I partiti euroscettici hanno aumentato la presenza nel Parlamento Europeo, passando dal 20 al 23% dei 751 seggi. Tali partiti avranno bisogno di costituire un blocco unito se vorranno riuscire nell’intento di far sentire la propria voce. L’obiettivo, però, sembra abbastanza difficile viste le differenze di opinione su molti temi, dalla redistribuzione dei migranti chiesta dall’Italia e a cui si oppone l’Ungheria, ai rapporti con Mosca. Il Cremlino cerca di aumentare la propria influenza in Europa e sfrutta la propensione delle forze populiste anti Unione Europa e anti Nato che vedono nella Russia un’alternativa geopolitica all’alleanza euroatlantica.
Lo scandalo scoppiato in Austria a pochi giorni dalle elezioni europee ha costretto il leader del partito di estrema destra FPÖ Heinz-Christian Strache a dimettersi dalla carica di vice cancelliere. Strache appare in un vecchio video mentre promette appalti alla nipote di un oligarca russo in cambio di denaro e di supporto politico. Il video, girato con una telecamera nascosta in una villa a Ibiza, è precedente alle elezioni del 2017 ma è stato diffuso solo la sera di venerdì 18 maggio. Lo scandalo ha travolto Strache e il suo partito e ha causato l’implosione della coalizione al governo a Vienna. Dopo la diffussione del video, Strache ha anche lasciato la guida dell’FPÖ, di cui era leader dal 2005. L’FPÖ tuttavia non è il solo partito europeo di estrema destra ad avere legami con il Cremlino. Un articolo del Financial Times passa in rassegna i rapporti tra Vladimir Putin e i sovranisti europei, evidenziando alcuni punti.
Il primo della lista è Viktor Orban e il suo partito Fidesz. Il primo ministro ungherese Orban è stato molto criticato per la vicinanza a Mosca, dal momento che l’Ungheria è uno stato membro della Nato. Orban a maggio ha invitato la russa International Investment Bank a trasferisi a Budapest, offrendo anche privilegi e umminità diplomatica per dipendenti e clienti. L’Ungheria ha ottenuto un contratto per il progetto della centrale nucleare PAKS II dalla Russa Rosatom, progetto che sarà finanziato con 10 miliardi di prestiti russi. La Lega di Matteo Salvini ha più volte chiesto di abolire le sanzioni europee alla Russia, affermando che queste danneggiano gli interessi degli esportatoti italiani. Rispondendo a un’inchiesta de L’Espresso sui finanziamenti del Cremlino alla Lega, Salvini ha dichiarato: «La Lega non ha mai ricevuto nulla». Marine Le Pen si è detta molte volte a favore dell’annessione della Crimea alla Russia. Nel 2014 il suo partito, il Front National, ha avuto prestiti da una banca russa dal valore di 9 milioni di euro.
Jobbik, in precedenza una forza politica pro-Russia, ha allentato i rapporti con Mosca in seguito all’approfondirsi dei legami tra Fidesz e il Cremlino. Alcuni leader di Jobbik sono stati molto sprezzanti in merito alla vicinanza di Orban alla Russia. Nel 2014 Bela Kovacs, rappresentante al Parlamento Ue e membro di Jobbik, è stato accusato di spiare le istituzioni europee per contro dei russi. I contatti con gli agenti russi sarebbero stati, secondo l’accusa, continui a partire dal 2010. Il processo è ancora in corso e Kovacs ha respinto ogni accusa.
Il sospetto di legami con la Russia ha infangato la campagna pro Leave in vista del referedum su Brexit del 2016 nel Regno Unito. Arron Banks, vicino al Brexit Party di Nigel Farage, è uno dei nomi chiave di tale dossier. Il Parliamento Ue sta approfondendo il caso di Farage e delle possibili violazioni commesse a causa dei fondi ricevuti da Banks negli anni successivi al referendum. Le donazioni ammontano a 450,000 sterline e sono serviti a finanziare la casa di Farage, l’auto e alcuni viaggi all’estero come l’incontro negli Usa con Donald Trump.
Al contrario, l’estrema destra polacca PiS attualmente al governo, non è favorevole ad accettare di buon grado l’amicizia con la Russia che invece la Lega e il Front National vogliono mantenere. Per ovvie ragioni storiche, la Polonia nutre forti dubbi riguardo la Russia e il PiS si opppone alla rimozione delle sanzioni occidentali contro Mosca. Dopo l’annessione della Crimea e la guerra in Ucraina, tra gli Stati della regione sono aumentati i timori di un’invasione russa.
PHOTO: Marine Le Pen, Via Twitter
Redazione
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