«Abbiamo ritrovato una voce comune», ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron nella conferenza stampa conclusiva del vertice intergovernativo tra Italia e Francia di giovedì 27 febbario a Napoli. «Un salto di qualità nelle relazioni con la Francia», è stato il commento del premier italiano Giuseppe Conte.
Da Napoli l’impegno di Roma e Parigi nell’affrontare insieme l’emergenza sanitaria causata da Covid-19, ma anche le sfide della governance, al negoziato sul bilancio europeo, le migrazioni e la lotta al cambiamento climatico. Si è discusso di difesa, cultura e trasporti. Ma l’appuntamento partenopeo è stato l’occasione per avere un confronto sulla definizione del futuro assetto europeo nel post-Brexit. Si è parlato del Green deal europeo, di migrazioni, e allargamento dell’Unione europea.«Vogliamo una Europa più solidale, più sicura, più sociale, più rispettosa dell’ambiente – ha detto ancora il premier Conte – l’Italia si impegna nel completamento dell’unione bancaria e in un disegno equilibrato dell’unione economica e monetaria».
«Abbiamo condiviso le priorità per una gestione strutturale e non più emergenziale dei flussi migratori. Vogliamo un approccio a più livelli che comprenda lo sforzo europeo per la gestione dei ricollocamenti e dei rimpatri. Rimane poi la collaborazione con i Paesi di origine e di transito con l’attenzione che vogliamo dare al continente africano. Italia e Francia possono fare molte cose per agire sulle cause della migrazione, in primis puntando su un partenariato vero con il continente africano », ha affermato Conte.
Nel corso del vertice di Napoli firmata la dichiarazione di intenti per il partenariato nel settore della cantieristica navale militare. Presente a Napoli anche l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono e i vertici di Naval Group. L’accordo porta la firma dei ministri della Difesa italiano Lorenzo Guerini e di quello francese Florence Parly. Punto ribadito anche dal presidente francese: «Per quanto la cooperazione nel campo della difesa – ha affermato Macron – questa si realizza nel partenariato con la Fincantieri».
“L’accordo nel settore della cantieristica navale militare – prevede il Patto di Napoli – sancisce il sostegno dei due Stati per la joint venture Naviris creata da Naval Group e Fincantieri, concretizza il progetto avviato al precedente vertice di Lione. Questa alleanza consentirà di coordinare le strategie industriali internazionali, con la definizione comune di un portafoglio di opportunità di esportazione”. In merito all’acquisizione da parte del Gruppo italiano sull’ex Stx si attende il via libera dell’antitrust europeo. Prevista per aprile la decisione finale di Bruxelles.
Roma e Parigi “intendono rafforzare ulteriormente il loro ruolo guida nell’attuazione di nuove iniziative di difesa europee nel campo delle capacità attraverso la cooperazione strutturata permanente (PESCO), il Fondo europeo di difesa (EDF) e il futuro Strumento Europeo per la Pace (SEP)”. Grande attenzione allo spazio: Italia e Francia “proseguire lo sviluppo di progetti di capacità congiunta nel settore della difesa e dello spazio, al fine di dotarsi di sistemi efficienti e pienamente interoperabili e per costruire una base industriale di tecnologia europea e difesa competitiva”. Le due nazioni già collaborano scambiandosi dati satellitari dei rispettivi sistemi per l’osservazione della Terra, COSMO SkyMed per l’Italia e CSO per la Francia, e nelle telecomunicazioni militari con i satelliti Athena Fidus e Sicral 2. A livello europeo entrambi i Paesi sono parte attiva dei programmi satellitari Copernicus e Galileo. All’interno dell’ESA la Francia è il secondo contributore, l’Italia il terzo. Nel settore lanciatori l’Italia tramite Avio partecipa al programma europeo, a guida franco-tedesca, Ariane; mentre la Francia partecipa al programma europeo Vega, a guida italiana.
Da Napoli anche l’impegno a continuare nel percorso tracciato dalla Conferenza di Berlino sulla Libia. «Appoggeremo la proposta dell’Unione Europea che si sta definendo sull’embargo di armi alla Libia», ha detto Conte. Un embargo violato apertamente dalle potenze straniere impegnate nel conflitto in corso nel Paese, ormai diventato a tutti gli effetti una guerra regionale.
