Prevista da molti sondaggi pre-elettorali, la vittoria di Zelensky rappresenta una netta bocciatura della leadership di Poroshenko, che ha raccolto appena il 25% dei voti. Nonostante ciò, il Presidente uscente ha affermato che continuerà a occuparsi di politica e ha promesso di sostenere qualsiasi decisione di Zelensky che porterà a un maggiore avvicinamento di Kiev a UE e NATO. Intanto messaggi di congratulazioni al nuovo Presidente sono giunti da Jean-Claude Juncker e dal Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg.
Secondo molti analisti, gli ucraini hanno scelto Zelensky per un disperato bisogno di “normalità” dopo cinque anni di guerra e crisi economica. Inoltre il neo-Presidente ha saputo rispondere con efficacia alla richiesta popolare di una maggiore lotta alla corruzione e di riforme sociali sostanziali, che realizzino le promesse democratiche di Euromaidan e blocchino l’esodo migratorio dal Paese verso l’Europa orientale. La richiesta di cambiamento interno ha quindi avuto la meglio sulla campagna nazionalistica di Poroshenko, relegando la questione del conflitto nel Donbass in posizione secondaria nelle priorità politiche degli ucraini.
Ciò non vuol dire, comunque, che lo scontro con la Russia di Putin non giocherà un ruolo centrale nell’agenda presidenziale di Zelensky. Al contrario, il neo-Presidente dovrà mettere in piedi una solida strategia diplomatica per risolvere la crisi nel Donbass e proseguire il cammino di integrazione politico-economica verso Occidente. Allo stesso tempo ci sono molti dubbi sulla sua capacità di contrastare la corruzione endemica nelle istituzioni ucraine, in virtù anche dei suoi rapporti ambigui con il controverso oligarca Ihor Kolomoisky.
Riuscirà Zelensky a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale? Lo scopriremo nei prossimi mesi.
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