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Il 2 giugno del 1947 si celebrò per la prima volta la Festa della Repubblica. Nel 1948 si organizzò la parata in via dei Fori Imperiali. Nel 1949 l’allora presidente Luigi Einaudi stabilì il cerimoniale. Il capo dello Stato passava in rassegna le Forze armate in Piazza Venezia, di fronte al Vittoriano, e poi deponeva una corona d’alloo al Milite Ignoto. Lo stesso anno, l’ingresso nella Nato che segnava il ritorno dell’Italia a una situazione di piena sovranità venne festeggiato con 10 celebrazioni in contemporanea in tutto il Paese. Il 2 giugno del 1961 per festeggiare i 100 anni dell’Unità del Paese la manifestazione non si tenne a Roma ma a Torino, prima Capitale. Nel 1963 la parata venne rinviata al 4 novembre, giornata della Forze Armate, in riguardo alle condizioni di salute di Papa Giovanni XXIII, che morì il 3 giugno.
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Nel 1965 per i 50 anni dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra a Roma vennero fatti sfilare anche gli stendardi delle unità militari che avevano preso parte al conflitto ma erano state soppresse. Nel 1976 la parata fu nuovamente rinviata, dopo il terremoto in Friuli. E nel clima di austerity imposto dalla crisi economica degli Anni 70, il 5 marzo 1977 venne deciso di spostare la ricorrenza alla prima domenica di giugno, per recuperare un giorno lavorativo. Sempre per motivi di bilancio la stessa sfilata fu poi soppressa e sostituita da una manifestazione delle Forze Armate in Piazza Venezia. Ripresa per qualche anno, dal 1989 venne limitata a una cerimonia all’Altare della Patria. Fu Carlo Azeglio Ciampi a voler riprristinare i simboli nazionali anche in risposta a una polemica anti-unitaria e anti-risorgimentale che dalla Lega Nord aveva iniziato a contagiare un po’ tutto l’arco politico. Nel 2000 Ciampi reintrodusse la parata.
Maurizio Stefanini
Romano, classe 1961, maturità classica, laurea in Scienze Politiche alla Luiss, giornalista dal 1988. Specialista in America Latina, Terzo Mondo, movimenti politici comparati, approfondimenti storici.
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