Sulla difficile situazione siriana si è espresso il Capo dell’Eliseo, che ha condannato quanto sta avvenendo da settimane nella provincia di Idlib: «Uno scandalo umanitario con attacchi ai civili che non possono essere accettati». «Vogliamo rafforzare la nostra cooperazione per quanto riguarda il Mediterraneo orientale – ha detto il presidente Macron – ristabilendo il principio di libera navigazione. Agiremo insieme nel garantire la sicurezza, in particolare nel Sahel. La cooperazione militare sarà sempre più stretta. Lavoriamo mano nella mano sul conflitto in Libia». Le divergenze del passato sembrano appianate con il governo francese pronto a sostenere un ruolo più forte dell’Italia in Libia, in cambio però di un maggiore impegno da parte del contigente italiano in Niger e in tutta il Sahel, area dove la Francia è presente con la missione Barkhane e i suoi 4.500 militari impegnati a combattere il terrorismo jihadista.
Così il giornalista de Il Foglio Daniele Raineri : “Dall’incontro di giovedì a Napoli tra il presidente francese, Emmanuel Macron, e il premier italiano, Giuseppe Conte, arriva la notizia della creazione di una Task Force Takuba che, con militari francesi e italiani, si occuperà di “sviluppare” le forze di sicurezza dei paesi del Sahel. In questi giorni di epidemia la notizia si è un po’ perduta, ma si tratta di un impegno pesante. Il Sahel è quella fascia di territorio arido in Africa dove i gruppi estremisti come lo Stato islamico, ma ci sono anche fazioni legate alla vecchia guardia di al Qaida, negli ultimi due anni hanno ritrovato tutta la forza che non hanno più in Siria e in Iraq. I fanatici sono impegnati in una campagna di massacri contro i civili e di attacchi contro i militari che si va intensificando di mese in mese e l’Amministrazione Trump ha appena annunciato che ritirerà buona parte del contingente americano e che quindi lascerà i francesi a contenere la crisi – o almeno a provarci.
La Francia tenta di fare quello che di solito si fa in questi casi: rafforzare le truppe dei paesi locali e colpire i gruppi estremisti con raid delle forze speciali ogni volta che è possibile. Ed ecco la notizia della creazione della Task Force Takuba e del possibile impegno italiano – che arriverebbe proprio mentre si pensa di diminuire i contingenti in altre aree, vedi Afghanistan. Come si è detto, se in molti altri settori c’è abbastanza stabilità, dal sud del Libano dove per ora Israele e il gruppo Hezbollah non si fanno la guerra all’Afghanistan dove si parla di una (improbabile) pace che permetterebbe ai soldati stranieri di tornare a casa, il Sahel è uno scenario di guerriglia molto duro. L’Italia con molta discrezione ha già un contingente ridotto sul posto, in Niger, dove i soldati però si occupano soprattutto di contrasto al traffico di migranti. La nuova missione invece sarebbe antiterrorismo, con l’impiego sul campo di forze speciali. Viene da chiedersi se l’Italia non abbia acconsentito a un’esposizione maggiore nel Sahel in cambio di un accordo con i francesi sulla Libia. La Francia sostiene il generale Haftar che assedia Tripoli, ma non è più uno sponsor indispensabile. Altri sponsor molto più aggressivi, come gli Emirati Arabi Uniti, hanno preso il suo posto. Se accettasse di non impuntarsi più su Haftar, si potrebbe provare a parlare di una politica unanime dell’Europa sulla Libia. Ma per adesso tutto questo appartiene alla categoria delle speculazioni”.
Il vertice della riconciliazione
Rilanciare i rapporti bilaterali tra Roma e Parigi, messi a durissima prova negli ultimi due anni. Era questo l’obiettivo del 35esimo vertice intergovernativo tra Italia e Francia al Palazzo Reale di Napoli. Necessario per Roma come per Parigi rifondare le relazioni bilaterali sulla base di una collaborazione più profonda e sulla fiducia, aveva spiegato Macron. L’intenzione dei due Paesi è voltare definitivamente pagina dopo le tensioni e i contrasti emersi durante il governo giallo-verde. Tensioni che poco più di un anno fa avevano fatto segnare il punto più basso nei rapporti diplomatici tra gli italiani e vicini transalpini dal 1945. Le dichiarazioni di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista sul franco CFA avevano creato un caso diplomatico tra Roma e Parigi. La crisi aveva toccato l’apice con l’incontro tra l’allora vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio e un esponente tra i più radicali del movimento dei gilets jaunes. Successivamente, l’ex Ministro dell’Interno Salvini era arrivato a chiedere le dimissiono del presidente francese Macron. La conseguenza fu la convocazione dell’ambasciatrice italiana all’Eliseo, in segno di protesta. L’ambizione del vertice è stata quella di rilanciare il simbolico Trattato del Quirinale, già annunciato nel 2017 e poi congelato, che, sul modello del trattato franco tedesco, si propone di definire un quadro più stabile per la futura collaborazione tra Italia e Francia.
Redazione
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