Specializzato in questioni di sicurezza e membro del “Panel of Experts”, il gruppo di esperti dell’Onu che si occupa di monitorare l’embargo sulle armi in Libia, Moncef Kartas da alcuni giorni è al centro di un caso internazionale. Il funzionario è stato arrestato il 26 marzo al suo arrivo all’aeroporto di Tunisi dalle forze di sicurezza tunisine. Le Nazioni Unite ne avevano denunciato la scomparsa subito dopo lo sbarco in Tunisia, quando era parso chiaro che del funzionario non si avevano più notizie. Le Nazioni Unite avevano anche inviato una nota verbale al Ministero degli Esteri di Tunisi chiedendo di localizzare Kartas e di fornire rassicurazioni sul suo stato di salute. Kartas era sbarcato da un aereo proveniente da Roma e in primo momento sembrava fosse stato fermato per spionaggio. Dapprima infatti, le autorità del Paese nordafricano avevano confermato i fermi di due cittadini tunisini sospettati appunto di spionaggio e Radio France International (Rfi) aveva avanzato l’ipotesi che uno dei due fosse Moncef Kartas. Il Ministero dell’Interno tunisino aveva riferito in un comunicato stampa che le forze speciali avevano disposto l’arresto delle due presunte spie e ordinato il sequestro di documenti contenenti dati e informazioni ritenuti “sensibili” e dispositivi tecnologici che “avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza nazionale”. Per Tunisi, tali apparecchiature sarebbero servite a “intercettare comunicazioni”. Successivamente, le autorità tunisine hanno confermato l’arresto di Moncef Kartas ma non ne hanno chiarito la motivazione.
Il funzionario Onu gode dell’immunità diplomatica, dunque il suo arresto è da ritenersi illegale. Kartas ha la doppia cittadinanza, tunisina e tedesca, per cui le Nazioni Unite e la Germania starebbero ora esercitando forti pressioni sul governo tunisino per avere chiarimenti in merito all’arresto e al mancato riconoscimento dell‘immunità diplomatica. Le autorità di Tunisi hanno però specificato che l’arresto è stato eseguito perché l’uomo viaggiava con passaporto tunisino.
L’accusa ufficiale mossa contro Kartas resterebbe quella di spionaggio, tuttavia, pare sempre più evidente che le autorità tunisine lo abbiano arrestato perché il funzionario sarebbe stato in possesso di informazioni delicate relative alle violazioni dell’embargo sulle armi in Libia. Le violazioni sarebbero avvenute attraverso il poroso confine tra Libia e Tunisia. Kartas sarebbe stato anche sul punto di rendere noti i risultati dello studio e le violazioni dell’embargo attraverso un report. Il suo arresto è avvenuto poco prima dell’inizio dei lavori del summit della Lega araba del 31 marzo.
Redazione
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