Sembra sia solo cinema e invece la giacca del pilota di caccia Maverick protagonista del sequel del film del 1986 è diventata una questione di geopolitica. Dalle immagini del trailer del nuovo film in uscita l’anno prossimo traspare un dettaglio non da poco. Sul retro del giubbotto del pilota sono scomparse le bandiere di Taiwan e Giappone e sono state sostituite con altri simboli. Ad accorgersene il reporter americano Mark Mackinnon. Il giornalista ha fatto notare che uno dei produttori del film è Tencent Pictures, di nazionalità cinese. La Cina dunque è arrivata a sottomettere il cinema americano, veicolo del soft power a stelle e strisce, al proprio potere? Scrive Luca Marfé su Il Mattino:
Via la bandiera di Taiwan dalla giacca di Maverick. Via, a dirla tutta, pure quella del Giappone. Perché? Perché ci sono dei simboli che alla Cina di Xi Jinping non piacciono affatto. Il trailer di “Top Gun: Maverick” arriva trentatré anni dopo il successo planetario del suo predecessore e al minuto 1:15 è ben visibile sulle spalle di Tom Cruise il bomber di pelle che ha letteralmente segnato un’epoca, tanto in termini di ricordi, quanto in termini di stile. Il colpo d’occhio rassicura, ma inganna. Le bandiere sono volutamente simili, ma colpevolmente diverse. Mantengono gli stessi colori, ma cambiano le geometrie. Il cerchio del sol levante è un triangolo, lo schema di Taiwan è stravolto. Ad alimentare le critiche, che vanno ben al di là di semplici sospetti, la collaborazione tra il colosso della tecnologia cinese Tencent e la Paramount Pictures, la leggendaria casa di produzione cinematografica a stelle e strisce.
Nonostante il carattere, la personalità e il coraggio che lo hanno reso protagonista negli anni ’80 e che lo renderanno di nuovo idolo nel 2020 (anno di uscita del film, ndr), il pilota deve arrendersi alle logiche di un investitore un bel po’ invadente. E, più in generale, a quelle di una politica accondiscendente che preoccupa chi nella politica ci lavora e ci vive per davvero. I soldi comandano più degli ammiragli.
Via quei simboli, Maverick: è un ordine.
Photo: Paramount Pictures
Luca Marfe
Giornalista professionista, classe 1980, napoletano. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’Università “L’Orientale” di Napoli, master in Relazioni Internazionali alla SIOI. Collabora con Il Mattino di Napoli, Vanity Fair, esperto di Stati Uniti e America Latina.
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