Taiwan sta assistendo attivamente le industrie nazionali nella speranza di accelerare lo sviluppo e la produzione di vaccini efficaci, portandoli sul mercato il più rapidamente possibile.
La pandemia sanitaria ha dimostrato al mondo che il modello Taiwan può aiutare altri paesi a combattere la pandemia attraverso una sinergia con l’OMS. Come ha ribadito il ministro (in foto) Chen Shih-chung:
Esortiamo l’OMS e le parti correlate a riconoscere i contributi di lunga data di Taiwan alla salute pubblica globale, alla prevenzione delle malattie e al diritto umano alla salute, e a sostenere fermamente l’inclusione di Taiwan nell’OMS. La piena partecipazione di Taiwan alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell’OMS ci consentirebbe di lavorare con il resto del mondo per realizzare il diritto umano fondamentale alla salute come stabilito nella Costituzione dell’OMS e il principio di non lasciare nessuno dietro di sé sancita dagli SDG delle Nazioni Unite.
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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