Alice Wells, a capo dell’Ufficio del Dipartimento di Stato americano per gli affari dell’Asia Meridionale e Centrale, parlando al Congresso, ha avvertito che l’acquisto da parte dell’India del sistema missilistico S-400 Triumf dalla Russia potrebbe pesare sulle relazioni militari tra Washington e New Delhi. Secondo Wells, tale sistema potrebbe “limitare” la crescente collaborazione tra forze armate indiane e americane e causare seri danni ai “promettenti” rapporti tra i due Paesi. L’India starebbe per dotarsi di cinque squadroni dell’Almaz-Antei S-400 Triumf , sistema di difesa aerea che nei report NATO è il SA-21 Growler, per potenziare la propria Aeronautica militare. La firma del contratto da 5 miliardi di dollari per l’acquisto di 5 squadroni del sistema di S-400 è arrivata durante l’ultimo summit bilaterale che si è tenuto a New Delhi ad ottobre 2018. Il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente russo Vladimir Putin hanno preso parte entrambi alla cerimonia della firma. In basse ai piani, il primo squadrone di S-400 dovrebbe essere dispiegato nel corso del 2020. Nonostante americani e indiani condividano gli stessi interessi strategici e nonostante esista un buon raporto personale fra Modi e il presidente Usa Donald Trump, le relazioni bilaterali procedono a singhiozzo, tra alti e bassi. Più bassi che alti nell’ultimo periodo, anche a causa delle divergenze di natura commerciale.
Il governo di New Delhi non sembra disposto a rinunciare al sistema S-400, anche se tale scelta potrebbe comportare per l’India l’imposizione di sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti in base al Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (CAATSA), la legge che prevede di sanzionare i Paesi che stringono “transazioni significative”, vale a dire superiori ai 15 milioni di dollari, con l’industria russa della Difesa. L’india potrebbe tuttavia avere l’esenzione dagli Usa e dunque non essere colpita da sanzioni. È pur vero che di solito, come ricorda The Diplomat, le esenzioni sono state riservate solo ai casi di acquisti di armamenti dell’era sovietica meno sofisticati e molto meno costosi del sistema S-400. Per evitare dissapori e anche per assecondare le richieste dell’India di una maggiore protezione, gli Usa hanno proposto il sistema missilistico MIM-104F Patriot (PAC-3) e il sistema Terminal high Altitude Area Defense (THAAD) come alternative al russo S-400. Secondo un’analisi, gli Usa starebbero tuttavia minacciando la sovranità di Paesi come l’India perché il sistema russo S-400 sarebbe il migliore disponibile al mondo, da preferire anche alle alternative americane.
L’Amministrazione Trump, secondo una tattica già sperimentata, ha voluto il ritiro degli USA a inizo giugno dal “Generalized System of Preferences” (GSP), un accordo commerciale che favoriva le esportazioni indiane. Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo dovrebbe costare intorno ai 190 milioni di dollari su un totale di 5,6 miliardi di transazioni commerciali totali che avvengono in base al GSP, una cornice pensata per stimolare le economie dei Paesi in via di sviluppo. L’India ha risposto alla mossa di Trump imponendo dazi su 28 prodotti americani pari al 70% delle valore delle merci. In maggioranza tali dazi riguardano beni agricoli, come le nocciole, e metalli. Inoltre, Modi intervenendo al recente summit Shanghai Cooperation Organization (SCO) ha attaccato il protezionismo e l’unilateralismo di Trump. E su questo argomento Modi ha dalla sua la Cina di Xi. Il presidente americano aveva già reso la vita difficile all’India avendo imposto sanzioni alla Russia e all’Iran, relazioni utili al governo indiano rispetttivamente per la difesa e per le soddisfare esigenze energetiche. Se Cina e India sono sostenitrici del multilateralismo, sono agli antipodi su questioni fondanti della geopolitica. Stati Uniti e India sono partner nella strategia dell’Indo-Pacifico per una regione “libera, inclusiva e aperta”, strategia che fa da contraltare alla Belt and Road di Pechino. Modi e Trump dovrebbero incontrarsi a margine del summit del G20 ad Osaka, in Giappone. In quella sede i nodi dovrebbro venire al pettine.
Photo: Russia’s S-400 missile defense system (image: Sputnik)
Erminia Voccia
Giornalista professionista, campana, classe 1986, collabora con Il Mattino di Napoli. Laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Master in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo presso Eidos di Roma. Appassionata di Asia.
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